BLOWIN'IN THE WIND ED È POLEMICA

DI PIERLUIGI PENNATI
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Se il cavalcavia è crollato sulla A14 è colpa del vento, o forse si tratta di un errore umano per il quale il vento sarebbe stato determinante a far oscillare e poi crollare il ponte che stava subendo una manutenzione straordinaria. Qualche tecnico specializzato potrebbe aver commesso una leggerezza permettendo al vento, che non si può condannare, di provocare il disastro.
Oggi tutti si prodigano in dettagliatissime spiegazioni tecniche di cosa si stava facendo: sollevare un ponte per la sua manutenzione sostituendo gli appoggi di cemento armato che lo reggevano, probabilmente logori dopo quasi cinquantanni dalla loro messa in opera.
Pagine e pagine di descrizioni per capire la dinamica dell’accaduto, per ricostruire come è potuto capitare che un ponte sollevato ed instabile potesse crollare e le polemiche già imperversano.
Per ora sappiamo che, secondo la Società Autostrade, la società che effettuava i lavori «è una società specializzata con qualifiche di legge per i lavori in oggetto e munita di certificazione delle società Protos, Bureau Vertitas e Accredia. La stessa società aveva eseguito analoghi lavori su altri cavalcavia della stessa tratta. Autostrade per l’Italia ha già messo a disposizione della magistratura tutti gli elementi contrattuali relativi all’affidamento dei lavori».
Sappiamo anche che si stanno acquisendo «tutti gli elementi per ricostruire la dinamica dell’evento, partendo dai documenti progettuali elaborati dalla Delabech stessa».
Sappiamo che il sindaco di Castelfidardo, Roberto Ascani, ha affermato che «Gli operai stavano sollevando la campata del ponte con dei martinetti, quando la struttura ha ceduto: evidentemente qualcosa è andato storto; è, inconcepibile eseguire lavori di questa natura senza chiudere la A14».
Sappiamo che per la procura «Di certo siamo di fronte ad un errore umano e non ad un cedimento strutturale, ma per stabilire chi saranno gli indagati, bisognerà accertare per prima cosa la causa meccanica che ha fatto venir giù il cavalcavia. Soltanto dopo si potrà risalire a che livello è stato commesso l’errore».
Sappiamo che Autostrade per l’Italia, responsabile dell’infrastruttura, afferma trattarsi solo di «un tragico incidente non prevedibile», escludendo un possibile «cedimento strutturale».
Sarebbe, invece, assurdo immaginare che i pedaggi autostradali possano aver avuto un ruolo nella scelta del tipo di intervento, ma se il lato superiore di un ponte stradale può rimanere chiuso per giorni, tagliando e rendendo difficile la circolazione nell’intera area, perché un’autostrada non può fare altrettanto per un tempo più limitato?
Perché non si sono utilizzate grandi gru ed effettuato il lavoro in una sola notte, od al massimo in un giorno, introducendo qualche disagio autostradale ma preservando gli utenti?
Le polemiche imperversano e le ipotesi più accreditate sembrano essere solo errore umano o qualità del calcestruzzo, forse unite al vento forte in quel momento, le risposte, invece, speriamo non siano affidate solo al vento.

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