Forse sarebbe stato meglio pensare alle vacanze, effettuare qualche consultazione in più e poi, solo alla fine, lanciare un referendum. Grillo, invece, ha preferito fare il contrario e pensando ad un cambio radicale di marcia “per contare di più in Europa” è partito dalla base quasi senza paracadute, così invece di un dietro front ha fatto una giravolta, ma non senza pagarne le spese: l’uscita e rientro dal gruppo di Farange è costata al movimento la co-presidenza, che fino ad oggi è stata occupata da David Borrelli che, però, sembra anche essere il responsabile ed il promotore della figuraccia.
Borrelli, si era già espresso a favore dell’UE e con l’approvazione di Monti durante alcune interviste in occasione del caso Brexit e, secondo un documento in inglese presente sul sito www.politico.eu, l’accordo tra M5S ed ALDE sarebbe stato già pronto e scritto il 4 gennaio scorso con quattro punti fondamentali: “rinnovo della democrazia europea”, “riforma dell’Eurozona”, “diritti e le libertà” e “opportunità senza confini”.
La base 5stelle aveva detto si alla consultazione a sorpresa, ma, alla fine, i liberaldemocratici non hanno voluto chiudere ed a Grillo è rimasto solo il rientro nelle file degli euroscettici dell’UKIP, attaccando Verhofstadt, del quale dice “che oggi si propone come negoziatore per la Brexit dovrebbe solo vergognarsi, perché da meschino si è piegato alle pressioni dell’establishment”. Difende invece Borrelli affermando anche che “Le carte fatte circolare non ci appartengono, non abbiamo firmato nessun contratto, si tratta di un elenco di punti comuni e di contrasto”.
Anche la sopravvivenza dell’EFDD, però, sarebbe stata minata fortemente dalla fuoriuscita del M5S, il gruppo, attualmente composto da 44 parlamentari, senza i 17 grillini, sarebbe stato ridotto a soli 27, appena due in più del minimo di 25, in rappresentanza di sette diverse nazionalità, ammesso nel Parlamento europeo per la costituzione di un gruppo parlamentare autonomo, facendo rischiare l’UKIP di ritrovarsi nel novero dei non inscritti.
Farage ha quindi ben deciso di riaccogliere i grillini che, comunque, avevano nel cassetto l’opzione di restare nel gruppo come seconda più votata sul blog, mentre l’ipotesi di entrare tra i ‘non iscritti’ era la terza preferenza.
Se la strada per il movimento in Europa sarà ora più in salita lo vedremo presto, Grillo ha ribadito che il programma M5S in Europa “non cambia di una virgola e non sarebbe cambiato con l’ingresso in un altro gruppo” ed il primo appuntamento dovrebbe riguardare l’Euro che essendo “un sistema che ha generato surplus a favore della Germania” deve essere sottoposto a “referendum popolare” per la sua abrogazione, oltre alle battaglie politiche contro il TTIP, il CETA, il conferimento del MES alla Cina ed “il superamento del regolamento di Dublino“, per quanto riguarda il tema immigrazione. Buon lavoro grillini.
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