“I rappresentati locali della multinazionale svizzera mi hanno assicurato di voler ritirare la loro decisione che, prima di ogni altra cosa, presentava tratti di disumanità inammissibili”, ha dichiarato Sergio Chiamparino, Presidente della Regione Piemonte, che ha anche fatto gli “auguri ad Antonio Forchione, l’operaio ingiustamente licenziato dalla Oerlikon Graziano di Rivoli”.
È questa la prima buona notizia, Antonio Forchione, l’operaio licenziato perché non poteva più fare i turni e non si poteva trovare un altra posizione per lui, pur accettando un demansionamento, in un’azienda di 700 persone, potrà rientrare al lavoro.
Anche il ministro del Lavoro Giuliano Poletti aveva giudicato la cosa “inconcepibile, inaccettabile, sbagliata”, dicendo che “Se una persona ha una situazione come questa, l’azienda si deve prendere la responsabilità di garantirgli un’opportunità. Se le notizie dei giornali corrispondono alla verità, è un errore molto grave che l’azienda deve immediatamente recuperare”.
L‘ampia solidarietà e la levata di scudi di tutti i sindacati hanno così fatto tornare l’azienda sui propri passi, e questa è la seconda buona notizia: la solidarietà ha vinto ancora una volta.
Secondo i sindacati, quello di Antonio non è una caso isolato, ma solo il terzo simile, dopo quello di due delegati sindacali a Bari e Sommariva Bosco e se oggi la Oerlikon Graziano, circa 700 dipendenti a Rivoli ed oltre 1.500 in tutta Italia, parla di “licenziamento indegno e gesto riprovevole” è certamente perché al contrario di molti altri casi, persino peggiori, l’indifferenza è stata vinta e la solidarietà ha trionfato.
Il presidente della Commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano, ha detto “Auspico che l’azienda ritorni sui suoi passi e si sforzi di trovare una soluzione adeguata alle attuali condizioni fisiche del lavoratore. Bene hanno fatto i sindacati a dichiarare due ore di sciopero. I lavoratori hanno compensato con la loro solidarietà la vergognosa mancanza di umanità di cui si è macchiata la Oerlikon”.
Sta ora a noi comprendere che senza questa solidarietà tutti gli Antonio d’Italia finiranno per fare la fine che avevano previsto per lui.
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