ALLARME SUI COSTI DEI CONTI CORRENTI: +60% RISPETTO A GENNAIO

DI VIRGINIA MURRU
Risparmiare costa sempre di più, l’allarme viene dall’ultimo osservatorio di SosTariffe.it, il quale mette in rapporto e analizza i costi sostenuti dai titolari di Conti correnti, che affidano i propri risparmi ad un istituto di credito.
L’analisi e la comparazione delle tariffe sono in continuo aggiornamento, grazie ad un team di esperti che lavorano per Sos Tariffe (il sito è stato insignito del riconoscimento “Sito Web dell’anno 2015”) i quali confrontano i dati in modo indipendente.
Fineco, Cariparma, Unipol Banca, Webank, CheBanca, Hello Bank, sono solo alcune delle banche i cui costi vengono continuamente monitorati e, cosa non trascurabile, per il risparmiatore che volesse avere un’idea chiara sulla gestione più conveniente del suo risparmio, Sos Tariffe offre un servizio gratuito, consentendo di comparare le diverse offerte disponibili sul mercato, tenendo conto in particolare delle esigenze stesse di coloro che si avvicinano pieni di dubbi al mondo del risparmio e ad un istituto di credito.
Il Conto Deposito orienta sul rendimento dei propri risparmi, attraverso il comparatore di Sos Tariffe. Ma il servizio di comparazione costi è disponibile anche per chi ha esigenze di un certo numero di movimenti bancari, quali Bonifici e Prelievi; orienta verso le offerte di conti correnti a Zero spese, Operazioni Incluse, Senza imposta di bollo, Conto Online ecc. Tutto questo tramite una tabella chiara, consultabile proprio per avere una proiezione diretta dei costi stabiliti dalle Banche messe a confronto.
I profili pertanto sono diversi: Conto Giovani, Conto Minori, Conto Famiglie, Conto Pensionati ed altre tipologie rispondenti agli interessi e alla condizione specifica del richiedente.
Attraverso l’osservatorio di Sos Tariffe, dunque, si può constatare che affidare i propri risparmi in forma di assegno o in contanti allo sportello di una banca, costa attualmente fino al 60% in più rispetto ai primi mesi dell’anno.
Si tratta di costi che schizzano in alto allorché si considerano le banche online, quelle che sul territorio italiano hanno poche filiali. Ma gestire il risparmio è diventato oneroso anche nelle banche presenti ovunque sul territorio delle diverse regioni; incide soprattutto il costo relativo alle commissioni sui bonifici, con un rincaro dell’11%. Una nota positiva, tra le tante dolenti: mentre a gennaio la banca caricava 3 euro per l’accredito dello stipendio, ora l’operazione è gratuita.
E tuttavia il prelievo allo sportello, secondo i dati di Sos Tariffe, ha un costo pari al 48% in più, così come aumenta il canone per la carta di credito. Un altro ‘morso’ ai risparmi viene dal versante dei prelevamenti con bancomat, tramite gli sportelli di un altro istituto di credito, si tratta del 19% in più.
Aumentano in generale le operazioni richieste in filiale, e i servizi accessori al conto. Come già si è accennato, si è verificato un balzo dei costi riguardanti la gestione del risparmio sulle Banche Online, il 60% in più rappresenta un autentico allarme nell’ambito del settore bancario, e pesa soprattutto sui versamenti di assegni e contanti.
Da circa 50 centesimi si è passati alla soglia di 1 euro. Non si parli poi del prelievo di contanti allo sportello, siamo a poco meno in termini di rincari, ma si tratta comunque di costi pesanti per il risparmiatore.
Secondo l’analisi di questi dati, i tempi si presentano ancora più difficili per chi affida il frutto dei propri risparmi ad un istituto di credito, che deve pure fare i conti con un certo margine di rischio, vista l’esperienza di coloro che hanno affidato le loro risorse a istituti che, sul piano della solidità, non sono “infallibili”.
A togliere la pace infine arrivano i messaggi più o meno eloquenti del ministro degli Interni, il quale sostiene che nel caso le iniziative del Governo non dovessero volgere per il meglio “gli italiani ci darebbero generosamente una mano..”
Non occorre poi tanto acume per concludere che i tempi viaggiano su prospettive di grande incertezza, e che nessun risparmiatore, oggi, può ritenere le risorse affidate ad un istituto di credito al sicuro; insomma, all’insidia del bail-in si aggiunge anche lo spettro del default dello Stato.