UNA SCELTA DI PRUDENZA LA NOMINA DI JEROME POWELL AL TIMONE DELLA FED

DI VIRGINIA MURRU
La Federal Reserve System ha un nuovo Governatore, Jerome Powell, fresco di nomina (2 novembre), in seguito all’investitura da parte di del Presidente Donald Trump, ora si attende la conferma del Senato.
Era nell’aria che Janet Yellen sarebbe finita fuori scacchiera, l’ha spuntata Powell, che ha sostenuto la sua politica monetaria e la prudenza nella gestione dei tassi, contrariamente ai criteri dinamici dell’altro candidato, John Taylor, che ha sempre ritenuto troppo ‘legata’ la monetary policy della Fed.
Taylor è un accademico molto noto negli ambienti finanziari di tutto il mondo, ma non ha offerto garanzie e idoneità che corrispondessero alle esigenze del momento.
Il nuovo Presidente, già nominato alla Banca Centrale Americana da Obama nel 2012, sostituirà dunque Janet Yellen il prossimo febbraio, data di scadenza del mandato. Trump gli ha dato la fiducia perché lo ritiene ‘intelligente e talentuoso’, in grado di guidare la Fed e le sfide che attendono l’economia Usa nei prossimi anni.
Vicino alle scelte della Yellen, certamente, ma Powell non concorda  sulla questione della ‘deregulation’ finanziaria. Janet Yellen ha sempre messo le mani avanti, sostenendo che la regolamentazione imposta da Barak Obama, tramite le riforme di Wall Street nel 2010, è una garanzia per la stabilità.
L’abolizione delle riforme era però uno dei bersagli di Donald Trump, e infatti alcuni mesi fa, molte delle restrizioni volute dall’ex presidente Usa, sono state eliminate. Ne consegue che soprattutto i grandi istituti di credito saranno meno sottoposti a controlli, avranno così meno pastoie ai piedi. Bank of America, infatti, insieme a Goldman Sachs, a giugno scorso avevano esultato, e non erano le sole. Era in atto una grande crociata dell’alta finanza per agire più liberamente nei loro circuiti.
Yellen ha espresso in più circostanze il dissenso sulla deregulation – che ritiene poco meno di una deriva – anche nel corso del meeting dei banchieri centrali che si è svolto alcuni mesi fa a Jackson Hole, in Wyoming:
“non c’è abbastanza solidità per andare incontro al rischio, non si può essere certi, né escludere altre crisi, in ogni caso le emergenze alle quali ci ha obbligati l’ultima, quella del 2008, dovrebbe essere sufficiente per indurci alla prudenza e alla riflessione, la regolamentazione non si dovrebbe sfiorare..”
Ma negli intendimenti del presidente Usa c’è una Wall Street con poche regole.
Il contrario della politica di regolamentazione in atto in Cina, dove invece, memori delle pessime esperienze nei mercati lo scorso anno, l’establishment sta mettendo in atto una serie di riforme proprio per regolamentarli, insieme al comparto bancario. Anche Mario Draghi, in sintonia con la Yellen, ha messo in guardia Donald Trump dalla deregulation.
Powell è più aperto su alcune misure di controllo, ritiene inoltre che sia venuto il momento di esercitare meno pressioni sugli stress test ai quali la Fed sottopone le banche regolarmente.
Tra le dichiarazioni di Donald Trump, in merito al cambio di guardia alla Banca Centrale, ci sono anche i dovuti riconoscimenti per l’attività svolta dal Presidente uscente:
“Janet Yellen ha svolto un fantastico ruolo all’interno della Fed, i risultati le danno ragione, dato che gli Usa hanno superato la crisi finanziaria, e fatto notevoli passi avanti. C’è più solidità, anche rispetto agli anni che hanno preceduto la grande crisi del 2008.”
Powell è considerato un emblema della continuità, un investimento sul futuro, una sorta di ‘colomba’, in contrapposizione a John Taylor, visto come un falco, per via delle sue strategie finanziarie, non propriamente rivolte alla ponderazione.
Il nuovo inquilino della Fed, originario di Washington, con laurea in Scienze Politiche e in Giurisprudenza, milita nelle fila dei repubblicani moderati, ha 64 anni, e, come si è detto, è già nel board della Fed.
Non ha un dottorato di ricerca in Economia, e questo è forse il solo punto a suo sfavore, visto che gli altri che lo hanno preceduto avevano questo percorso di studi nel loro background. Il nuovo Governatore ha comunque ottime credenziali alle spalle, oltre all’attività di legale, ha fatto parte del gruppo Carlyle (dal 1997 al 2005), uno dei più importanti Fondi d’investimento a livello mondiale. Ha svolto funzioni di sottosegretario al Tesoro durante il mandato di Bush (padre).
E’ in fin dei conti un moderato, e di questi tempi sembra ce ne sia un gran bisogno, i mercati ieri hanno apprezzato la nomina, e ‘ringraziato’ con indici positivi un po’ ovunque.
La riconferma di Powell da parte del Senato non sarà un’incognita, dato che la candidatura era piuttosto gradita ai suoi membri.
Powell rappresenta la continuità della politica monetaria della Federal Reserve, con lui al timone si proseguirà con gli interventi di rialzo (graduale) dei tassi, senza trascurare la riduzione del bilancio, già in corso dal mese di ottobre.