DI VIRGINIA MURRU
Trovato un accordo all’alba di oggi tra Confindustria e Sindacati su un nuovo modello contrattuale e relazioni industriali. Le parti sociali ci lavoravano da oltre un anno. Si legge in un tweet di Cgil Nazionale:
“Trovato in nottata l’accordo tra Cgil, Cisl e Uil e Confindustria in merito ai contenuti e agli indirizzi delle relazioni industriali e della contrattazione collettiva. Per l’ok definitivo, la parola passa adesso agli organismi delle rispettive organizzazioni”.
Un accordo importante per i rapporti tra imprese e sindacati, l’intesa sarà firmata venerdì 9 marzo dal Presidente della Confindustria, Vincenzo Boccia, e dai Segretari generali delle tre confederazioni sindacali: Annamaria Furlan (Cisl), Susanna Camusso (Cgil) e Carmelo Barbagallo (Uil), previa approvazione degli organismi delle tre organizzazioni.
I firmatari dell’accordo spiegano che il documento conclusivo “rilancia il valore delle relazioni industriali”. Il testo prende avvio dalla conferma dei due livelli di contrattazione, il primo è nazionale, il secondo aziendale-territoriale. Vengono precisati, inoltre, i criteri di calcolo degli aumenti salariali, il Tec e il Tem, ossia, rispettivamente, Trattamento economico complessivo e Trattamento economico minimo.
Tra gli accordi scaturiti da un positivo dialogo tra le parti sociali, la definizione, per la prima volta, “della misurazione della rappresentatività anche per le imprese”.
Si legge in un comunicato stampa congiunto (diffuso stamattina), da Confindustria e sindacati:
“Si è concluso, questa notte, il confronto tra Cgil, Cisl, Uil e Confindustria in merito ai contenuti e agli indirizzi delle relazioni industriali e della contrattazione collettiva.
Il documento conclusivo rilancia il valore delle relazioni industriali. Il testo è stato condiviso dai tre Segretari generali di Cgil, Cisl, Uil e dal Presidente di Confindustria e sarà sottoposto, nei prossimi giorni, alla valutazione degli organismi delle tre Organizzazioni sindacali.
L’accordo sarà firmato al termine di questa verifica nel pomeriggio del 9 marzo”.
Soddisfatta la Confindustria e i segretari generali delle tre organizzazioni sindacali presenti, secondo la Cisl l’accordo è in sintesi un piano di sviluppo per il sistema-paese.
Si tratta di un nuovo modello di relazioni industriali basate su criteri di stabilità e partecipazione, che si prefigge il fine d’incrementare la produttività, con più salari e una migliore specializzazione del lavoro (formazione).
Emerge da questo dialogo tra le parti sociali un maggiore senso di responsabilità verso il Paese, nonché l’intento di supportare e aiutare l’economia a svincolarsi definitivamente dalla morsa della crisi per continuare a crescere.
Dichiara la segretaria della Cisl, Annamaria Furlan: “La soddisfazione per i risultati raggiunti deriva dal fatto che si danno risposte più chiare ai bisogni delle persone, ma risponde altresì alle esigenze di competitività e qualità del lavoro, dei quali il Paese avverte un grande bisogno.”
Secondo Furlan, gli effetti di questo accordo si riscontreranno nel rafforzamento della contrattazione, aspetto molto importante, che mira a rendere più congrui i salari dei lavoratori e a mettere in definitiva al centro del dibattito pubblico finalmente il lavoro.
Dietro le quinde di questo accordo c’è un anno e mezzo di incontri, di dialogo e confronto tra sindacati e Confindustria, ma in fin dei conti ne è valsa la pena, se la qualità del lavoro e i salari miglioreranno, con punti d’intesa davvero innovativi. Il fine, del resto, secondo gli intendimenti dei sindacati, era quello di “rilanciare la centralita’ della dignita’ del lavoro nel nostro Paese.
Conclude la Segretaria della Cisl, Annamaria Furlan:
“Questa notte abbiamo siglato la sintesi, dopo diche’ ognuno di noi portera’ l’accordo al vaglio dei propri organismi. Ci siamo presi qualche giorno per la firma ufficiale”.