VACCINI. IL GOVERNO PENSA AL RICORSO CONTRO IL VENETO

DI IMMACOLATA LEONE

 

“Senza vaccini non si entra a scuola”,
queste le parole della ministra Lorenzin in risposta al decreto della Regione Veneto, sulla moratoria dei vaccini, che concede una deroga di due anni sull’obbligatorietà dei vaccini nelle scuole per i bambini da 0 a 6 anni.
La ministra della salute è seriamente intenzionata ad impugnare la decisione del Veneto, perchè anche se in materia di sanità possono mettere mano sia lo Stato che le Regioni, secondo la ministra lo Stato ha competenza assoluta sulla salvaguardia della salute, che nulla ha a che vedere con la sanità.
“Ci riserviamo tutte le azioni di nostra competenza, il decreto del Veneto non è sostenibile. Se derogano di due anni, si assumono la responsabilità di quello che può accadere in ogni struttura e ai singoli alunni. L’epidemia di morbillo non è finita. Nel 2017 sono stati oltre 4.300 i casi, non c’è altro da aggiungere per spiegare la gravità della situazione“.

Il presidente del Veneto, Luca Zaia, ha immediatamente risposto piccato: “Non facciamo questi provvedimenti per cercare la rissa o creare epidemie, li facciamo perché applichiamo la legge fatta dalla Lorenzin e secondo i miei autorevoli tecnici la nuova legge ci permette di mettere in piedi una moratoria affinché ci sia un atterraggio morbido rispetto a quanto prevede la legge”.
“La nostra risposta sta nei fatti: siamo tra le regioni con il maggior numero di vaccinazioni, e questo grazie alla nostra politica decennale a favore di una vaccinazione informata.
Lorenzin minaccia la migliore Sanità d’Italia. Se ci saranno epidemie non saranno certo in Veneto, ma nelle regioni dove non si vaccina. Coercizione crea abbandono vaccinale”

Anche l’assessore alla Sanità del Veneto è scettico sul’eventualità di epidemie dal momento che, la stessa regione è tra quelle che registrano il maggior numero di vaccinazioni all’anno, grazie a politiche di vaccinazione informata,che puntano a colloqui con i genitori senza l’obbligo delle vaccinazioni.
Forse non tutti sanno , ma nella regione Veneto i bambini non vaccinati frequentano classi con copertura chiamata “di gregge” non inferiore al 95%.

Intanto tra il botta e risposta della ministra e del governatore, le scuole tutte riapriranno i battenti tra martedi e mercoledì 12 e le famiglie hanno intasato le ASL, gli studi medici e le segreterie delle scuole per riuscire a districarsi nel dedalo dei documenti da presentare.

COSA SUCCEDE NELLE ALTRE REGIONI?

– In Lombardia, il governatore Roberto Maroni ha concesso una proroga di 40 giorni per chi non è riuscito a mettersi in regola.
– In Alto Adige si pensa ad una proroga transitoria di un anno, tutti i ragazzi tra 0 e 16 anni riceveranno, o hanno già ricevuto, una lettera della Asl con l’elenco delle vaccinazioni mancanti, e di quelle già eseguite. Nel frattempo i ragazzi potranno frequentare tutti corsi educativi.
– Nelle Marche ed in Basilicata è stata direttamente la regione a mandare le lettere alle famiglie non in regola.
– In Umbria le lettere sono state inviate direttamente dalle Asl, e per chi ha fatto tutti gli adempimenti necessari ha dovuto solo riempire un modulo di autocertificazione
– A Napoli gli ambulatori Asl sono risultati insufficienti, rispetto alle richieste delle vaccinazioni da parte delle famiglie, , la confusione ha generato malumori che hanno portato le Asl ad implementare il personale specializzato.
– A Palermo, momenti di tensione da parte di genitori “agitati” per la presunta mancanza di vaccini, hanno richiesto l’intervento delle forze dell’ordine.
Così in Sicilia è arrivata l’interessante iniziativa del camper itinerante, dove medici ed infermieri, dietro presentazione del tesserino delle vaccinazioni, presteranno le vaccinazioni obbligatorie.

E LA MINISTRA FEDELI?
La ministra dell’istruzione Valeria Fedeli qualche giorno fa in una intervista sulle pagine di Repubblica ha cosi dichiarato : “La Lombardia, che concede una proroga, è semplicemente fuorilegge. Non ci sarà nessun rinvio dopo la scadenza ultima del 10 settembre, su questo io e la mia collega Beatrice Lorenzin siamo fermissime”.

 

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PENSIONE MINIMA PER LA NUOVA GENERAZIONE PERDUTA

DI IMMACOLATA LEONE

 

C’era una volta una vita, con un lavoro anche umile, ma pulito e pagato, una vita vissuta e sopravvissuta, con speranze, sogni e illusioni, fino ad arrivare alla tanto agognata pensione, quella vera però, quella che ti dava la dignità di vivere anche da anziano dopo una vita di sacrifici.
Oggi i sessantacinquenni sono sempre di più, con una pensione bassa che rasenta il ridicolo, che fanno rinunce disumane e con un numero imprecisato di figli e nipoti che si appoggiano ad essa.

L’imbuto del’INPS fa acqua da tutte le parti, il cambio del sistema retributivo a quello contributivo ha abbassato ancora di più le pensioni, le riforme su riforme non hanno trovato nulla di nuovo se non la genialata di allungare l’età pensionabile.
I lavoratori di oggi, soprattutto i precari, coloro che conoscono solo “per sentito dire” un lavoro stabile, vivono nel limbo dell’attesa rassegnata di qualcosa di concreto dallo Stato, che nulla fa e poco pensa per far fronte a questa metastasi epocale.

In questo quadro si inserisce la “succosa” notizia che il ministro Giuliano Poletti, seduto in contemplativa, sta pensando ad un generoso assegno minimo di 650 euro per i giovani di oggi, futuri pensionati.
Con il sistema odierno i giovani raggiungeranno l’età pensionabile “solo nel caso abbiano maturato una pensione pari a 1,5 volte l’assegno sociale, circa 670 euro, l’idea è quella di abbassare questo tetto a 1,2 volte. Con un sistema di garanzia che assicuri in ogni caso un assegno mai inferiore ai 650 euro, indipendentemente dai contributi versati”.
Il pensiero va anche ai pensionandi di oggi, si deve abbassare la soglia di reddito indispensabile per il pensionamento anticipato, “cioè una volta raggiunti i contributi necessari e prima dell’età pensionabile standard, a 63 anni e 7 mesi. Attualmente è di 2,8 volte l’assegno sociale”.

Ovviamente non c’è fretta, la proposta non è proprio urgentissimma come sottolineato anche dal ministro Poletti: “Il tema è all’ordine del giorno, è in discussione e continueremo a discuterlo ma il problema non si configura domani mattina. Faremo altri incontri a settembre: il 5 sarà sarà un tavolo tematico sul lavoro, il 7 pensioni e donne e il tagliando sui provvedimenti già emessi (Ape sociale), poi la settimana successiva il 13 settembre”.
La Camusso, leader Cgil, facendo capolino dalle sue stanze, ha espresso la sua insoddisfazione su un tema che non tiene conto delle aspettative di vita dei pensionandi.

