DI VIRGINIA MURRU
E’ arrivata nei giorni scorsi la fumata bianca del Consiglio dei Ministri per la riconferma dell’incarico di Ignazio Visco a Governatore di Bankitalia, il cui primo mandato è in scadenza il 31 ottobre.
Nonostante l’’ostruzionismo’ esercitato dall’ex premier Matteo Renzi, e i quattro ministri assenti alla riunione di Governo, il Consiglio ha approvato la delibera all’unanimità, riproponendo, tra uno sciame di polemiche, il Governatore uscente.
Si è trattato di una ‘seduta lampo’, durata una ventina di minuti.
Ma i rumors, in questo gioco di veti incrociati, non sono mancati, la riconferma di Visco si è portata dietro un’autentica bufera, la scadenza del mandato peraltro coincide con le imminenti prossime elezioni politiche, non c’era molto tempo per il Governo, si è trattato in primis di considerazioni che mettono al centro la ‘continuità per garantire la stabilità’, in un momento in cui il premier Paolo Gentiloni, è impegnato su diversi fronti, non ultimo i rapporti con le Istituzioni europee, che hanno già chiesto spiegazioni sulla Legge di bilancio 2018.
E poi c’è il giro di boa che attende l’esecutivo con la scadenza della legislatura, ormai alle porte, il clima di campagna elettorale è già iniziato, fervono ‘i preparativi’ per il cambio di guardia a Palazzo Chigi, e ovviamente del Parlamento.
Non c’erano poi molti candidati che presentassero credenziali migliori di Ignazio Visco per ricoprire un ruolo certamente prestigioso, ma piuttosto delicato, ed esposto a tutti i venti della polemica in ambito politico.
Renzi proprio aveva ‘in uggia’ il Governatore, e non ne ha fatto mistero, ha espresso in modo chiaro la sua posizione e le riserve sulla riconferma alla guida di Palazzo Koch.
Alla riunione del Cdm, che doveva esprimersi sulla ricandidatura di Visco, mancava, e non a caso, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Maria Elena Boschi, oltre al ministro della Salute Beatrice Lorenzin, alle Politiche Agricole Maurizio Martina, allo Sport Luca Lotti. Un drappello che, con motivazioni varie, ha giustificato la sua assenza nella particolare circostanza.
Dopo la delibera del Governo, sul candidato idoneo a diventare il prossimo Governatore della Banca d’italia, i dubbi sulla riconferma di Visco sono stati praticamente spazzati via. C’era anche il parere favorevole del Consiglio Superiore della Banca d’Italia, a questo punto Renzi stesso ha capito di non avere alcuna chance sul veto alla nomina, sarebbe stato del resto come giocare con i mulini a vento.
Gentiloni ha esitato a lungo prima di risolversi ad esprimere parere favorevole, ha certamente ascoltato le ragioni di Renzi e dei ministri che hanno optato per una defezione celata da impegni vari, ma poi ha scelto la linea del buon senso. Sull’assenza dei 4 ministri è arrivata puntuale la disapprovazione di Franceschini, Roberta Pinotti, Marco Minniti, Andrea Orlando.
Disappunto seguito al vespaio di reazioni suscitate dalla mozione parlamentare, dove Matteo Renzi non si è esposto, ma la fonte era evidente, visto che esprimeva riserve sull’operato di Visco, sul modo in cui ha gestito le emergenze del sistema bancario, che Renzi, in più di un’occasione, ha definito “gestione disastrosa”.
Chi forse non ha dubitato sulla riconferma del Governatore di Bankitalia, è Mario Draghi, Presidente in carica della Bce, e sponsor convinto di Visco. Sembrava chiaro già il 31 maggio scorso, quando, nel corso della lettura delle ‘Considerazioni finali’ (da parte di Visco), Draghi era seduto in prima fila a Palazzo Coch, tra Mario Monti e Rosy Bindi; non lo si era più visto circolare in Via Nazionale, da quando aveva lasciato la Banca d’italia per la presidenza dell’Eurotower.
In quelle considerazioni finali, del resto c’erano temi scottanti, come i dossier sulle banche venete, il dialogo difficile con le istituzioni europee, Monte dei Paschi di Siena da salvare con intervento pubblico, la Commissione parlamentare d’inchiesta sul credito, il settore bancario in crisi, nonostante Ignazio Visco si ostinasse a definirlo ‘solido’.
I giudizi poco lusinghieri su Visco sono stati tanti, non è stata denigratoria solo la critica mossagli dall’ex premier Renzi, anche Vittorio Feltri è stato drastico e irriverente: ‘Visco piace ai politici perché è un inetto..’
E’ indubbio che una nebbia fitta abbia circondato il comparto bancario italiano, uno dei più colpiti dalla crisi in ambito europeo. Bankitalia non è stata immune da critiche negli ultimi anni, i politici hanno espresso sospetti soprattutto sulla vigilanza che la Banca Centrale avrebbe dovuto esercitare nei confronti degli istituti che sono finiti in default.
Non sono esattamente cieli tersi quelli che attendono Ignazio Visco; tra alcune settimane dovrà affrontare la Commissione d’inchiesta sulle banche, gli esponenti politici che ne fanno parte gli chiederanno conto del suo operato negli ultimi anni, in particolare del ruolo che ha avuto nel crack delle banche venete, di Monte dei Paschi..
Di certo, per ora, c’è che Ignazio Visco, economista, ricoprirà il ruolo di Governatore di Bankitalia per altri 6 anni, era in carica dal 1° novembre del 2011.
Con il decreto di nomina firmato dal Presidente Sergio Mattarella, il rinnovo dell’incarico a Visco è ormai ufficiale. Lo aspettano impegni ‘roventi’, Bankitalia dovrà mostrarsi più convincente davanti al mondo politico, risolvere l’annoso problema dei Npl, emergenza tutt’altro che alle spalle, e il Fondo speculativo americano Cerberus, lo sa bene.
Bankitalia ha sempre rassicurato al riguardo, ma ora ci saranno più obiettivi puntati su Palazzo Koch, e se tutti i mali non vengono per nuocere, scuoterne le fondamenta, con qualche benevolo siluro, non sarà stato propriamente un male, se servirà a portare maggiore efficienza e ad esercitare una più accorta vigilanza sugli istituti di credito. Ignazio Visco, naturalmente, difenderà nelle sedi opportune i suoi 6 anni di mandato, portando davanti alla Commissione banche, quando sarà chiesta la sua audizione, tutta la documentazione necessaria.
Non mancherà di sottolineare i meriti, la riforma delle Popolari, per esempio, scritta proprio tra le mura di Palazzo Koch, oltre al nuovo assetto che assumeranno le Bcc (Banche di Credito Cooperativo), tutte iniziative, comunque, da condividere con l’ex premier Matteo Renzi, che peraltro ne rivendica la ‘paternità’.
Se la strategia di Renzi, in un clima pre-elettorale, era rivolta all’incasso di consensi, il tiro al bersaglio su Bankitalia potrebbe rivelarsi un mezzo boomerang, Ignazio Visco non è personaggio facile da incastrare, troverà il modo di disimpegnarsi dai sospetti e le accuse davanti alla Commissione.
Intanto ci sono buone nuove per i dipendenti della Banca d’Italia, che sono circa 7 mila. Pochi giorni fa il dipartimento risorse umane- divisione e avanzamenti, ha inviato una circolare ad una parte del personale (che svolge ruoli di responsabilità), dove si comunicano i ‘passaggi di livello economico 2017’.
L’avanzamento di livello (nonché trattamento economico), riguarda circa 1.700 dipendenti.