DI VIRGINIA MURRU
Altro monito della Commissione europea all’Italia: “E’ necessario attenersi ai target di bilancio, e nel contempo ridurre deficit e debito pubblico”.
Un sermone che purtroppo è diventata intercalare fissa nei rapporti tra l’Italia e la Commissione europea, mai convinta, quest’ultima, che i conti pubblici del nostro paese rispettino i parametri. Per questo il vice presidente Dombrovskis, regolarmente, tiene a ricordare che i ‘deragliamenti’ nei conti ci sono ed è necessario rispettare le regole. Pungolate quasi mai condivise, per la verità, dal governo italiano, in particolare dal ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan.
La Commissione europea insiste sugli interventi strutturali da attuare nel budget, miglioramenti che sono del tenore dello 0,3% del Pil. Le correzioni sui conti pubblici non possono prescindere dalla riduzione del deficit e del debito, il rispetto dei target in materia sono vincolanti.
Secondo la Commissione, infatti, si tratta di passi decisivi e dovuti, diretti a mettere ordine nel bilancio con interventi incisivi, e non approssimazioni.
Bruxelles riconosce i notevoli passi avanti compiuti dal Paese negli ultimi anni in termini di crescita economica, ma esiste la voragine dei conti che deve nostro malgrado confrontarsi con lo standard degli altri paesi, più disciplinati nei confronti dei parametri fissati dal Trattato di Maastricht.
Dombrovskis fa sentire la sua voce tramite un’intervista rilasciata al Tg5, in occasione della sua partecipazione al Workshop Ambrosetti, che si è tenuto come di consueto a Villa d’Este, con una vasta rappresentanza del mondo economico e politico. All’apertura dei lavori della ventinovesima edizione (sessione intitolata “Lo scenario dell’Economia e della Finanza”), Valerio de Molli (managing partner e Amministratore Delegato di ‘The European House-Ambrosetti), ha introdotto il meeting con queste eloquenti parole:
“Crescita e debito: ossimoro o sfida impossibile? Come crescere malgrado la zavorra pesante del debito pubblico”.
Il ‘pulpito’ è tra i più prestigiosi a livello internazionale, “The European House-Ambrosetti” è stata riconfermata, per il 5° anno consecutivo, il primo Think-Tank privato italiano (“nella top 10 europea e tra i primi 100 indipendenti su quasi 7mila censiti sul piano globale). Il riconoscimento viene da un’Autorità internazionale indiscussa, che vigila in questo ambito: The University of Pennsylvania.
Ci si può muovere dunque in termini di crescita, nonostante il debito pubblico sembri inamovibile alla stregua di una montagna, eppure si potrebbero mettere in qualche modo le ruote a questa montagna. Ma in definitiva non è quello che il governo uscente ha fatto per quasi quattro anni?
I nodi restano comunque, e si portano al seguito le poco edificanti richieste di conformità e ‘compliance’ esatte regolarmente dall’Ue, e mai veramente soddisfatte, secondo la Commissione.
Se il governo, com’è probabile, fosse formato dai partiti di destra, è già certa l’insofferenza verso le richieste di Bruxelles, euroscettici quali sono sempre stati. Le relazioni con le autorità dell’Unione potrebbero col tempo risentirne, creando disagi e complicazioni, che davvero non mancano al Paese. Il leader della destra, Matteo Salvini, ha già sbottato al riguardo. Risponde alla maniera di Trump, il rappresentante della Lega Nord: ‘prima viene il benessere degli italiani, poi le regole europee’.
Un governo, quello italiano, ancora tutto da decidere e formare, ancorato a prese di posizione, arretramenti e orgogli, che in questo momento non servono a risolvere le questioni più urgenti. Intanto Gentiloni ha rimandato la pubblicazione del Def, mentre il Presidente Mattarella cerca di rendere più agevole la strada delle intese, così piene di ostacoli che non ne facilitano il transito.
Da Bruxelles. Intanto, fanno sapere che le valutazioni sugli interventi richiesti al governo saranno fatte tra qualche mese. Dichiara Dombrovskis:
“Il governo uscente presenterà il Def basato su uno scenario politico immutato, mentre spetta al nuovo esecutivo avviare un nuovo approccio”.