A parte il chiacchiericcio continuo delle parti, che a voler essere cinici uno stipendio garantito ce l’hanno, il problema è serio.
Il sistema pensionistico si basa su due pilastri fondamentali, cioè il versamento di un contributo mensile obbligatorio lavoratore-azienda calcolato come una percentuale sul reddito imponibile e la erogazione di un assegno solo dopo aver versato per almeno 43 anni e averne 63 di età.
Ovviamente piu è alto lo stipendio, quindi il reddito imponibile, e più è alta la contribuzione nel “montante contributivo”.
Questo sistema è per coloro i quali abbiano la fortuna di avere il famoso posto fisso, scatti di anzianità e gli adeguamenti salariali periodici.

Per i figli della diseguaglianza generazionale, dei voucher, dei contratti a tempo determinato, il discorso cambia, loro avranno lavorato di più, ammazzandosi con tre lavori al giorno, ma si ritroveranno con una manciata di contributi versati ed una pensione miserabile.
Lavorato di più, guadagnato meno dei genitori e con un finale ignobile.
Secondo il Fondo monetario internazionale in Italia si guadagna meno di 20 anni fa. Certo che se la discontinuità comporta che prima dei 70 anni non si raggiunge il minimo numero di anni contributivi e i salari sono bassi, la pensione arriverà quando sarai una cariatide o magari muori prima e il problema si è risolto da sè.

Ma che senso ha pensare alle pensioni tra 30/40 anni quando è la disoccupazione oggi, giovanile e non, il vero problema?
E’ troppo complicato riuscire a garantire un lavoro continuativo con paghe oneste e dignitose ai “giovani”?

E’ così difficile ridurre il carico fiscale e contributivo di imprese e lavoratori?
Creare iniziative che facilitino l’incontro tra il capitale umano in uscita dal sistema dell’istruzione e le effettive necessità del sistema economico?
Si, è difficile quando si ha un’economia sclerotica, il mercato del lavoro inerte, l’incertezza del diritto, l’ inaffidabilità dei governi, una mentalità gerontocratica dove i più anziani, anche se meno competenti, sono ancora considerati come più ‘sapienti’, una mentalità familistica/nepotistica, squilibri territoriali molto marcati, corruzione endemica, e una classe politica ed amministrativa corrotta, anacronistica, tecnicamente incompetente, interessata alla banale e semplice conservazione dei propri interessi privati.

Si, è proprio la politica nostrana che non ha considerazione dei suoi giovani, eppure ogni cambiamento , ogni trasformazione parte proprio da loro.
Li chiamano i millenials, sono nati in piena rivoluzione digitale, ma vivono durante la più grande crisi economica dalla Depressione degli anni ’30.

PIGNORATI BENI PER 10 MILIONI, "BUTTIAMO TUTTO IN VACCHI"

DI IMMACOLATA LEONE
 
Gianluca Vacchi, noto imprenditore bolognese, re dei social, di Instangram e noto per il suo ego smisurato, come ammesso da lui stesso, ha problemi economici.
Notizia seria, per noi comuni mortali, diffusa oggi dai quotidiani del gruppo QN, Quotidiano Nazionale, la Nazione, il Resto del Carlino, il Giorno e Quotidiano.net.
Da un debito iniziale di 30 milioni, della First Investments spa, di cui Vacchi è amministratore unico, ed il successivo mancato pagamento della restante parte di 10 milioni, il Banco Popolare, ora Banco BPM, in seguito ad una fusione, ha iniziato le azioni esecutive per entrare in possesso di alcuni beni, barche, ville, azioni, ed alcune quote di un esclusivo golf club, appartenenti a Vacchi.
Azioni partite gia nel dicembre del 2015, data della terza rata insoluta, ed oggi divenute esecutive.
Gianluca Vacchi, fresco cinquantenne, nasce molto bene, la sua famiglia è a capo di un’azienda,l’IMA, l’impresa familiare fondata da suo padre negli anni Sessanta, produttrice di oggetti di nicchia, ma assolutamente indispensabili: cioè macchine che confezionano prodotti cosmetici e farmaceutici, oggi azienda leader a livello mondiale.
A trent’anni lascia l’azienda di famiglia e si butta nel duro mondo degli affari, compra 12 aziende, le “risolleva” e poi le rivende, spaziando nei settori più disparati: dai camper, agli oblò per lavatrici, agli orologi Toy Watch, diviene anche il primo fondatore in Europa di un’azienda di last minute.
“Enjoy” è il suo motto, il suo stile di vita, il suo pensiero unico è rendere pubblica su Instangram , facebook e youtube, ogni momento della sua “regale” vita, delle sue bellissime fidanzate, del suo tempo libero, dei suoi amici, dei suoi tatuaggi, del numero di addominali fatti, dei suoi balletti con la fidanzata del momento, le ospitate come dj nelle discoteche, i suoi abiti gialli, rosa, tutti perfetti sul suo fisico scolpito.
Insomma una gran figata di vita, invidiata e ammirata, a seconda dei casi, anche quando entra in casa inforcando la sua Harley.
Sono sincera, fino a sei mesi fa non conoscevo Gianluca Vacchi, quando per un caso fortuito, mi imbatto in un suo video, in cui lo si vede uscire da una specie di involucro, poi ho scoperto trattarsi di una camera di crioconservazione, cioè un macchinario che porta il corpo a delle temperature sottozero per sentirsi giovani mantenendo la pelle soda.
Vacchi, esce dalla camera di crio indossando una bizzarra mutanda col bozzo, visibilmente infreddolito, ma sempre col suo sorriso smagliante, comincia a a ballare e a mimare un ballo lap dance.
Trovandolo molto bizzarro, l’ho cercato sul social facebook ed ho visto questo giovanotto attempato, sorriso smagliante, occhiali che fanno tanto figo, e improponibili abbigliamenti, da lui perfettamente indossati, come un divo di Hollywood ecco.
Poi non paga, leggo i commenti dei comuni mortali, tanta ammirazione per lo sfoggio di una vita patinata e impossibile e tanto tanto livore per la sua fortuna.
Ma, come tutti sanno, la dea fortuna è bendata, ed essendo uscito dalla sua visuale, adesso finisce tutto in “Vacchi” .

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PUTIN LICENZIA "TUTTI GLI UOMINI DEL PRESIDENTE" TRUMP

DI IMMACOLATA LEONE
 
E’ ormai fuori dubbio, le qualità diplomatiche in politica estera, per il presidente Donald Trump ed il suo staff, sono un optional.
Grave pensare di sanzionare Putin e credere che “l’orso” se ne sia rimasto all’angolo dove aveano provato ad isolarlo.
Putin ha una strategia, una politica estera ed una notevole capacità di comunicazione, solo che stavolta si è un tantino irrritato, dopo le misure restrittive nei confronti della Russia, approvate dal Congresso americano.
 
