ATTENTI AL ROAMING, LE TRAPPOLE DELLA (DIS)UNIONE EUROPEA

DI PIERLUIGI PENNATI
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Ad un mese dall’introduzione del roaming Europeo vale la pena di fare un primo bilancio ed una piccola guida di istruzioni per l’uso per non incappare in grandi problemi quando si è all’estero.
C’è ormai una generazione di quindicenni che non ha mai visto la lira e che non ha la minima idea di come poteva essere l’Europa prima degli accordi di Schengen, passaporti per espatriare e cambi di valuta ad ogni frontiera, oltre, ovviamente, ai problemi legati alle comunicazioni che sono rimasti fino al 15 giugno di quest’anno quando, per effetto di una legge comunitaria, è stato abolito il costo del roaming telefonico per gli apparati mobili in tutti i paesi dell’Unione Europea.
Per molti di noi questo è stato un grande traguardo, perché chi va frequentemente all’estero in effetti ne aveva grande disagio, dato che, curiosamente, per chiamare lo Sri Lanka dall’Italia i costi possono variare da 1 a 3 centesimi al minuto, mentre per Germania e Francia si va dai 50 centesimi in su, a meno di non sopportare un comunque costoso contratto a forfait.
Ecco che l’abolizione del roaming risolve finalmente il problema introducendo un curioso paradosso, chiamare in tutta Europa dall’estero diventa persino più conveniente che dal proprio paese, infatti quando si viaggia la tariffa resta identica verso tutti gli stati e, per esempio, se avete 200 minuti per chiamare in Italia trovandovi in Francia potrete usarli verso tutti i paesi dell’unione senza ulteriori addebiti, Francia su Francia, Francia su Italia, etc.
La ratio della cosa è semplice e scritta nella legge: favorire gli spostamenti per scopi turistici e lasciare inalterato tutto il resto, quindi varrà la prevalenza su un periodo di quattro mesi, nei quali la maggior parte del tempo e del traffico dovrà essere trascorso e generato nel proprio paese di provenienza, nel nostro caso l’Italia.
Tutto risolto?
Certo che no, l’Europa è un’associazione strana, ci sono 28 paesi aderenti dei quali solo 18 adottano l’euro ed altri paesi non aderenti che pur adottando l’euro non sono assoggettati alle leggi comunitarie, parliamo di Andorra, Monaco, San Marino, Città del Vaticano, Montenegro, repubblica del Kosovo e le basi sovrane a Cipro di Akrotiri e Dhekelia e per ultimo c’è uno stato, la Svizzera, che pur essendo in posizione centrale rispetto all’unione adotta gli accordi di Schengen solo per le persone e non le merci, senza aderire all’unione e senza adottare l’euro.
Uno strano agglomerato le cui insidie sono dietro l’angolo, infatti se avete deciso di attraversare l’unione Europea per le vostre vacanze dovrete stare molto attenti a come impostate il vostro telefonino, dato che questo non conosce le leggi europee e per lui il roaming è roaming, vale a diche che agganciandosi ad un altro operatore estero non farà differenza se questo risiede in uno stato aderente all’UE o meno.
Quindi, uscendo dall’Italia, per navigare in rete, si dovrà abilitare il roaming internazionale e disabilitare, per non avere interruzioni, i limiti dei dati in roaming durante la permanenza all’estero, dati limitati per legge ad una sessantina di euro di costi, proprio per prevenire possibili abusi prima dell’abolizione dei costi.
Ora si sarà completamente in balia del roaming automatico e si dovrà prestare attenzione a dove ci si trova, se in Svizzera od in prossimità di uno degli stati sopra citati, vale a dire Andorra, Monaco, San Marino, Città del Vaticano, Montenegro, repubblica del Kosovo e le basi sovrane a Cipro di Akrotiri e Dhekelia, perché in questi posti il roaming può costare ancora davvero caro.
Ecco che se trovate ad Andorra un paio di megabyte di traffico Internet, corrispondenti ad una o due fotografie visualizzate in FaceBook, vi costeranno già una trentina di euro e se non avete una prepagata… beh, meglio aprire un mutuo.
Uno dei problemi è che, eccezion fatta per la Svizzera dove la dogana è ancora presente e visibile, gli altri stati spesso non ne sono più dotati od al massimo si passa attraverso una frontiera presidiata ma non attenta e non sempre la propria compagnia telefonica avverte correttamente o in tempo dell’uscita dai confini UE, così la prima connessione regalerà denaro, e non poco, alla locale compagnia telefonica rovinandovi un po’ le vacanze.
Una soluzione alternativa, almeno temporanea, per prevenire costi troppo alti potrebbe essere la sottoscrizione di un contratto limitato per il roaming internazionale odi pacchetti dati e minuti da usare all’estero, questo non vi salverà dallo spendere alcuni euro extra, ma almeno non vi prosciugherà il credito, dato che a seconda della compagnia questi pacchetti costano al massimo da 4 a 20 euro.
In ogni caso, l’attenzione deve sempre essere alta, l’Unione Europea non è un vero stato, non ha un solo prefisso telefonico e non ha regole comuni se non codificate nei limiti delle attribuzioni del parlamento comunitario, quindi prima di spostarsi, in Europa e non, si deve sempre vigilare e controllare le regole locali.
Per il resto, buone vacanze a chi ci va.

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