Dopo aver superato con 473 votanti, 368 sì e 105 contrari il primo voto di fiducia per il suo governo, risultato, per la verità non proprio entusiasmante anche per l’assenza delle opposizioni che hanno abbandonato l’aula prima del voto per andare a fomentare la folla davanti a Montecitorio, oggi si replica al Senato.
I voti alla camera sono stati dieci voti in meno rispetto a quelli avuti da Matteo Renzi nel suo primo voto di fiducia della Camera, ma all’epoca esisteva ancora Scelta Civica, che, dopo aver subito varie trasformazioni, è oggi in parte confluita in ALA che insieme a Lega e M5S non ha partecipato a questa votazione.
Anche Verdini e Scelta Civica hanno votato no, così come Forza Italia ed oggi al Senato potrebbero esserci delle sorprese, dato che la prima conta dei voti di fiducia favorevoli è davvero al limite.
Sisma, banche, Sud e lavoro sono le priorità dichiarate dal premier che intende andare “avanti finché avrò la fiducia”, ed ai 5 Stelle, ma in modo molto soft, rivolge un “il Parlamento non è un social”, al centro del suo discorso di ieri anche la necessità di «rasserenare il clima politico», che strappa l’unico applauso nei soli 17 minuti del suo intervento assestando anche un buffetto alle opposizioni che lasciano l’aula dicendo loro che «I paladini della Carta nel momento più importante non ci sono».
Denis Verdini che si aspettava un riconoscimento nel nuovo esecutivo per il sostegno al Governo Renzi e che può contare su 18 senatori a Palazzo Madama, ha fatto sapere che oggi potrebbero anche votare contro.
Il voto è previsto per le 15, ma già dalle 9.30 inizia la discussione sulle comunicazioni del premier Gentiloni che interverrà in replica alle 13.
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