Vladimir Putin ha annunciato il che entro il primo settembre ben 755 membri dello staff diplomatico americano dovranno lasciare il paese. Ne rimarrebbero 455, lo stesso numero di diplomatici russi negli Usa.
Pari e patta insomma.
 
Putin in una intervista glaciale, ha dichiarato quanto segue : “Abbiamo aspettato per un po’ un cambiamento e un miglioramento dei rapporti con gli Stati Uniti, ma giudicando da tutto, se qualcosa cambierà non sarà a breve, è venuto il momento di mostrare agli Stati Uniti che non lasceremo le loro azioni senza risposta. Washington ha assunto posizioni che peggiorano i nostri rapporti bilaterali e possiamo mettere in campo anche altre misure per rispondere”.
 
Anche se le sanzioni non sono ancora in vigore ,il vice presidente Mike Pence dichiara che avranno l’avallo del presidente Trump, che pur di non mettersi contro il Congresso avrebbe deciso invece di mettersi contro il suo ex “amico” Putin.
 
Su queste basi un Trump pasticcione, assolutamente digiuno di politica estera, circondato da consiglieri confezionati su misura, ha pochissime possibilità di spuntarla con lo Zar Bianco, al secolo Vladimir Putin, uomo, che pur con le sue mille contraddizioni, positive o negative, secondo i punti di vista, è uomo tosto con un passato militare, anche discutibile, e di una forma di diplomazia rozza ma efficace.

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A CHI DICE CHE E' COLPA NOSTRA SE SIAMO POVERI, DRITTO SUI DENTI

DI IMMACOLATA LEONE
Siamo ridotti alla fame, facciamo tre lavori per portare a casa l’equivalente di mezzo stipendio mezzo,
mangiamo male perché costa mangiare discretamente,
non ci curiamo più perché sono finiti i soldi, bisogna solo sperare che un male incurabile non ti venga a trovare,
ci vestiamo al mercatino dell’usato, che se prima era divertente ora é l’unica alternativa, e quando pensi di essere riuscito a pagare l’ultima bolletta e sorridi stanco ,
e pensi che anche stavolta sei riuscito a pagarla, ecco che, ne arriva unaltra e strabuzzi gli occhi, se ti si buca un dente attaccati, gli occhiali li hai incollati.
E il mutuo? E la benzina? vabbe vai a piedi finche col caldo non ti coglie un infarto.
E i libri di scuola? Li avevi dimenticati, stupida, e allora cominci a correre, a correre prima che ti raggiunga la depressione altrimenti é la fine.
Ecco a chi dice che stiamo cosi perché lo abbiamo voluto noi,
dritto sui denti.

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TAGLIO OBAMACARE. CON TRUMP, VITA ANCORA PIU' DIFFICILE PER I POVERI

DI IMMACOLATA LEONE
Una volta si diceva “per un pugno di dollari”, oggi “per un voto in più”, continua lo scontro fratricida all’interno del Senato per la riapertura dell’Obamacare, infatti grazie a 51 voti su 50, si riaprirà nuovamente il dibattito.
L’Obamacare è sempre stato il cruccio di Trump, ed in uno dei suoi logorroici tweet ha dichiarato che “sta torturando gli americani. I democratici hanno preso in giro la gente abbastanza. Respingetela o Respingetela e Sostituitela! Ho già la penna in mano”.
L’abolizione dell’Obamacare comporterà:
– la fine dell’obbligo di procurarsi una copertura sanitaria;
– la sostituzione dei sussidi federali con detrazioni sulle tasse per un massimo di circa 4.000 dollari a persona all’anno, assegnate anche in base all’età , con Obamacare si teneva in considerazione solo il reddito; e limitazione del Medicaid, il programma di copertura sanitaria per i più poveri.
Quindi modifiche per agevolare i giovani e i ricchi.
Secondo i calcoli, di qualche mese fa, dell’ organo indipendente alla Ragioneria di Stato, il Congressional Budget Office, da oggi fino al 2024 circa 32 milioni di persone perderebbero la copertura sanitaria.
Il New York Times ha calcolato che in base a questa proposta
nei prossimi dieci anni il governo federale avrebbe speso più di quello previsto all’origine.
Cioè una variazione che portava al vuoto siderale.
Che dire, vita sempre più difficile per i poveri.

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MOLISE. VASTO INCENDIO A TERMOLI, EVACUATO LO STABILIMENTO FIAT

DI IMMACOLATA LEONE
Oggi pomeriggio, intorno alle 14.00, un piccolo incendio ,iniziato tra le sterpaglie circostanti lo stabilimento Fiat di Termoli, è divampato in maniera violenta, fino ad arrivare in un deposito vicino ai locali mensa di “Termoli III”.
Panico per gli operai, alle ore 15,00 sono stati fatti uscire tutti.
Sono intervenuti sul posto alcune squadre di pompieri per le fiamme, alte diversi metri, sono intervenuti due canadair.
Chiusi i tratti di autostrada in entrambe le direzioni di 20 chilometri tra Vasto Sud, Chieti e Poggio Imperiale, Foggia.
Trenitalia ha sospeso la tratta Termoli-Foggia.
Alle 18,00 era già tutto sotto controllo, le fiamme non hanno raggiunto né gli impianti produttivi né materiali pericolosi.

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USA. A OGNUNO IL SUO DISPETTO, IL PORTAVOCE SPICER SI DIMETTE

DI IMMACOLATA LEONE
 
L’irrequieto presidente americano Donald Trump, da mesi ormai impegnato a mettere una pezza alle azioni dei suoi piu fidi collaboratori soprattutto nelle inchiesta del Russiagate, oggi alle dimissioni del suo portavoce Sean Spicer, ha subito nominato Sarah Huckabee Sanders come sua sostituta.
 
Spicer, già da mesi caduto in disgrazia, nonostante il difficile ruolo di mediatore dei pensieri illuminanti del suo presidente e quindi spesso non in linea con le sue idee, si sarebbe indispettito per la nomina di Anthony Scaramucci a capo dello staff della comunicazione della Casa Bianca, che ha subito accettato.
 
L’ormai gia ex portavoce si è reso disponibile per tutte le operazioni di transazione del nuovo direttore.
Come dire, a ognuno il suo dispetto.

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SCUOLE TURCHE: VIA LA TEORIA DI DARWIN

DI IMMACOLATA LEONE
Lo aveva annunciato, qualche mese fa, il funzionario del ministero dell’Istruzione turco, che si occupa di programmi scolastici, Alpaslan Durmuş, che la teoria dell’evoluzione di Darwin sarebbe stata esclusa dai programmi delle scuole superiori.
La teoria dell’evoluzione è proprio quella che descrive le cause e i meccanismi che portano al cambiamento delle caratteristiche ereditarie col passare delle generazioni, e Durmus ha affermato che questi temi «vanno al di là della comprensione degli studenti» ed il loro studio sarà possibile a partire dagli anni universitari.
La notizia sarà ufficializzata oggi e, secondo il quotidiano Birgun, l’intero programma di studi subirà dei cambiamenti, saranno interessate ben 51 materie, a partire dalle elementari, medie e licei.
Saranno drasticamente ridotte le ore di storia, da 34 a 11, dedicate ad Ataturk, il padre fondatore della Repubblica turca, ed alle sue riforme storiche, svuotate nei contenuti essenziali.
Ridotte le ore di biologia, da tre a due ore la settimana per la prima e seconda liceo.
Aumentate le ore di religione, da una a due nei licei scientifici, e aggiunti capitoli riguardanti il Jihad, eliminati altri incentrati sulla religione islamica equiparata alla “pace”, all’”amore”, descritta come una religione che evita gli estremismi e dà importanza alla ragione.
Con queste radicali riforme la Turchia si piazza, al non ragguardevole secondo posto, dopo l’Arabia Saudita, come paese ad aver eliminato la teoria dell’evoluzionismo.

