DI VIRGINIA MURRU
Ancora buone notizie sul fronte dell’occupazione, l’Istituto Italiano di Statistica ha divulgato i dati riguardanti novembre 2017, dai quali emerge che la stima degli occupati è in crescita, con + 0,3% rispetto al mese precedente, in termini di numeri si tratta di 65 mila occupati in più.
Il tasso di occupazione va quindi al 58,4%, ossia +0,2 punti percentuali. Un dato che comunque incoraggia, segno di un sistema che si muove in modo positivo, se è in grado di generare occupazione, quand’anche si trattasse di contratti a termine.
Nel periodo di riferimento, secondo gli ultimi i dati Istat si riscontra una crescita che riguarda le due componenti di genere, e tutte le classi di età, tranne quelle comprese tra i 35-49 anni. In salita il numero dei dipendenti, sia dei permanenti che di quelli assunti a tempo determinato. Risultano in calo gli indipendenti.
Mentre i dati sull’occupazione sono una buona ‘spia’ per il Governo, lo sono meno per la leader della Cgil, Susanna Camusso, la quale, in un’intervista all’Ansa, dà una lettura più disincantata. A suo avviso i dati relativi al tasso di occupazione devono essere interpretati con maggiore realismo, così infatti dichiara in merito:
“Non c’è proprio da esultare, si tratta dell’ennesimo boom di contratti a termine, c’è ancora immobilismo nel versante dell’occupazione, soprattutto di quella giovanile. Noi continueremo a proporre per i giovani una riforma che ne preveda la tutela con una pensione di garanzia, una risposta efficace alla prospettiva previdenziale, che vada oltre la riforma Fornero. Finora il sistema non ha tenuto conto delle nostre proposte, ma noi insisteremo in questa direzione.”
Nessun facile entusiasmo da parte dei sindacati, anche se i numeri dell’Istat fanno sperare in un’inversione di tendenza, anzi qualcosa di più, dato che in termini percentuali, il tasso di disoccupazione risulta essere quello più basso dal 2012. Nei giovani tra i 15 e i 24 anni (sempre a novembre 2017), il tasso scende al 32,7%, in calo non di poco: 1,3 punti rispetto al mese precedente.
E su base annua, il rapporto di questi dati è ancora più positivo: il calo dei disoccupati è pari a 7,2 punti percentuali. A livello generale, il tasso va all’11% a novembre scorso, lo 0,1 punti in meno rispetto ad ottobre. Ma l’asse si sposta in positivo anche sul terreno degli occupati, che crescono di 65 mila unità, e pertanto, sempre nel periodo di riferimento, siamo a 23,18 milioni, per trovare un tasso simile si deve andare a ritroso nell’archivio storico dei dati fino al 1977.
Nel trimestre settembre-novembre, si evidenzia una crescita in termini di occupati, rispetto al trimestre precedente, di +0,4%, tradotto in numeri si tratta di 83 mila occupati in più, per entrambi i generi, e la crescita si concentra in particolare tra gli ‘over’ 50, in misura più lieve interessa anche i 15-24enni, considerando comunque il calo degli occupati nella fascia tra i 25 e i 49 anni.
Come ha fatto rilevare la leader della Cgil, l’incremento degli occupati deriva dai contratti a termine, dato che si riscontra un calo tra quelli permanenti, mentre restano stabili gli indipendenti.
Diminuiscono a novembre i lavoratori alla ricerca di occupazione, un calo in rilievo per quattro mesi consecutivi, sarebbero 18 mila in meno. Il tasso di occupazione secondo gli ‘effetti’ demografici, resta ancora sotto i livelli rilevati nel 2008: -0,5 punti percentuali. Per le donne il tasso di occupazione è in crescita, e va al 49,2%, il dato più positivo di sempre.
Su base annua, secondo i dati Istat, risulta in crescita il numero degli occupati, ossia di +1,5%, che corrisponde a 345 mila per entrambi le componenti di genere.
Tra i 15-64 anni il tasso di occupazione sale al 58,4% (novembre 2017), con un incremento di 0,2 punti percentuali su ottobre, e 0,9 punti su base annua rispetto allo stesso periodo del 2016.
Sottolinea l’Istat: “Al netto dell’effetto della componente demografica tuttavia, su base annua cresce l’incidenza degli occupati sulla popolazione in tutte le classi di età.”
Il premier Gentiloni commenta con cautela i dati diffusi dall’Istat, ma non nasconde in un tweet nemmeno la soddisfazione:
«A novembre il numero di occupati ha raggiunto il livello più alto da 40 anni. E scende anche la disoccupazione giovanile. Si può e si deve fare ancora
meglio. Servono più che mai impegno e serietà, non certo una girandola di illusioni».
Più entusiasmo e orgoglio nel commento dell’ex premier Matteo Renzi:
“Da questi dati emerge un risultato storico, da quando abbiamo preso le redini del Governo, nel 2014, l’Italia ha registrato un milione di posti di lavoro in più.”
Secondo Vincenzo Boccia, leader degli industriali, i dati confermano semplicemente quello che Confindustria ha da tempo messo in rilievo, ossia che si tratta di risultati conseguenti alle buone misure di politica economica. Le riforme hanno dato un nuovo slancio al paese, secondo Boccia, Jobs Act in primis.
Opinione che certamente non condividerebbe con Susanna Camusso e una buona parte dei lavoratori del Paese.