DI VIRGINIA MURRU
Entra in azione il programma di politica economica sociale con due provvedimenti che sono stati i vessilli della campagna elettorale dell’attuale coalizione di governo, ossia la cosiddetta ‘quota 100’ e il reddito di cittadinanza.
Secondo le dichiarazioni dello stesso vicepremier Luigi Di Maio, il decreto legge è stato approvato in circa venti minuti, il che presuppone il fatto che le idee fossero già chiare, ma del resto le due misure sono state oggetto di dibattiti politici intensi già all’indomani dell’investitura dell’attuale coalizione politica.
A fine riunione c’è stata una conferenza stampa, nella quale il premier Giuseppe Conte e i due vicepremier hanno rilasciato dichiarazioni che aprono alla fiducia e all’ottimismo. Con la consueta pacatezza, così ha commentato il presidente del Consiglio:
“l’approvazione delle due misure – definite da Luigi Di Maio centrali nel programma di governo – è una tappa fondamentale per il governo, non si tratta semplicemente di realizzare le promesse della campagna elettorale, in modo un po’ improvvido, ma è un preciso progetto del programma di politica economica sociale del quale il governo è fiero.” “I furbi non si facciano illusioni – ha aggiunto poi – verranno puniti.”
Intanto la platea dei beneficiari relativa al reddito di cittadinanza sarà costituita da 1,32 milioni di nuclei familiari, dei quali 164mila stranieri, i dettagli sono nella relazione tecnica dell’ultima bozza del decreto. Tra i 164mila stranieri, tuttavia, 92 mila non potranno accedere al reddito, se non “lungosoggiornanti”, e non residenti da almeno 10 anni nel territorio italiano. Secondo una tabella riportata nella relazione, i nuclei di soli stranieri sarebbero 256mila.
Toni soddisfatti anche da parte del vicepremier Matteo Salvini, il quale, dopo avere riassunto in pochi punti le caratteristiche di ‘quota 100’, ha concluso:
“Quota 100 non prevede nessuna penalizzazione e nessun taglio, saranno tutelati i lavoratori delle forze dell’ordine, del comparto sicurezza; sono orgoglioso dei passi che sono stati fatti, in 7 mesi non si poteva fare di più, sono felice di essere passato dalle parole ai fatti.”
Non meno entusiasta per l’approvazione del decreto legge l’altro vicepremier del M5S, Luigi Di Maio:
“Sono veramente soddisfatto del decreto che è stato approvato, a 32 anni sono felice, da ministro, di avere contribuito a migliorare la condizione di vita di 5 milioni di italiani che sono in difficoltà, tra cui 500mila pensionati minimi; coinvolti anche 255mila diversamente abili. Dunque contento del fatto che, dopo tanti anni, questo decreto permette di andare in pensione a chi pensava di restare a vita vittima della legge Fornero. Con quota 100 mandiamo in pensione in tre anni un milione di persone”. E prosegue:
“In 7 mesi di governo abbiamo reso disponibili 12 mld di euro all’anno, con i quali finanziamo il reddito di cittadinanza e il superamento della legge Fornero. E’ la risposta a quelli che in tutti questi anni hanno detto che non si poteva fare, che non c’erano coperture, ecco che in 7 mesi è stato realizzato il progetto del nuovo Welfare State, approvato in poco più di 20 minuti, un progetto che aiuta le persone in difficoltà, e le mette al centro di una rivoluzione del mondo del lavoro”.
Nel corso della conferenza stampa è stato chiesto se al decreto seguirà una ‘manovra correttiva’, il premier Conte ha reagito con prontezza:
“Lasciateci portare avanti le misure predisposte, facciamo avviare l’anno, siamo ai primi di gennaio, poi si vedrà strada facendo.”
Più pacatezza del solito nelle dichiarazioni, ma l’esultanza è evidente nelle parole, e tutti gli italiani in questo momento hanno necessità più che mai di speranze, di fatti da parte di chi governa.
Il presidente Conte rivendica la serietà e il rispetto dell’esecutivo verso le istituzioni della Repubblica, in particolare il Parlamento, e riguardo all’ipotesi di ricorrere alla fiducia, sostiene:
“Questo governo non ha mai considerato il voto di fiducia come un gesto di prepotenza nei confronti del Parlamento, vi abbiamo fatto ricorso quando si è rivelato necessario.”
Il premier e i due vice sono anche fiduciosi sul fatto che non ci sarà ostruzionismo riguardo alle misure appena approvate. Luigi Di Maio dichiara in merito: “Non credo che ci sarà ostruzionismo per provvedimenti che portano nella vita degli italiani lavoro e la possibilità di riscattare in tempi più accettabili la pensione.”
