PIAZZA AFFARI VIAGGIA PIU’ LEGGERA, RIENTRA LO SPREAD DI 50 PUNTI IN UNA SETTIMANA

DI VIRGINIA MURRU

 

La settimana in borsa è cominciata bene,  s’intravedono diversi segnali luminosi che fanno ben sperare sulla fitta cappa di nebbia che ha oppresso negli ultimi mesi l’andamento dell’economia italiana; non si tratta propriamente di un miracolo inspiegabile, le ragioni ci sono. L’ottusa intransigenza manifestata dal Governo sulle previsioni inerenti il documento programmatico di Bilancio – oggetto del contendere con la Commissione europea – è stata ridimensionata, costretta a venire ‘a patti’, onde evitare conseguenze peggiori di quelle sentenziate dai mercati finanziari nel volgere di 5 mesi.

Ieri, intanto, Piazza Affari ha chiuso le contrattazioni con un incoraggiante +2,7%; i titoli bancari che hanno cambiato decisamente rotta in positivo, mentre lo spread si è fermato in serata a 290, una cinquantina di punti in meno rispetto ai  massimi di una settimana fa. Oggi la borsa in apertura di seduta, e verso metà giornata, continua in positivo,  perde ancora qualche punto  anche lo spread. Insomma c’è al  momento un’atmosfera migliore, e non resta che sperare nella chiusura di un capitolo veramente amaro per le finanze italiane, che non si sarebbero potute permettere a lungo le conseguenze causate dal costante aumento del differenziale di rendimento tra i decennali italiani  e quelli tedeschi.

Il dialogo con le autorità di Bruxelles, la disponibilità alla ‘revisione’ di alcuni punti della manovra – così com’è ritenuta inaccettabile dall’Ue – ha riaperto il fronte degli accordi, al quale sono seguite dichiarazioni incoraggianti e meno ostili da parte del presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker, del suo vice Dombrovsks, e del Commissario agli Affari Economici e Monetari, Pierre Moscovici. Quest’ultimo ha definitivamente aperto la strada ad un percorso di ‘conciliazione’, sostenendo di essere contrario per principio alle sanzioni:

“Cerchiamo soluzioni sul bilancio dell’Italia – ha dichiarato a Parigi nel corso di una conferenza stampa – senza negare che le cause delle tensioni sono state un problema per l’Unione europea. Ma non ritengo che intervenire con penalità in questo momento delicato sia opportuno, le sanzioni sono un fallimento a prescindere, meglio sarebbe scegliere la flessibilità. La Commissione lascia la porta aperta al governo di Roma, miriamo ad evitare ulteriori conflitti, nell’interesse del popolo italiano e per il ruolo che il Paese svolge in area euro.” E aggiunge:

“Insieme alle  tensioni causate dalla Brexit e dai conflitti commerciali in atto, la manovra italiana ha contribuito a portare incertezza nell’Unione europea. Auspichiamo interventi incisivi da parte del governo, i rilievi sulla manovra al momento non hanno avuto tuttavia una risposta convincente, persiste la preoccupazione per le imprese, i risparmiatori e cittadini in generale; un debito al 130% del Pil è un forte deterrente per lo sviluppo e un rischio che non si può sottovalutare. Dall’incontro del premier Giuseppe Conte e del ministro Giovanni Tria con il presidente della Commissione, sono emerse buone prospettive sul dialogo, si deve proseguire su queste premesse.”

Incoraggiano le concessioni sullo slittamento delle misure relative al reddito di cittadinanza, e ora ci sono anche le dichiarazioni del vicepremier Matteo Salvini, disposto a ridurre la platea della ‘quota 100’, oltre a rinviarne di un mese l’avvio, partirà infatti a febbraio, non più a gennaio, come era stato previsto.

Un altro spiraglio di luce proviene dalla Bce. Secondo l’Agenzia Reuters, che riporta uno studio degli analisti di Barclays, la Bce avrebbe annunciato in ritardo un nuovo ciclo di Tltro (Targeted long term rifinancing operation), si tratta di operazioni di finanziamento a più lungo termine, che permettono e favoriscono il passaggio dei prestiti bancari all’economia reale. Il processo Tltro, infatti, prevede un’asta attraverso la quale si erogano prestiti quadriennali alle banche dell’area euro, il cui rendimento è di poco al di sotto del tasso di riferimento.

Reuters, in un articolo pubblicato ieri, precisa che, qualora la Bce ritardasse l’annuncio di un terzo ciclo di operazioni di rifinanziamento a lungo termine, passando ai primi mesi del prossimo anno, l’efficacia potenziale sarebbe sostanzialmente ridotta. Questi sono i risultati delle ricerche di Barclays Research, diffuso proprio ieri. Secondo le risultanze della ricerca, l’Eurotower potrebbe annunciare in sede di Consiglio di Politica Monetaria (il 13 dicembre prossimo), l’intento di attivare una nuova serie di Tltro, pubblicando tuttavia più avanti i particolari tecnici degli interventi.

Con queste strategie sui tempi, secondo gli studi condotti da Barclays, gli istituti di credito sarebbero in grado di contenere l’incertezza tramite la programmazione dei criteri (e condizioni) di finanziamento per il biennio 2019/20. Se venisse a mancare la nuova serie Tltro, secondo la ricerca, si assisterebbe ad un rialzo dei tassi sui prestiti al settore privato, e ad una riduzione della disponibilità di credito, il che accentuerebbe le criticità derivanti dalla sospensione del Quantitative Easing, e dei tassi negativi. Considerando anche la fase di “rischi macroeconomici crescenti” – sempre secondo i risultati della ricerca Barclays.

Gli istituti di credito che hanno in portafoglio un notevole volume di titoli di Stato, vivono vicende alterne, a seconda delle risposte dei mercati nei confronti della credibilità o meno dell’economia italiana. Tra ieri e oggi certamente si è assistito ad un rivolgimento per quel che concerne i risultati in borsa.