Nessuna vera sorpresa alla conferenza stampa di fine anno di Gentiloni che, nel ricordare che il suo governo è nato il giorno successivo alle “dimissioni di Matteo Renzi, provocate dalla sconfitta al referendum” ha detto “Continueremo le riforme avviate dal governo Renzi” perché “Cancellare o relegare nell’oblio il governo Renzi sarebbe un errore” ed ancora “La rivendicazione di continuità non è un puntiglio, ma completamento delle riforme è un’esigenza del Paese, non abbiamo finito e non abbiamo scherzato. Tutti devono essere consapevoli che il processo di riforme andrà avanti nel tempo che abbiamo a disposizione”.
Si spinge poi sulla legge elettorale per la quale sostiene che “Il governo cercherà di dare un contributo anche sulla legge elettorale”, “Avere con sollecitudine regole elettorali non è interesse di chi vuole accorciare o allungare la legislatura, è interesse nostro e delle istituzioni e per questo il governo accompagnerà, sollecitando, questo percorso perché lo riteniamo importante”.
E per il 2017 “Il governo farà del suo meglio per migliorare la situazione del Paese” “proseguendo le riforme che sono avviate”, ma anche senza rinunciare a parlare del Jobs Act che considera “un’ottima riforma del lavoro”, sostenendo che “Nel contesto dell’economia italiana e dei suoi livelli di crescita i nostri numeri di lavoro a tempo indeterminato, di riduzione della disoccupazione, vanno nella direzione giusta”, ma poi, non perdendo di vista la possibilità imminente del referendum, “Certamente è qualcosa che dobbiamo sviluppare. E correggere e cambiare dove c’è da correggere e cambiare. C’è qualcosa da cambiare nei famosi voucher, senza accedere all’idea che questi voucher siano una specie di virus che semina lavoro nero nella nostra società. Perché nascono, all’opposto, come un tentativo di rispondere.”, ammettendo che “ci sono anche cose che non funzionano, eccessi o settori in cui l’uso dei voucher va limitato. Dobbiamo capire questi abusi che rischiano di snaturare uno strumento senza pensare che siano l’origine di tutti guai perché è una semplificazione che non aiuta”.
Sule tasse “Il governo negli ultimi due o tre anni ha fatto riduzioni fiscali molte serie”, ma non promette nulla, “non diciamo a 15 giorni dal nostro insediamento cose impegnative che potrebbero non essere mantenute”
La sicurezza resta un problema, “Non esistono paesi non a rischio ma esistono paesi che possono impegnarsi sul terreno della prevenzione e sicurezza e su quello dell’accoglienza”, “ci sono tante cose da fare. Dobbiamo mantenere alta la guardia “.
Per MPS sostiene che il governo ha “messo in sicurezza il risparmio con il decreto salva risparmio, la cui attuazione sarà lunga e complicata”, rivendicando di aver preso una decisione “strategica e fondamentale” con l’obiettivo principale di “salvaguardare i risparmiatori”.
Non sono mancate parole per la vicenda Vivendi per la quale ci sarebbe l’attenzione vigile del governo che è consapevole “dell’importanza di Mediaset in Italia” e per il quale “il fatto che sia oggetto di una scalata non ci lascia indifferente” ed in chiusura, incalzato dai cronisti, è riuscito persino a difendere la contestata nomina a sottosegretario alla Presidenza del Consiglio di Maria Elena Boschi, spiegando che si è trattato di una decisione personale, “che ci crediate o no”, dato che sarebbe “una risorsa e può fare un lavoro molto utile.”
Chi si aspettava sorprese è, evidentemente, rimasto deluso.