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UMBERTO BOSSI, LA FAMIGLIA E "ROMA LADRONA"

DI IMMACOLATA LEONE
E’ il giugno del 1987 quando appaiono sulla scena politica due partiti di protesta popolare contro il sistema politico italiano, la
Lega Veneta e la Lega Lombarda.
Quest’ultima riesce a conquistare un seggio sia alla Camera che al Senato.
Il suo fondatore è il cinquantenne Umberto Bossi, di origini umili e figlio di un operaio, il partito nelle sue elaborazioni ideologiche raccoglie il malcontento popolare contro il sistema dei partiti.
Il pugno suo punto fermo è il federalismo, il liberismo ed il decentramento amministrativo.
Bossi grida ai quattro venti alla creazione di una legge elettorale maggioritaria, dove si possa avere un’alternativa, ad un sistema anticlientelare ed antiassistenzialistico.
Punta a dividere l’Italia in tre maxi regioni: il Nord,il Centro ed il Sud, e quindi dare a loro maggiori poteri.
Alle accuse ricorrenti di essere un partito razzista il suo fondatore ha sempre risposto picche.
Alle Europee riceve consensi e raccoglie altri movimenti autonomisti.
Un’ascesa continua quella del “carroccio”, tant’è che alle elezioni politiche del 5 aprile del 1992, la Lega ha un exploit inaspettato, raggiunge 25 seggi al Senato e ben 55 alla Camera, guadagnandosi il posto di partner di governo.
Ascesa inarrestabile quella di Bossi, e quando nel 1994 si allea con Berlusconi, nasce il Polo delle Libertà, e vincono le elezioni, con premier Berlusconi il governo nomina 5 ministri leghisti.
Un governo che dura poco, dopo solo otto mesi viene votata la sfiducia al governo Berlusconi.
Alle elezioni successive la Lega, forte di se stessa, si presenta da sola ed ottiene 87 parlamentari.
Il 15 settembre 1996 Bossi proclama la Repubblica Federale Indipendente Sovrana e nomina un governo provvisorio.
Nel 1999 al Parlamento Europeo, la Lega ha una battuta di arresto e si ferma al 4,5% , ma Bossi viene lo stesso confermato segretario federale.
Nel 2000 si allea di nuovo con il centro destra firmando un accordo per le regionali, che consente di stravincere in tutto il nord.
Alle elezioni del 2001 il centro destra unito vince, con Bossi, Maroni e Castelli ministri.
A marzo del 2004 Bossi viene colpito da un inctus che lo costringerà ad allontanarsi dalla scena politica.
Nel 2006 la Lega e Berlusconi perdono le elezioni.
Rivincono nel 2008 con la legislatura della riforma del federalismo fiscale, fortemente voluta da Bossi.
Nel 2012 Bossi è costretto a dimettersi dopo lo scandalo delle inchieste partite dalle procure di Milano, Napoli e Reggio Calabria, sull’utilizzo di parte dei soldi del partito da parte della famiglia.
Il resto è storia dei nostri giorni.
Come in ogni grande storia ci sono lati oscuri e segreti, e qualcosa andato a male, Umberto Bossi grande leader che aveva pensato alla Lega come ad una grande famiglia, è stato tradito dalla sua stessa famiglia.
I figli hanno, come dire, “fregato” il padre e, il padre è stato spodestato con spietatezza darwiniana dal pupillo Salvini.
La vita è una ruota signori miei.
E’ di ieri la sentenza del processo soprannominato The Family in cui vengono condannati per appropriazione indebita a due anni e 6 mesi Umberto Bossi, un anno e 6 mesi il figlio Renzi e 2 anni e 6 mesi l’allora tesoriere Belsito.
Nelle indagini, riguardanti il periodo tra il 2009 e il 2011, Belsito si appropriò di circa mezzo milione di euro, Umberto Bossi di circa 208mila, il figlio Renzo di 145mila euro più 48mila euro per acquistare una autovettura con annessa assicurazione e centinaia di multe.
Renzo Bossi soprannominato “il trota” perchè durante un’intervista al padre Umberto Bossi, gli chiesero se fosse lui il suo delfino, inteso quale successore al potere, Bossi rispose che quel “pirla” era una trota non un delfino, ha sempre “usufruito” dei vantaggi che il suo ruolo gli permettevano.
Centinaia di migliaia di euro di denaro pubblico spesi per pagarsi le auto, le multe, la benzina, i vestiti, un minimo di bella vita insomma.
.Una dietro l’altra, centinaia di voci di spesa che poco o nulla hanno a che fare con l’attività politica.
Tra le più suggestive, ci sono i 77mila euro per l’acquisto della laurea albanese di Renzo Bossi, mai frequentata come risultato dalla denuncia del ministro dell’Interno albanese, Samjr Tahiri, si sono aggiunti i 48mila spesi per un’Audi A6, oltre alle decine e decine di multe pagate dal partito, costato alla Lega un totale di 145mila euro.
Idem con patate, il fratellastro Riccardo, per il quale il partito ha sborsato 157mila euro in sanzioni per violazioni del codice della strada, spese di carrozzeria, benzina, rate dell’università, luce e gas per la propria abitazione, contributi per il mantenimento dell’ex moglie, 14mila euro per l’affitto di casa, e straordinari 439,50 euro “per pagamento veterinario per il cane”.
Meglio ha fatto papà Umberto, il cui conto arriva a 208mila euro. Di questi, 81mila usati per i lavori di ristrutturazione della sua abitazione romana, altri 20mila per “Casa lavori Capo”, come rendicontato da Belsito, 24mila euro per “acquisti vari di abbigliamento”, 2mila in gioielli, e 48mila in assegni circolari intestati a sè stesso.
Ultimo, ma non ultimo, il tesoriere Francesco Belsito, anima del partito, al quale sono state contestate spese illegittime per 5,7 milioni, tra bonifici sospetti a società tanzaniane e cipriote, pagamenti ridicoli come 128 euro per una bolletta del telefono, 300 euro per acquisti alla “Rinascente” di Roma. Prelievi di 20, 30, 40mila euro, e assegni a quattro zeri pagati dalla Lega e con un unico beneficiario: “Me stesso”.
Niente male per un partito nato per raccogliere il malcontento popolare.
Oggi la famiglia Bossi si è ritirata a vita privata, in una azienda agricola a Brenta, acquistata nel 2011, dalla seconda moglie di Bossi , Manuela Marrone, una deliziosa cascina alla modica cifra di 450mila euro.
Due edifici per sette vani, circondati da un bosco, un pascolo e un terreno seminato.
Un regalo a Roberto, figlio modello studioso e amante della terra, che non ama le luci della ribalta e neanche parlare del fratellone.
Come dire, dalle luci della ribalta alle luci delle stelle, o dalle stelle alle stalle, fate voi.

