DI VIRGINIA MURRU
Si è appena concluso a Courmayeur il convegno che ha avuto per oggetto l’ordinamento bancario e le sue trasformazioni, al quale hanno partecipato esperti e operatori dell’alta finanza, analisti e studiosi, rappresentanti del settore bancario e delle autorità di vigilanza.
Importante e atteso l’intervento di Salvatore Rossi, direttore di Bankitalia. Il fine era quello del confronto su tematiche che hanno affrontato lo stato dei mutamenti, in ambito giuridico, aziendale ed economico, che la ‘troika’ europea, tramite l’ordinamento bancario e le sue riforme, ha espresso nel sistema del credito, nel campo dell’attività propria delle imprese, e tramite il ventaglio di interventi a tutela dei risparmiatori.
Dunque luci e ombre di queste trasformazioni, risultato di un conflitto contro l’ultima crisi che ha attanagliato l’Europa.
E di crisi, inevitabilmente, si è parlato nel corso del convegno, il direttore generale di Banca d’Italia, a questo riguardo ha fatto osservare:
“L’economia italiana non andava a gonfie vele neppure prima che fosse interessata dalla crisi finanziaria globale del 2008, sul piano strutturale il sistema produttivo era fragile, non in grado d’incrementare lo sviluppo, generare innovazione ed efficienza. A tutto questo si aggiungeva la vulnerabilità di un sistema sbilanciato verso le banche”.
Ha poi definito ‘foresta pietrificata’ il sistema creditizio italiano, già affetto da problemi gestionali e di governance. Le inefficienze si alimentavano tra loro, producendo incertezza e instabilità, secondo il direttore generale di Bankitalia. Le soluzioni apparivano lontane, di non facile approdo. E poi il resto fa parte delle vicissitudini economiche travagliate degli anni della crisi, fino al 2014, anno in cui l’Italia ha ricominciato a sperare, a lasciare lentamente quel pantano che aveva condotto alla soglia della recessione economica.
Gli esperti nel convegno di Courmayeur hanno messo in rilievo le trasformazioni dell’ordinamento bancario negli ultimi cinque anni, le implicazioni riconducibili all’integrazione europea, che hanno segnato profondamente i ‘distretti’ più peculiari del settore, dunque la vigilanza, la crisi bancaria e la corporate governance.
In Italia il guado è stato attraversato, con tutte le difficoltà e le lotte degli ultimi anni, dove il cittadino è stato tutt’altro che immune, eppure, nonostante i progressi e la maggiore solidità del settore bancario, persistono le incertezze, ci sono ancora margini di esposizione al rischio, e per questa ragione, la vigilanza non deve venire meno.
Così si è espresso al riguardo il direttore generale di Bankitalia:
“Quando si prende un malessere virulento, avendo l’organismo più fragile, si corrono seri rischi: l’Italia li ha corsi. Solo ora ne sta venendo fuori, con tendenze incoraggianti, anche se ancora non decisive”.