CONFERENZA STAMPA DI MARIO DRAGHI A FRANCOFORTE: DICHIARAZIONI IN LINEA CON LE ASPETTATIVE

DI VIRGINIA MURRU
Nessuna dichiarazione a sorpresa nella conferenza stampa del presidente della Bce, Mario Draghi, ha comunicato quello che il mondo dell’Economia e della Finanza si aspettava, in linea anche con le previsioni espresse da un gruppo di analisti consultato in un sondaggio da Bloomberg una decina di giorni fa.
Draghi, con la consueta espressione calma, ha confermato le attese, ossia che le misure di politica monetaria subiranno delle variazioni a partire da gennaio 2018, con una riduzione di acquisti di asset pari alla metà di quello attualmente in corso: 30 mld di euro al mese fino a settembre prossimo.
Non sono le economie dell’area euro che si adeguano alle strategie di politica monetaria decise dal board della Bce, ma al contrario, è la Banca Centrale Europea che prende le sue risoluzioni secondo gli assetti e le esigenze dell’Eurosistema.
E’ naturale che le risposte, in un clima d’interdipendenza, debbano essere quelle più affini alle necessità del sistema, e chi sta al timone di una struttura complessa come la Bce, può scegliere rotte di breve e medio termine, considerate le variabili, i condizionamenti e i riflessi di un fenomeno come la globalizzazione, che rende il contesto internazionale piuttosto volatile, e per questo non si può prescindere.
Ed è una delle ragioni della cautela del Governatore dell’Eurotower, il ruolo della Banca centrale è quello di camminare a fianco delle economie che tutela, come un’ombra discreta, seguirne gli orientamenti, le ascese e soprattutto le scivolate. Draghi ha affermato, nella conferenza tenutasi in data odierna, che l’accomodamento monetario è ancora necessario,  nessuno del resto dubitava del fatto che un intervento d’interruzione drastico non facesse parte della programmazione e delle scelte del board.
Uno dei giornalisti presenti in aula ha chiesto al Presidente se le delibere del Consiglio Direttivo sono state approvate in modo unanime, e Mario Draghi ha risposto che su alcuni temi ‘il consensus’ è stato pieno, su altri l’intesa è avventa a grande maggioranza. Il Consiglio ha concordato sulla necessità di allentare il Qe e di allungare il programma di stimolo monetario, anche in vista di un maggiore controllo sul tasso d’inflazione.
“Il programma di accomodamento monetario – ha spiegato il Presidente della Bce – si rende ancora necessario, sarà portato a 30 mld al mese a partire da gennaio prossimo fino a settembre, ma potrebbe andare oltre ed è suscettibile di variazioni, anche d’essere incrementato qualora il caso ricorresse.”
Si sta dunque in un clima d’attesa, la politica monetaria non convenzionale, ossia quella relativa ai tassi, sarà invariata, i tassi dunque resteranno a 0, mentre un ulteriore rallentamento del Qe, è comunque un buon segno, significa che l’economia europea si è allontanata dai semafori rossi della crisi esplosa nel 2007, una delle più grandi e difficili che siano state affrontate da un secolo a questa parte. Le conferme vengono dai numeri e da tutte le analisi degli specialisti che monitorano l’andamento dell’economia dei singoli Stati e in generale dell’Unione europea.
Draghi ha precisato che le scelte della Bce non possono essere messe in una linea di simmetria con quelle di altre Banche centrali, dato che gli scenari sono diversi, e di conseguenza anche le strategie adottate.
I mercati finanziari intanto hanno espresso ‘apprezzamento’ verso le scelte dell’Eurotower, sì dunque alla stretta del Qe, ma in modo graduale, non traumatico, i mercati del resto reagiscono negativamente alle virate d’impulso che non risultino ponderate per il sistema.
Per questo le Borse europee hanno chiuso in positivo, sono messaggi chiari, risposte senza urti. Invece pare ne abbia risentito il confronto euro/dollaro, sceso, a un’ora di distanza dal discorso di Draghi, a 1,175. Il mese scorso il rapporto più marcato a favore dell’euro, si era superato l’1,20. Lo spread tra Btp e bund tedeschi è sceso a 152 punti base.
“I tassi – ha precisato Mario Draghi – saranno mantenuti bassi anche oltre il programma di acquisto di attività nel mercato”. E ha aggiunto: “Le riforme strutturali devono essere incentivate, per la tenuta del sistema, sono stati creati 7 milioni di posti di lavoro in 4 anni, e questo è dovuto alla ‘forza e tenuta dell’economia’, ma è necessario un consolidamento che offra più sicurezza.”
Uno degli obiettivi del Consiglio Direttivo della Bce, è quello di agganciare il target relativo al tasso d’inflazione, ancora distante da quel sospirato 2% al quale si mira.
Nel suo intervento, Vitor Constancio, il vicepresidente, ha spiegato che sono previsti degli accantonamenti per i Npl, ossia i crediti deteriorati, questo consentirà agli istituti di credito di migliorare la gestione dei finanziamenti, e di bypassare il problema delle sofferenze bancarie.
Terminato il discorso di Mario Draghi, si è dato spazio alle domande dei giornalisti presenti a Francoforte per assistere alla Conferenza stampa.