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CONDANNA PER APPROPRIAZIONE INDEBITA, PER UMBERTO BOSSI E FIGLIO

DI IMMACOLATA LEONE

Il processo “The Family” così soprannominato per le spese private della famiglia Bossi, dove venivano utilizzati i soldi dei rimborsi elettorali per scopi personali, oggi è arrivato al capolinea, il giudice Maria Luisa Balzarotti ha così sentenziato: due anni e 6 mesi per Umberto Bossi, un anno e 6 mesi per il figlio Renzi e 2 anni e 6 mesi per l’allora tesoriere Belsito.
Nelle indagini, riguardanti il periodo tra il 2009 e il 2011,Belsito si appropriò di circa mezzo milione di euro, Umberto Bossi circa 208mila, il figlio Renzo 145mila euro più 48mila euro per acquistare una autovettura con annessa assicurazione e centinaia di multe. E la famosa laurea albanese costata 77mila euro.
La famiglia Bossi, Belsito, Roberto Maroni, e i legali tutti, inorriditi hanno gridato ad una sentenza ingiusta, ed essendo solo di primo grado andranno avanti.

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REATO DI TORTURA, E' LEGGE

DI IMMACOLATA LEONE
E’ stato definitamente approvato dalla Camera, il disegno di Legge sul reato di tortura, le pene vanno 4 a 10 anni, 12 se chi tortura è pubblico ufficiale.
Astenuti i Cinque Stelle, Sinistra Italiana, Mdp, Scelta civica e Civici e innovatori, hanno votato contro Forza Italia, Cor, Fratelli d’Italia e Lega, votato a favore il Pd e l’Ap.
Per un totale di 198 voti a favore, 35 contrari e 104 astenuti.
Una legge appena approvata e già criticata per l’inapplicabilità in alcune sue procedure, in particolare nella formulazione del reato che viene limitato ai soli comportamenti ripetuti nel tempo.
Anche la Magistratura, nei mesi scorsi, aveva invitato invano il Parlamento a rivedere il testo per renderlo piu serio ed equilibrato.
Amnesty International ha accettato suo malgrado la legge, il presidente Antonio Marchesi. ha così dichiarato:“Dopo decenni di discussioni sterili ci si poteva attendere qualcosa di meglio della definizione confusa e restrittiva che entrerà a fare parte del nostro codice: una definizione che non tiene adeguatamente conto della sofferenza mentale che la tortura moderna produce e che vorrebbe che la tortura fosse tale solo in presenza di atti ripetuti. Ma dire che è inutile o controproducente è sbagliato, perché si sottovaluta la necessità di porre fine alla eterna rimozione della tortura attraverso il silenzio, scrivendo invece, una volta per tutte, quella parola indicibile nel codice penale”.

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LA COREA DEL NORD FESTEGGIA IL 4 LUGLIO CON UN NUOVO LANCIO

DI IMMACOLATA LEONE
Questa notte, ora locale 3,30 di Pyongyang, in Italia 8,30, dalla base militare di Banghyun, è partito un missile che ha volato per 40 minuti, ha percorso 930 chilometri ed infine si è inabissato in acque giapponesi.
Forse era un Hwasong-14, il più potente missile mai lanciato fino ad oggi, in grado di contenere un peso nucleare.
Un dispetto in piena regola di Kim proprio nel giorno dell’indipendenza americana, uno sfregio al monito di Trump che ha mandato proprio ieri un cacciatorpediniere nelle acque cinesi, giusto per ricordare a tutti che esiste la più grande potenza americana di tutti i tempi.
Ebbene Kim, se prima li lanciava di soppiatto, oggi lo ha fatto annunciare dalla sua emittente televisiva, ancor prima che fossero gli “spioni” americani a denunciarlo al mondo intero.
Al momento nessuna dichiarazione del presidente americano, ma uno dei suoi soliti tweet: “La Corea del Nord ha appena lanciato un altro missile. Ma questo tizio non ha di meglio da fare nella vita?. Difficile credere che Corea del Sud e Giappone potranno sopportare tutto questo ancora più a lungo”.
Ad oggi sono 11 i missili lanciati dall’irrefrenabile Kim, e visto l’ennesimo lancio di oggi, non sembra che le minacce di qualche “punizione” commerciale o di altro, gli abbiano mai fatto impressione.
In Giappone è scattato immediatamente il piano di emergenza nazionale
Il mondo sta a guardare impietrito quello che dovrebbe essere considerato un gioco da tavolo, solo che qui si le pedine sono esseri umani.

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"PASSAGGIO INNOCENTE" DI UNA NAVE DA GUERRA USA NEL MAR CINESE

DI IMMACOLATA LEONE
Ieri pomeriggio la nave da guerra americana, USS Stethem, ha transitato nel Mar della Cina, vicino all’isola del Tritone, piccolo atollo di un miglio quadrato, occupato dalla Cina nel 1974, ma rivendicato da sempre dal Vietnam e Taiwan.
Isoletta ricchissima di riserve energetiche e minerarie,che ospita un giro d’affari di cinquemila miliardi di dollari di traffici commerciali.
Non esattamente una barca a vela, il cacciatorpediniere USS Stethem è lungo 150 metri, con trecento persone a bordo ed equipaggiato da missili Tomahawk in grado di sfrecciare a ottocento chilometri l’ora, il cui sistema guida li mantiene sul bersaglio con l’ausilio di un radar-altimetro, grazie ad una traiettoria computerizzata.
La reazione di Pechino è stata immediata e durissima, il ministro degli esteri, Lu Kang, ha annunciato che saranno prese “tutte le misure necessarie per difendere la sovranità del Paese e la sua sicurezza. Operazioni del genere violano la sovranità della Cina e minacciano la sua sicurezza. Questa è una provocazione politica e militare. La Cina chiede all’America di fermarsi urgentemente” .
Gli Stati Uniti hanno fatto innocenti spallucce parlando di esercitazioni militari. Pare strano però che la nave militare si sia avvicinata proprio a 12 miglia nautiche precise al millimetro, proprio per segnalare la libertà di navigazione che gli Usa hanno sempre rivendicato.
Nulla è dato sapere, a noi comuni mortali, del contenuto della telefonata tra il presidente americano Donald Trump e quello cinese Xi Jiinping.
I bene informati parlano di un dialogo non proprio amichevole tra i due presidenti, dove Xi Jinping ha “invitato” Trump a non immischiarsi nella politica geo-cinese riguardante l’isola di Taiwan, riferendosi causticamente alla vendita di armi per un miliardo e 300 milioni a Taiwan.
E lo ha invitato a pensare piuttosto ad una risoluzione sul serio problema con la Corea del Nord.
Ma Trump, non soddisfatto della strategia “lenta” di Xi nei confronti della Corea del Nord, ha avviato deliberatamente tutta una serie di sanzioni verso le banche e personaggi affini al regime di Kim Young-un.
Anche per il leader giapponese, Shinzo Abe, il vero problema in questo momento è rappresentato dalla condotta squilibrata di Kim Young-un nei confronti di tutto il mondo con la sua minaccia nucleare.
Intanto nell’attesa del prossimo G20 , gli occhi di tutte le nazioni del mondo sono puntati non solo sul cacciatorpediniere, che passa di li per caso, ma anche all’incontro di Xi Jinping con Vladimir Putin.

