BUNDESBANK: IL 20% DEI RISPOARMI DEGLI ITALIANI PER RISOLVERE IL PROBLEMA DEL DEBITO PUBBLICO

DI VIRGINIA MURRU
E’ stato il quotidiano tedesco Frankfurt Allgemeine Zeitung a darne notizia, con tutte le riserve del caso, precisando che l’opinione dell’economista tedesco Karsten Wendorff sarebbe “personale”, non una crociata dei tedeschi, che comunque non si sentono propriamente al sicuro, con un Paese che presenta turbolenze in ambito economico poco rassicuranti, e sta facendo troppo rumore nei mercati finanziari.
Insomma, la proposta di tartassare gli italiani e i propri risparmi, viene da una personalità piuttosto autorevole, attento a proteggere la Germania da possibili insidie esterne, soprattutto in area euro. E l’Italia è sempre stata vista più o meno alla stregua di una scheggia impazzita che potrebbe colpire tutta l’area; del resto le recenti vicissitudini dello spread purtroppo gli danno ragione, quanto a timori di contagio in Eurozona.
Nello specifico, che cosa propone Wendorff? Un prelievo forzoso del 20% dei risparmi degli italiani da convertire in acquisto di bond, ossia un piano di salvataggio sulla falsariga del “bail-in”, solo che questa volta non si tratta di salvare una banca dal rischio di default, ma uno Stato. Una strategia alquanto barbara, quasi una provocazione. Se avesse fatto, per pura ipotesi, una proposta del genere ai tedeschi, siamo sicuri che questi non avessero imprecato come turchi di fronte ad una simile prospettiva?
Non che il vicepremier Matteo Salvini, non ci abbia già messo il naso su un’evenienza di questo tipo, lo ha dichiarato proprio qualche settimane fa, sostenendo che la manovra non è a rischio di copertura e “gli italiani, qualora i rivolgimenti fossero i peggiori, essendo un popolo di risparmiatori, sarebbero generosi..” Forse sottovaluta quello che significa risparmio in Italia, per una famiglia: quasi sempre uno slalom di strategie quotidiane volte ad assicurare il futuro dei figli, e certo vedersi insidiare anche questo, dopo il rigore del fisco, sarebbe inaccettabile.
Aiutare lo Stato nel ruolo di contribuente, richiede già penalizzazioni non di poco conto; gli italiani lavorano per il fisco, nel corso dell’anno, fino a giugno (gli americani fino ad aprile), la sospirata ‘liberazione fiscale’ o ‘tax freedom day’, arriva proprio il 2 giugno. Ora attingere al 20% del patrimonio netto, per riparare gli errori di una politica economica scellerata da decenni, non sarebbe la migliore delle aspirazioni, com’è ovvio concludere.
Ma ai tedeschi non importa molto delle vicissitudini degli italiani, lo spread in Italia è diventato poco meno di una mina vagante, e per fermarne i continui balzi, la ricetta è quella trita e ritrita: ridurre l’incidenza del debito pubblico. Ora si propone di farlo attraverso una patrimoniale del 20%, con prelievi forzosi nei conti correnti al fine di contribuire “solidalmente”, tramite un Fondo ad hoc, alla sottoscrizione di titoli di stato solidali, appunto.
Tutto questo affinché si eviti il rischio di coinvolgere i paesi membri dell’Ue, in particolare quelli dell’Eurozona. Il contrario di quello che vorrebbe attuare il ministro per gli Affari europei Paolo Savona, che invece esigerebbe interventi di sostegno dall’Ue, per risolvere l’annoso problema del debito pubblico.
Il debito pubblico non sarebbe così azzerato, ma dimezzato, e se una simile mannaia cadesse sui risparmi degli italiani, certamente sarebbe provvidenziale per il debito-mostro che questo Paese si porta avanti da mezzo secolo, ma un tale sacrificio sancirebbe la fine del Governo che si accingesse a mettere in pratica la proposta.
Intanto, Bloomberg, bolla il piano dell’economista tedesco come radicale, qualora fosse applicato si rifletterebbe sui consumi delle famiglie, e di conseguenza sull’andamento dell’economia. Sarebbe veramente un’iniziativa ad altissimo rischio. Possibile che queste considerazioni sfuggano ad un economista del calibro di Wendorff? Si tratta di un pezzo da novanta della Bundesbank, responsabile per il dipartimento delle finanze pubbliche, uno degli economisti più quotati nella Banca centrale tedesca.
Tuttavia nel quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine, è stato piuttosto chiaro: l’Italia non può chiedere di attingere da un Fondo europeo per l’acquisto di titoli di Stato, a spese dei cittadini dell’Unione (ricorrendo all’ European stability mechanism (Esm), ma dovrebbe istituire un Fondo “Salva Italia” nel Paese, che acquisterebbe bond, trovando così la soluzione al problema all’interno dei confini della Nazione. In spiccioli: saldatevi i vostri debiti, e lasciateci in pace..
La Bundesbank, per evitare di suscitare un putiferio – il governo italiano non perdona di questi tempi – ha precisato che si tratta di opinioni espresse da Wendorff, e che la Banca centrale non c’entra.