DI VIRGINIA MURRU
Le Borse europee anche stamattina aprono in rosso (poi perdite in parte recuperate) in seguito alla diffusione dell’Indice Ifo (Indice di fiducia delle imprese tedesche), che era atteso in calo (117,1), ma la rilevazione è stata poi inferiore alle previsioni: a febbraio il calo rilevato è stato pari a 115,4 (a gennaio era 117,6).
I mercati finanziari sono molto sensibili all’Indice Ifo perché non di rado anticipa l’andamento della produzione industriale tedesca ed europea, oltre che essere tempestivo.
Gli analisti spiegano che sia le aspettative che i dati reali sono risultati inferiori rispetto alle previsioni del consenso. Al momento attuale i dati si manterrebbero su buoni livelli, nonostante sia da prendere in considerazione il fatto che un euro forte potrebbe incidere sugli equilibri economici raggiunti in Eurozona.
Lampeggia in rosso Piazza Affari, che ha presentato un andamento oscillante, in parte compensato ieri grazie alle buone performance dei listini americani.
Oggi l’Indice Fitse Mib cede lo 0,60% (a 22.500 punti), ma da queste scosse non è esente nemmeno il Dax, che va -1,13%, a seguire l’Indice azionario di Parigi Cac40, in calo dello 0,66%, e il più indicativo indice di Piazza Affari, il Fitse100, che registra -1,14%.
In seguito alla diffusione dei verbali di riunione di gennaio della Fed (i cosiddetti minute), il cambio euro-dollaro si porta a 1,2282; proprio da questi verbali emerge che l’orientamento è quello di proseguire ad alzare i tassi d’interesse. Secondo i mercati questi ‘umori’ della Fed potrebbero andare al di là di quello che è stato dichiarato, ossia la volontà di alzare i tassi in misura superiore agli intenti ufficiali.
Intanto a marzo il rialzo è scontato (già previsto anche dalla Yellen), la propensione ad intervenire più volte nell’anno in corso, deriva dalle prospettive economiche dell’economia americana, i cui dati macro sono più che incoraggianti per seguire una strategia di aumenti. Lo conferma anche l’economista Hirofumi Suzuki, di Mitsui Banking Corporation, nonostante sottolinei che la cautela è d’obbligo e un minimo cambio degli scenari macroeconomici, potrebbe modificare le previsioni della Fed sulla politica monetaria.
Sale, sia pure in modo contenuto, lo spread, che si porta a 133,2 punti, in clima d’attesa per la diffusione dei verbali relativi all’ultima riunione della Bce, dove certamente si sono affrontati topic concernenti la strada intrapresa sulla riduzione di acquisto di asset.
Riguardo alle turbolenze dei mercati, l’analista Fabrizio Brasili, sostiene che “i mercati degli States e quelli europei, stanno raggiungendo una fase ‘mediana’, collocandosi tra i massimi raggiunti a gennaio e i minimi di febbraio”.
Secondo l’analista qualcosa sta cambiando nelle piazze europee e in quella americana, e non è auspicabile che la situazione ritorni stabile, com’era prima delle scosse avvenute nelle ultime settimane. E’ probabile, secondo Brasili, che il ‘sismografo’ registri ulteriori scosse. Il Dow Jones, per esempio, potrebbe configurarsi sui minimi, ossia 22.500 punti intraday.
Lo stesso discorso, secondo l Fabrizio Brasili (analista finanziario), intervistato da Trend on line, è valido per il Dax, atteso in area 10.500/11.000 punti, poiché, spiega Brasili, l’euro forte ha contenuto i rialzi e amplificato i ribassi.
In calo anche le Borse asiatiche e del Pacifico, anche qui la situazione di stallo è dovuta in gran parte all’attesa relativa alle mosse della Fed riguardo i tassi. L’aumento dei tassi da parte della Federal Reserve, condiziona il cambio col dollaro e l’export/import. Realtà che non possono certo lasciare indifferenti i mercati.