CANDIDATI “A LORO INSAPUTA”

DI PIERLUIGI PENNATI
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Ormai la catena dei soggetti che operano a propria insaputa sta diventando infinita, qualcuno era finito nel mirino della ‘ndrangheta in tempi remoti, quasi sempre ignari pensionati a cui intestavano la proprietà di decine di autovetture usate dalla malavita e cose simili, ma venivano definiti “inconsapevoli”, poi, nel 2010, al Ministro Scajola comprano un appartamento vista Colosseo “a sua insaputa”, coniando e sdoganando un modo di dire divenuto ormai di uso corrente ed un uso apparentemente così diffuso che persino Viginia Raggi, nota esponente del movimento che predica onestà assoluta e coerenza, nonché primo cittadino di Roma, scopre di avere una polizza assicurativa a propria insaputa.
Oggi, una nuova svolta: a Napoli, indagando sulle elezioni comunali del 2016, i giudici scoprono persone candidate “a propria insaputa”.
Questa mancava ancora, il reato ipotizzato è violazione della legge elettorale e non per i candidati inconsapevoli, ma per la persona indagata che avrebbe certificato le loro candidature all’insaputa, appunto, degli interessati.
Nell’inchiesta condotta dal PM Stefania Buda e coordinata dal Procuratore aggiunto Alfonso D’Avino sulla lista Napoli Vale, formazione civica a sostegno della candidata sindaco PD Valeria Valente, al momento, risulterebbe una sola iscrizione nel registro degli indagati, la Valente sarà sentita domani per essere ascoltata in qualità di persona in formata dei fatti circa nove casi di presunte candidature irregolari che sarebbero finora emersi.
Come tutte le inchieste, anche questa potrebbe rivelare altre sorprese, dopo i candidati mancano solo gli elettori “a propria insaputa”. Speriamo bene.

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