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NEW YORK, EX MEDICO SPARA AL LEBANON HOSPITAL

DI IMMACOLATA LEONE

Un ex medico, identificato poi come Henry Bello, dottore afroamericano specializzato in medicina di famiglia, con indosso un camice e armato di un fucile d’assalto M16, è entrato nel Lebanon Hospital Center nel Bronx , ed ha aperto il fuoco a piu riprese e su diversi piani.
Ha ucciso una ex collega, un’altra donna forse anch’essa medico e ferito sei persone , di cui tre molto gravi, quasi tutti medici.
Immediato l’intervento della polizia che, isolato l’ospedale e messo in sicurezza le strade, ha fatto barricare i pazienti nelle loro stanze, e qualcuno ha perfino fatto la telecronaca tramite i social network.
Nel frattempo Henry Bello s è barricato in una stanza del 16mo piano e si è sparato accanto ad una delle due donne uccise.
Dalle prime dichiarazioni dell’FBI non c’è nessun collegamento con un attentato terroristico, ll killer era sotto inchiesta per molestie sessuali, considerato instabile si era dimesso dall’ospedale per non essere licenziato.
Il Lebanon Hospital è il pronto soccorso piu antico e trafficato ospedale di New York.

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DA BUON ECOLOGISTA, TRUMP RILANCIA IL CARBONE 

DI IMMACOLATA LEONE
Un’altra spallata al vecchio nemico Barack Obama, Trump l’ha data con i nuovi provvedimenti riguardanti l’energia.
Il segretario Rick Perry, ha illustrato ai giornalisti, il nuovo, ambizioso, piano di Trump, che spianerà la strada al nuovo dominio energetico made in USA.
Basta con il petrolio arabo, l’America ne ha a sufficienza per poterlo esportare, lo stesso dicasi per il carbone, il gas naturale, con particolare attenzione al nucleare e alle rinnovabili.
Secondo Perry, l’amministrazione Obama ha sempre boicottato qualunque iniziativa che potesse modernizzare l’attuale sistema energetico.
Adesso la musica è cambiata, Trump vuole incoraggiare i produttori di energia e, parimenti, i creatori di nuovi posti di lavoro.
Con il premier indiano Narendra Modi, in visita a Washington, Trump ha parlato anche dell’esportazione di gas naturale, e ha firmato anche un’ordinanza che espande le trivellazioni per il petrolio, in Antartide e nell’Oceano Atlantico, silurando la precedente ordinanza di Obama.
La vendetta è stata completa, con l’impegno formale di rilanciare l’industria nazionale del carbone, precedente bersaglio del suo predecessore che, da ecologista, voleva ridurre le emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera. Secondo Trump, con i moderni sistemi di estrazione, le emissioni di anidride sono scomparse.
Se lo dice lui, siamo tutti più tranquilli.

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LA COMMISSIONE EUROPEA FA TANA ALLA GOOGLE

DI IMMACOLATA LEONE
Dopo sette anni di indagini, arriva una multa record di 2,42 miliardi di euro, comminata dalla Commissione Ue, alla Google per abuso di posizione dominante nei motori di ricerca.
Secondo l’accusa dell’Antitrust europea, Google favorirebbe il suo servizio di ecommerce a discapito di altri. Questo avrebbe favorito concorrenza sleale e influenzato le scelte dei consumatori.
Ad esempio, se una persona cerca, su google, qualcosa da acquistare, il servizio shopping propone prodotti sponsorizzati da Google, lasciando indietro gli altri.
Come sottolineato dalla Commissione ” le prove dimostrano che il competitor messo maggiormente in risalto compare soltanto a pagina 4 dei risultati”, e se la prima pagina guadagna il 95% di tutti i click e la seconda solo l’1%, si spiegano molte cose.
La Google ora ha 90 giorni di tempo per pagare, altrimenti pagherà un’altra multa pari al 5% del fatturato giornaliero.
Il vicepresidente senior e consigliere generale di Google, Kent Walker, ha dichiarato che “siamo rispettosamente in disaccordo con le conclusioni annunciate oggi. Analizzeremo nel dettaglio la decisione della Commissione, considerando la possibilità di ricorrere in appello, e continueremo a sostenere la nostra causa.
Quando fate acquisti online – quello che volete è trovare in maniera facile e veloce i prodotti che state cercando. Allo stesso tempo, chi li vende vuole promuovere questi stessi prodotti. Ecco perché Google mostra annunci pubblicitari Shopping, mettendo in contatto le persone con migliaia di inserzionisti, grandi e piccoli, portando benefici ad entrambe le parti».
Per Google potrebbe non essere finita dal momento che l’Antitrust Ue, sta continuando le indagini, sempre per abuso di posizione dominante, su altri due fronti: uno riguarda il sistema operativo per dispositivi mobili Android e l’altra la piattaforma di raccolta pubblicitaria AdSense.

