DI VIRGINIA MURRU
Lufthansa non vuole proprio saperne d’intrecciare rapporti di partnership con Alitalia, perché esiste un ‘terzo incomodo’, il governo italiano, che di questi tempi non gode di molta credibilità all’estero, se ne diffida anzi parecchio. Questa è la ragione della rinuncia della compagnia tedesca, che fa sapere di chiudere ogni accordo e possibile investimento qualora si abbia a che fare poi con lo Stato italiano. Accetterebbe in futuro, nel caso in cui la ex compagnia di bandiera si svincolasse dalle redini dello Stato, una partnership di carattere commerciale, allorché si supererà questa fase di transizione, con nuove premesse e un solido risanamento.
In sostanza, Lufthansa, non intende rischiare nel pur ambizioso piano di rilancio promosso dai due schieramenti politici di M5S e Lega, ci sarebbe da considerare la partnership con FS, azienda di trasporti pubblica, e proprio per questo rappresenta per i tedeschi uno scoglio che non si vuole affrontare. Lo dice a chiare lettere il Ceo della compagnia Carsten Spohr, precisando che Lufthansa potrebbe ancora farsi avanti quando Alitalia sarà completamente ristrutturata.
Tutti gli sforzi del vicepremier Di Maio, ministro anche dello Sviluppo Economico, non hanno sortito risultati. Si è fatta avanti, com’è noto, FS, tramite il nuovo Ceo Gianfranco Battisti, ma è stata posta una condizione: deve esserci con Alitalia un altro partner, ovvero un vettore estero, e si dovrebbe fare presto, prima che lo Stato sia costretto a foraggiare ancora una volta la compagnia.
Insomma una storia ricca di rivolgimenti, quasi sempre negativi, visto che negli ultimi dieci anni l’azienda è andata in bancarotta tre volte, macinando finanziamenti che regolarmente si sono volatilizzati, senza riuscire a trovare una rotta veramente in grado di portarla oltre la fitta nebbia degli ultimi decenni.
Intanto, i Commissari straordinari, quando ormai stavano per scadere i termini per le offerte, hanno fatto sapere che è giunta una manifestazione d’interesse non vincolante e due offerte vincolanti. Ora è necessario mettere al vaglio le proposte, e valutare attentamente prima di giungere ad una risoluzione che metta fine ad una condizione di perenne stand-by.
Sarà successivamente il vicepremier Di Maio a valutare la scelta dei Commissari; tra le offerte presentate c’è quella vincolante di FS (vincolata ad un piano industriale), controllata al 100% dallo Stato. L’interesse del colosso pubblico dei trasporti sarebbe interessato ad alcune ‘parti’ di Alitalia, ossia Alitalia-Sai e Cityliner, le condizioni che sono state poste, come già accennato, è la presenza di un partner del settore. Verificate queste premesse, FS procederebbe quindi alla costituzione di una società, in compartecipazione con il vettore aereo.
La seconda offerta vincolante viene da Delta.
Altra offerta è arrivata da EasyJet, la quale tuttavia precisa che la sua manifestazione di interesse (non vincolante) è rivolta ad un’azienda ristrutturata e risanata, e segue la linea strategica della compagnia low cost inglese nei confronti dell’Italia.