DI VIRGINIA MURRU
La soluzione sembrava a portata di mano, o almeno si stava percorrendo la strada del compromesso, con cedimenti da entrambe le parti in causa. Le ultime dichiarazioni di Pierre Moscovici, Commissario agli Affari monetari dell’Ue, non sono purtroppo ‘liberatorie’ per l’Italia, proprio stamani ha infatti affermato che la valutazione sulle proposte del Governo italiano, non sono propriamente positive: “non bastano gli sforzi compiuti sul rapporto deficit/Pil, è necessario intervenire ancora.”
Una doccia fredda, e l’ennesima umiliazione per questa manovra che ha seguito un percorso tormentato come non mai.
Il premier Giuseppe Conte, da Bruxelles, dichiarava ieri che il rapporto deficit/Pil sarebbe sceso dal fatidico 2,4% a 2,04%, e non si sarebbero tradite le aspettative degli italiani, ossia quei ‘capitoli’ di spesa che costituivano la premessa per portare avanti il programma di politica economica del governo.
Promesse elettorali alle quali non s’intendeva venire meno, a costo di affrontare le sanzioni che l’Ue avrebbe potuto infliggere all’Italia, le cui finanze sono già alquanto dissestate. I due vicepremier, Matteo Salvini e Luigi Di Maio sono sempre stati inflessibili al riguardo.
Reddito e pensioni di cittadinanza, pensioni “quota 100”, dovevano pertanto essere salvi, anche se, com’è noto, i tempi dell’entrata in vigore slitteranno slitteranno comunque di qualche mese, se si riuscisse a tenere integri i due provvedimenti. Intanto, il dialogo ha prodotto certo buone prospettive di base, ma Bruxelles non si accontenta di questa disponibilità a cambiare i cardini della manovra, occorrono interventi sostanziali.
Con la nuova frustata del Commissario Moscovici, la manovra dovrà passare ancora sotto i cingoli di altre revisioni, questa volta veramente dolorose, se s’intende evitare la procedura d’infrazione. Non è detto insomma che le garanzie sul reddito di cittadinanza e ‘quota cento’, restino tali.
Peccato perché i mercati avevano recepito le condizioni della svolta nei rapporti tra il Governo italiano e Bruxelles come una soluzione dietro l’angolo, e il differenziale è sceso quindi di quasi 100 punti base rispetto a due/tre settimane fa.
La Commissione europea si era riservata di esaminare le proposte italiane, il confronto proseguirà comunque nei prossimi giorni. All’incontro con i rappresentanti della Commisione: Jean-Claude Juncker, Pierre Moscovici e il vicepresidente Dombrovskis, era presente insieme al premier Conte anche il ministro dell’Economia Giovanni Tria.
Sull’esito del confronto, dichiarava il premier:
“Abbiamo portato davanti alla Commissione proposte ragionevoli sulla legge di Bilancio, e illustrato in dettaglio il nostro programma. Non tradiremo la fiducia degli italiani, gli impegni saranno rispettati, sia per quel che riguarda ‘quota 100’ che il reddito di cittadinanza, con relativa platea. Il saldo finale è stato modificato a 2,04%”.
“Sul tavolo abbiamo lasciato proposte serie – prosegue il premier – ora speriamo che i negoziati si concludano il più presto possibile e in modo positivo, vogliamo rispettare i tempi delle riforme che presentano il maggiore impatto sociale. Andremo avanti con maggiore determinazione.”
La strada sembrava dunque più agevole, Conte e Tria del resto, con la propensione alla distensione e al dialogo, erano le persone più idonee a condurre la trattativa. Conte ha anche affermato nelle sue dichiarazioni, che la Commissione ha ritenuto significative la proposte del Governo italiano. Ma a quanto pare non basta
Il premier aveva anche confermato i buoni risultati dell’incontro in un tweet:
“Abbiamo anticipato la nostra proposta a Bruxelles: il rapporto deficit/PIL a 2.04. Non tradiamo la fiducia degli italiani e rispettiamo gli impegni presi: quota 100 e reddito di cittadinanza non si toccano. La trattativa con la UE prosegue, andiamo avanti con forte determinazione.”
Ancora una strada piena di chiodi sul percorso di questa manovra, in attesa di ulteriori sviluppi, che si spera mettano la parola fine a questo iter accidentato, che altro non ha fatto se non creare instabilità e incertezze.