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OK AL MUSLIN BAN CON MODIFICHE, PER ORA ENTRANO TUTTI

DI IMMACOLATA LEONE
Il Muslin ban, l’ordine esecutivo fortemente voluto dal presidente Donald Trump, che vieta l’ingresso, in territorio americano, a persone di origine musulmana tra cui Iran, Iraq, Libia, Somalia, Sudan, Siria, Yemen, entrerà parzialmente in vigore.
Una decisione presa dai giudici della Corte Suprema degli Stati Uniti, che lo vaglieranno definitamente ad Ottobre, dopo aver esaminato le sentenze di opposizione dei giudici federali dei vari Stati. Tra le più significative ricordiamo:
in Virginia la corte d’Appello del quarto distretto di Richmond, ha stabilito che il Muslim ban viola il primo emendamento della Costituzione americana che assicura parità di trattamento ai fedeli delle diverse religion;
a San Francisco, la Corte d’Appello, ha altrettanto concluso che il Muslin ban “esorbita i poteri costituzionali assegnati al presidente degli Stati Uniti”.
Ad ottobre, nel cerchio magico dei giudici, avrà voce in capitolo Neil Gorsuch, nominato dal presidente Trump, fortemente propenso al Muslan bun senza modifiche.
La Corte Suprema, nel nuovo Muslin ban, ha stabilito che il divieto si può applicare solo alle persone che non abbiano legami familiari o con una entità negli Usa.
Quindi, per usufruire dell’esenzione, chiunque dovrà dimostrare una relazione familiare con un parente residente negli Stati Uniti, oppure provare, con documentazione dettagliata, di lavorare presso una azienda.
Gli studenti ammessi alle università americane sono esentati dal bando.
Il provvedimento sarà operativo il 29 giugno, ed avrà la durata di 90 giorni, come da decreto appena approvato.
La paura, adesso, è che giovedì si possano verificare di nuovo momenti di confusione e di panico generale come è già successo il 27 gennaio, alla prima messa in esecuzione del Muslin Ban.
Un susseguirsi di situazioni senza precedenti, sia quando gli agenti di frontiera hanno cominciato ad impedire a decine e decine di persone di tutto il mondo di imbarcarsi sugli aerei diretti negli Stati Uniti, sia per i passeggeri, che al momento della firma dell’ordine, erano già in viaggio o si trovavano in un aeroporto statunitense.
Testimonianze di funzionari raccontano di aver lavorato senza direttive precise sulle nuove regole, e su come comportarsi nei confronti di chi aveva già un visto approvato.
L’esenzione dal divieto per possessori della green card è arrivata dopo due giorni che le persone erano state “fermate” all’aeroporto, nonostante avessero dimostrato di vivere e lavorare negli Stati Uniti.
In tutti gli aeroporti si sono verificate le medesime difficoltà, con momenti di tensione.
Migliaia di persone hanno protestato in tutti gli Stati Uniti, contro il Muslin ban equiparandolo ad una discriminazione religiosa.
Gli aeroporti si sono riempiti di avvocati, traduttori e organizzazioni di attivisti peri diritti umani, che hanno iniziato le prime pratiche legali contro il provvedimento.
E la prima sentenza è arrivata dal Tribunale di Brooklin, la sera del 29 gennaio, la giudice federale Ann Donnelly, in una udienza urgente, richiesta dall’American Civil Liberties Union, ascoltati gli avvocati di due siriani, i quali obiettavano che il governo li stava rispedendo con effetto immediato a casa loro senza sentire nessuna giustificazione, e con il rischio della loro incolumità al ritorno a Damasco, ha deciso di applicare la legge.
Ha trovato nel primo emendamento costituzionale la parte in cui si vieta al governo di promulgare leggi «che riconoscano ufficialmente una religione o ne proibiscano la libera professione”.
Quindi ha concluso che i due siriani e tutti coloro che si stavano trovando nella loro stessa situazione incresciosa, avevano «una forte probabilità di successo di provare davanti a una giuria il loro diritto a un giusto processo e che la stessa protezione di questo diritto è stata violata».
La giudice ha firmato l’ordinanza di emergenza con la quale temporaneamente, ha bloccato l’ordinanza di Trump, il Muslim Ban, ed ha impedito al governo degli Stati Uniti di espellere i rifugiati che provenivano dai sette paesi a maggioranza islamica.
Prima giudice donna diventata il simbolo di resistenza contro Trump e dei suoi “abusi di potere”.
Intanto il presidente Trump fa sapere che non ha tempo per commentare, e che ci sono situazioni molto più urgenti, come quella nordcoreana e quella siriana dove si sospetta che si stiano preparando nuovi attacchi chimici.

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AZIENDA GIAPPONESE IN BANCAROTTA PER AIRBAG DIFETTOSI

DI IMMACOLATA LEONE
L’azienda giapponese Takata , leader mondiale di airbag, fondata nel 1933, ha dichiarato fallimento dopo lo scandalo di dispositivi difettosi.
Alcuni airbag erano composti da meccanismi di gonfiaggio difettosi che espandendosi con troppa forza rilasciavano schegge di metallo, ed hanno causato 16 morti e diversi feriti.
Sommersa da numerose cause legali e da enormi richieste di risarcimento, l’azienda dopo aver dichiarato bancarotta, tramite il dimissionario presidente e amministratore delegato, Shigehisa Takata, si è scusata con i creditori dell’azienda: “Mi scuso dal profondo del mio cuore per aver causato problemi a tutti gli interessati”.
Il bilancio della Takata registra un passivo di un trilione di yen, circa 9 miliardi di dollari, un numero mai registrato nella storia delle società giapponesi.
Cancellata in borsa.
L’effetto domino conseguenziale è stato impressionante, la Nissan ha richiamato 52mila veicoli con airbag Takata, nello specifico i veicoli: Infiniti FX35 e FX45 dal 2003 al 2005, Infiniti I35 dal 2003 al 2004 e Infiniti M35 e M45 del 2006, Nissan Pathfinder del 2003 e del 2004 e Nissan Sentras dal 2004 al 2006.
Inoltre ha intenzione di informare tutti i proprietari che sostituirà gratuitamente il sistema di gonfiaggio degli air bag.
Decine di case automobilistiche hanno riscontrato gli stessi problemi.
L’Audi ha richiamato 850mila veicoli da tutto il mondo.
La Honda ha richiamato per la rettifica ben 5 milioni di vetture.
La Toyota circa 880mila.
La Bmw circa 627mila.
La Chrysler, la Mazda e la General Motors in misura minore.
Airbag Takata: il rischio previsto è l’esplosione dell’airbag, sia sul lato guida che sul lato del passeggero.
Se non ci fosse da piangere suonerebbe come un macabro spot pubblicitario.

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NOME IN CODICE: AQUILA 100, COSTO 1 MILIONE DI EURO

DI IMMACOLATA LEONE

Siamo nell’era tecnologica e digitale, tutto ciò che ci circonda ormai è tecnologia avanzata ed a noi non tocca che subirne gli effetti, positivi o negativi che siano.
Oggi l’utilizzo di un drone è diventato indispensabile.
Rispetto all’uso monotematico di un agente 007, i droni svolgono compiti diversi e sono utilizzati nei campi più svariati, siano essi civili che militari.
Il drone piu costoso del mondo lo ha portato in Italia Ugo Vittori, ex poliziotto squadra mobile, oggi titolare dell’agenzia di investigazioni Eagle Keeper, di Bologna, capofila dell’antifrode applicata alle assicurazioni.
Un investimento andato a buon fine grazie all’alleanza economica con la Sky Sapience, partnership israeliana, e del Centro costruzioni di Domenico Beccidelli.
Aquila 100 non è un drone, ma un “sistema di intelligence”, di tecnologia israeliana, capace di trasmettere dati criptati in tempo reale, alimentato grazie ad un generatore montato su un pick up, lavora dai 10 ai 45 gradi, ha un puntatore laser il cui raggio emesso è invisibile all’occhio umano, ma servono lenti speciali.
Il suo cuore è il Payload che vede tutto, e un rilevatore incorporato segnala se un uomo è armato,
con una combinazione di termocamera più una serie di sensori è in grado di rilevarne l’impronta della mano lasciata sulla corteccia di un albero fino a 10 km di distanza, sia di giorno che di notte.
Attualmente è utilizzato sulle navi sulla striscia di Gaza,
per individuare l’arrivo di eventuali missili.
E’ unico nel suo genere, a differenza degli altri droni in uso militare che, dopo un volo di 15 minuti, devono immediatamente rientrare alla base altrimenti precipitano, come gia accaduto, Aquila 100 può rimanere in volo per un mese di fila, autoalimentandosi di benzina, con il suo generatore equipaggiato.
Il prototipo, ma neanche tanto, ha superato brillantemente la naturale diffidenza della Polizia, dei Carabinieri e della Guardia di Finanza che sta pensando seriamente di utilizzarlo per la protezione dei concerti dei Depeche Mode e di Vasco Rossi.
Sono quattro i piloti abilitati a governare Aquila 100, tre uomini e una donna, Antonio Cavallone, Donato Giannini, Fabio Mongile
e poi c’è lei, Barbara Manfredi, 42 anni e piglio deciso, l’unica donna al mondo in grado di governare Aquila 100.
Vi pare poco?

