DI VIRGINIA MURRU
La Commissione europea, ancora una volta, mette in rilievo il fatto che l’Italia resta in coda, tra i Paesi membri dell’Ue, in termini di crescita, che risulta essere la meno brillante tra i 28, con performance simili a quelle del Regno Unito.
Le due nazioni infatti, nel 2018, cresceranno dell’1,5% (Pil), mentre nel 2019 è prevista una flessione pari allo 0,3%, ossia il Pil viaggerà a +1,2%. Le ultime stime sul Pil risalgono al febbraio scorso.
Sono dati che emergono dalle “Previsioni economiche di primavera”, e, come di consueto non si tratta di un rendiconto lusinghiero. Le repliche del Mef sono anch’esse arrivate puntuali.
A monte vi sono ragioni d’incertezza politica – anche se a Bruxelles, per il momento, preferiscono non esprimersi sulla situazione politica italiana: “No comment” – è la risposta diplomatica della Commissione europea e del Commissario agli Affari Economici Pierre Moscovici. “Se l’instabilità continuasse, comunque – afferma Moscovici – causerebbe volatilità nei mercati e conseguenze sui premi di rischio, noi speriamo che l’italia resti al centro dell’Eurozona.”
E aggiunge:
“L’Italia, nel 2018, ha fatto sforzi strutturali pari a zero, sono le deduzioni che emergono dalla previsioni della Commissione, e potrebbero al riguardo esserci naturali conclusioni per quel che concerne la sorveglianza dei conti, ma per questo si rimanda al 23 maggio, al “pacchetto di primavera”.
Portate tuttavia al ribasso, con le previsioni di primavera, le stime su deficit e debito.
Non concorda il Ministero dell’Economia, secondo il quale, la valutazione complessiva dei conti riguardanti il 2018, potrà essere apprezzata il prossimo anno in questo periodo, e rifletterà, secondo il ministro dell’Economia, la procedura in regola con le richieste dell’Ue.
Peraltro, il deficit strutturale, non presenterebbe variazioni tra il 2017 e il 2018, in base alle stesse stime di Bruxelles, mentre il Governo italiano ha rilevato una riduzione pari ad un decimo di punto percentuale nel corrente anno, riflesso di un saldo 2017 rivelatosi migliore delle previsioni precedenti.
Sostanzialmente vengono confermate le stime di crescita per l’anno in corso e il 2019, ma la Commissione non manca di sottolineare che esistono rischi al ribasso per l’outlook dell’italia.
Visti in crescita (nel 2018), i consumi interni, delle famiglie, in sintonia con “il moderato outlook di salari e occupazione”; un valido sostegno agli investimenti in macchinari, dovrebbe provenire dalle favorevoli condizioni di finanziamento e dagli incentivi fiscali. Nel 2018, dalla bilancia commerciale, non dovrebbe provenire alcuno stimolo alla crescita, conseguenza diretta dell’aumento previsto delle importazioni legate agli investimenti. La forza dell’euro dovrebbe invece causare una flessione nella crescita dell’export.
Secondo Bruxelles, in conclusione, “l’Italia dovrebbe continuare sulla via della crescita, oltre il potenziale, ma risentirà della domanda globale che darà meno supporto, e della chiusura dell’output gap (ossia, per quel che riguarda il Pil, la differenza tra quello effettivo e il potenziale).