Secondo i criteri stabiliti da ‘quota 100’, un milione di cittadini potranno andare in pensione in anticipo nel triennio.
Il vicepremier Salvini ha poi spiegato che si tratta ‘di soldi veri’, ossia 22 miliardi di euro, questo il valore del decretone. “Un milione di italiani lasceranno in anticipo l’attività lavorativa, mentre le prospettive si aprono per un altro milione di persone che avranno diritto di accesso al mondo del lavoro, perciò non avranno bisogno di fuggire all’estero”. Salvini ha anche messo l’accento sulla misura riguardante il settore pubblico:
“Si tratta di 30 mila euro ‘cash’ per la liquidazione nel settore pubblico” – ha detto – quota 100 non prevede né penalizzazioni né tagli, ci sarà la libertà di scegliere. Si parla di 62 anni e 38 anni di versamenti senza penalizzazioni, ma è solo una base di partenza, l’obiettivo è quota 41. Siamo ad un passaggio storico.”
Per quel che riguarda il reddito di cittadinanza, le imprese che assumeranno i beneficiari avranno diritto a 18 mesi di sgravi fiscali; ma sono previsti anche 16 mesi di assegno per coloro che intraprenderanno un’attività d’impresa in qualità di beneficiari del reddito di cittadinanza, a titolo di avviamento dell’attività. Un incoraggiamento che dovrebbe fungere da stimolo per i giovani in particolare, e allo stesso tempo favorirà il tasso di occupazione.
La realizzazione di questi punti programmatici sono stati fondamentali per il governo, afferma infatti Luigi Di Maio: “questo decreto è la migliore risposta a coloro che ritenevano fantascientifico un simile risultato. Il reddito di cittadinanza non è stato concepito con la logica dell’assistenzialismo, sono norme “anto-divano”, e a nessuno sarà permesso l’abuso. E’ previsto anche un patto per la formazione, che rientra nelle finalità del ‘patto per l’inclusione sociale’. Il patto per la formazione sarà concordato con Enti di formazione bilaterali, enti interprofessionali o aziende, al fine di favorire la preparazione dei cittadini che intendono entrare nel mondo del lavoro.
La platea che interessa il reddito di cittadinanza, precisa il ministro del Lavoro Di Maio, riguarda per il 50% il Sud e l’altro 50% il Centro-Nord.
Il ministro del Lavoro ha anche affermato che il prossimo mese andrà online un sito internet nel quale si potranno trovare istruzioni sulla documentazione da presentare, e nel mese di marzo sarà attivo per l’inoltro dei documenti richiesti. Tutto questo per rendere più agevole l’accesso del diritto ai cittadini, senza bisogno di fare code in altri sportelli, come gli uffici postali, che tuttavia potranno essere una via di transito ugualmente valida, così come i Caf.
L’altro step è di pertinenza dell’Inps, che dovrà analizzare la documentazione presentata, e stabilire dopo la verifica, se vi siano i criteri per l’erogazione del reddito a beneficio di chi ne ha fatto richiesta; il tutto è stato semplificato e si potrà percepirlo tramite una carta elettronica emessa da Poste italiane.
Per gli aspiranti alla ‘pensione di cittadinanza’, come misura volta all’inclusione sociale, ci saranno 780 euro se il pensionato è solo, mentre per un nucleo arriverà fino a 1032 euro.
Il premier Conte, già prima della riunione del Consiglio dei Ministri, aveva precisato in un’intervista concessa a La Stampa, che sul reddito di cittadinanza la normativa è severa, e prevede punizioni per i ‘furbi’ che continueranno a lavorare in nero. Le pene inflitte arriveranno fino a 6 anni di reclusione. Sulla Tav il premier ha sottolineato ieri che non c’è sul tavolo un compromesso. Intanto, sempre secondo le sue dichiarazioni, con il via libera al decretone si approvano “le misure più qualificanti sul piano politico e sociale della nostra attività di governo”.
E proprio queste misure saranno la prova del nove dell’efficacia del programma dell’esecutivo nei prossimi anni, è presto per le esultanze, si vedrà anche solo tra un anno, se il reddito di cittadinanza sarà in grado di stimolare i consumi interni, di aumentare realmente l’indice di spesa delle famiglie e il suo aumento potenziale, così come la riduzione del tasso di disooccupazione, soprattutto quello dei giovani, tra i più alti in Europa.
E’ stato avviato questo ‘convoglio’ di misure dirette al popolo, il cui benessere è alla base della crescita economica di ogni Nazione.