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TORINO. SCONTRI TRA POLIZIA E GIOVANI DEI CENTRI SOCIALI

DI IMMACOLATA LEONE
Ieri sera, in piazza Santa Giulia, nel quartiere Vanchiglia, cuore pulsante della movida torinese, ci sono stati scontri e tafferugli con feriti.
Tutto è successo, a seguito dei controlli a tappeto della polizia, per il rispetto della nuova ordinanza comunale, del sindaco Appendino di Torino, che vieta, dalle ore 20.00 fino alle 6.00 del mattino, la vendita di alcolici da asporto.
Il centro sociale Askatasunan aveva organizzato un raduno per protestare proprio contro l’ordinanza del sindaco.
Viste le contestazioni dei giorni scorsi, stavolta gli agenti schierati erano di numero maggiore, circa una cinquantina tra Polizia di Stato e Polizia Municipale.
Notata la calma piatta, il contingente dei poliziotti si è allontanato, lasciando pochi funzionari.
Ad un certo punto due commissari, un uomo ed una donna , sono stati circondati e picchiati.
L’immediato ritorno degli agenti ha scatenato un putiferio, hanno caricato la folla, urla, spintoni e colpi sono partiti tra forze dell’ordine e manifestanti, gente che scappava travolgendo sedie, tavolini e persone, chi poteva si è rifugiato nei locali.
Un agente è stato colpito in pieno viso da una bottiglia, altri tre in maniera piu lieve.
Due manifestanti sono stati fermati dalla polizia.
Alle 23.00 era finito tutto.

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VIOLATA LA PRIVACY PER 200 MILIONI DI AMERICANI

DI IMMACOLATA LEONE
Come nel film The Truman show, dove l’ignaro protagonista era spiato h24, così 200 milioni di ignari americani sono stati controllati e schedati.
Non si parla di decine di migliaia di persone, ma di ben 200 milioni, la bellezza del 62% della popolazione americana.
Per “distrazione” o per opera di qualche hacker, la Deep root analytics, società di marketing assunta dai repubblicani per le elezioni presidenziali del 2016, ha causato la diffusione accidentale on line dei dati personali e delle opinioni politiche di quasi 200 milioni di cittadini Usa.
Non solo dati personali anagrafici con annessi indirizzi, ma anche sulla religione di appartenenza, le idee politiche, opinioni personali sul porto d’armi e sull’utilizzo delle stesse, sull’aborto e su scelte mediche quali le cellule staminali.
Un lavoro infinito, preso dai vari social network ed ai comitati politici di appartenenza.
Dati personali, scoperti per caso, la settimana scorsa ,da un analista di rischi cibernetici Chris Vickery.
Il fondatore della Deep Root Analytics, Alex Lundry, in una nota ha dichiarato che l’azienda ha preso tutte le misure per prevenire un ulteriore accesso non autorizzato.
In verità, non stiamo parlando di una cosa proprio nuova, dal momento che i partiti hanno sempre raccolto dati sugli elettori, solo che stavolta è la più grande violazione di dati elettorali che gli Stati Uniti possano ricordare.

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ATTENTATO IN UN CENTRO COMMERCIALE DI BOGOTÀ, TRE MORTI E NOVE FERITI

DI IMMACOLATA LEONE
 
Uno, o più sconosciuti, hanno posizionato un ordigno esplosivo nel bagno delle donne del ” Centro Andino ” uno dei centri commerciali più frequentati di Bogotà, in Colombia.
Nella deflagrazione sono morte tre persone, una delle quali di nazionalità francese, altre nove sono rimaste ferite. La vittima francese è stata identificata come Julie Huyn, la donna, da sei mesi residente a Bogotà, collaborava come volontaria in una scuola dei sobborghi.
Il sindaco Enrique Penalosa, non ha dubbi ” È stato un codardo attacco terroristico, la matrice può essere solo quella dell’esercito di liberazione nazionale “.
L’ELN è l’ultimo movimento anti governo, ancora attivo sul suolo colombiano.

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ATTENTATO IN VIRGINIA, IN CONDIZIONI CRITICHE IL DEPUTATO SCALISE

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Ieri di primo mattino, su un campo da baseball di Alexandria, in Virginia, proprio vicino alla capitale federale, mentre alcuni parlamentari e impiegati del Grand Old Party, si stavano preparando per giocare la partita tradizionale annuale, contro i democratici , si è scatenato l’inferno.
Un uomo da dietro la recinzione metallica, ha prima chiesto informazioni sulla partita e poi, come se nulla fosse, ha imbracciato un fucile semiautomatico ed ha sparato all’impazzata sui giocatori.
Il primo ad essere colpito è stato Steve Scalise, coordinatore del gruppo repubblicano alla Camera , in stato di shok è stato immediatamente trasportato al MedStar Washington Hospital Center.
Il colpo di fucile l’ha raggiunto all’anca sinistra, che ha fratturato le ossa, ferito gli organi interni e provocato emorragie gravi.
E’ stato sottoposto immediatamente ad un intervento chirurgico, con trasfusioni di sangue.
Dal bollettino medico, delle ultime ore, Scalise versa ancora in condizioni critiche.
Steve Scalise, 51 anni, di origini italiane, sposato con due figli, rappresentante della Louisiana, è il majority whip alla Camera, numero tre del partito in ordine di importanza, dopo il presidente dell’Aula, Paul Ryan, e il leader della maggioranza, Kevin McCarthy. .
Ferite altre quattro persone, tra cui due agenti che hanno risposto immediatamente al fuoco uccidendo l’assalitore.
Donald Trump, proprio il giorno del suo compleanno, ha parlato immediatamente in diretta nazionale :”Grazie al coraggio dei poliziotti è stato evitato il massacro”.
L’attentatore è stato poi identificato come James Thomas Hodgkinson, 66enne di Belleville, Illinois, da una ricerca sul suo, profilo social è venuto fuori tutto il suo rancore politico contro Trump definendolo un “traditore” e descrivendo i repubblicani come “i talebani degli Stati Uniti”.
Era stato un fervente attivista durante la campagna elettorale di Bernie Sanders, il quale ha preso subito le distanze.

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