Cui prodest? Anche ENAV ha la sua “Scatola Cinese”, come per i migliori evasori fiscali di altri tempi in perfetto stile prima repubblica. Il perché lo faccia sarebbe chiaro solo volendo pensare male, e questo, come al solito, è peccato, ma … nella pratica ecco replicato un giochino che sembra la restaurazione di un sistema così diffuso e conosciuto in passato da aver provocato, a più riprese, l’interesse persino del Governo. Ma quello che oggi è più curioso è che questo sistema che va nella direzione opposta alla trasparenza ed efficienza venga mantenuto estremamente vivo mentre il governo vara e/o reitera decreti per “ridurre” le società partecipate, e quindi le scatole cinesi, da circa ottomila ad un massimo di mille, tanto per cominciare.
Che le scatole cinesi siano un problema è evidenziato dal fatto che già nel 2007 il governo era in manovra per la loro chiusura. Per chi non sa bene di cosa si tratta il significato è ben spiegato in rete e non con toni accomodanti, per questo è ancor più incomprensibile come Techno Sky resti ancora esclusa da un processo che non dovrebbe nemmeno esistere, dato che la società, per ammissione della stessa controllante e conferma della Corte dei Conti, non solo rivolge al core business della missione aziendale di ENAV ben il 98,5% delle proprie attività, ma, addirittura, appare nel suo organigramma aziendale come una semplice “divisione” interna, con la differenza che invece di avere solo un dirigente a controllarla si è dovuto generare una inutile quanto complicata struttura aziendale, che parte da un AD e relativo Consiglio di Amministrazione per proseguire con un sistema amministrativo e gestionale completamente separato, costoso ed inefficiente.
L’immagine di copertina, epurata dai nomi non significativi dei dirigenti, è stata scaricata oggi 17 agosto 2016 dalla parte pubblica del sito ENAV e sembra parlare davvero chiaro: Techno Sky è effettivamente una divisione ENAV alle dipendenze ed ordini del suo Direttore Generale.
Perché nel grafico dell’organigramma ufficiale compare Techno Sky e non le altre aziende del “Gruppo ENAV” SICTA e Asia Pacific?
Semplice, perché le altre aziende, pur più o meno strategicamente, non fanno parte del cosiddetto “Core Business” aziendale come lo è Techno Sky, cui è legata non gli affari e non la sopravvivenza di ENAV, ma la sua stessa esistenza, senza la quale non potrebbe esercitare la propria missione unica di controllo del traffico aereo.
Si, lo abbiamo detto e ripetuto tante volte e sembra ancora non essere chiaro, nonostante le interrogazioni del 17 marzo 2015 e del 3 maggio 2016 al Parlamento Italiano e quella del 30 giugno 2016 a quello Europeo che punta ancor più profondamente il dito nella questione delle licenze: il personale ATSEP dipendente da Techno Sky è requisito indispensabile per poter ottenere la licenza e la certificazione per la fornitura dei servizi di assistenza al volo in Italia.
La legge sulla sicurezza del traffico aereo in Europa impone ai fornitori di servizi di traffico aereo l’ottenimento della licenza di Air Navigation ServiceProvider, ANSP, che ENAV ha ottenuto anche grazie ai dipendenti Techno Sky e pubblicato nel suo sito limitatamente alla sola prima pagina per evitare, forse, che si scoprisse il problema. Pagina che, però, è già sufficientemente eloquente per permettere la successiva lettura dei regolamenti in essa citati.
Quindi, agli effetti del regolamento CE 550-2004, sulla base del quale è rilasciata la licenza, a questa devono essere allegati i certificati per i servizi erogati, che, per un ANSP sono quelli di Traffico Aereo, Informazioni Aeronautiche, Meteorologia, Comunicazione, Navigazione e Sorveglianza. Senza scendere di più nello specifico, per chi vuole farlo c’è il regolamento CE 549-2004 – SES, tre di questi servizi sono forniti effettivamente da Techno Sky, e più precisamente quelli di Comunicazione, Navigazione e Sorveglianza, detti anche CNS.
Ad onor del vero gli impianti risultano di proprietà ENAV e dati solo in gestione a Techno Sky, ma è come dire che l’auto serve a me ma è intestata alla mia ditta individuale …
Ed ecco spiegato l’arcano, per poter esistere ENAV deve dimostrare di poter fornire anche i servizi CNS che, però, eroga Techno Sky, che, a sua volta, è di sua proprietà: una Scatola Cinese in piena regola.
Lo scenario è unico in Europa e non ha eguali al mondo, chiunque davanti alla necessità di erogare internamente un servizio lo avrebbe acquisito e basta, al contrario è stata prodotta, costruita e mantenuta una sovra-struttura documentale e cartacea immensa al solo scopo di evitare un’integrazione necessaria ed imposta dalle regole sulla sicurezza del traffico aereo.
Le norme Europee di Sicurezza del traffico Aereo, denominate ESARR ed obbligatorie negli stati membri, cominciano con una semplice e molto eloquente frase: “SAFETY IS PARAMOUNT” – “La sicurezza prima di tutto”. Questo significa che davanti a queste regole, pensate e scritte con la sicurezza come punto di riferimento, si deve fare, se necessario, un passo indietro ed applicarle pedissequamente e non “interpretarle” in alcun modo, specie se è solo per evitarne la piena applicazione. Poi, che questa interpretazione di regole possa realmente affliggere la sicurezza del traffico aereo non è detto, ed è certamente un aspetto da valutare separatamente, anche se farlo e basta, senza introdurre necessità di complicate ulteriori valutazioni del caso, sembrerebbe essere la cosa migliore.
É il perché queste stesse regole siano invece applicate addirittura in modo pro-attivo ed estensivo quando si tratta di personale già dipendente ENAV, che è davvero incomprensibile, infatti, come da sempre denunciato, l’Autorità Nazionale di Vigilanza Italiana, ENAC, certifica sulla base del regolamento ESARR 5 i controllori, dipendenti direttamente da ENAV, ma non i tecnici, anch’essi in esso indicati ma dipendenti Techno Sky, ed estende la certificazione agli operatori AFI e Meteo, che non sono del tutto menzionati nei predetti documenti ma sono dipendenti ENAV.
La regola vigente sembra essere “ti certifico solo se sei un dipendente ENAV”.
Ma se questa incredibile situazione tutta italiana e senza eguali nel mondo è ancora in essere, non ne esistono simili nemmeno negli stati sottosviluppati o quelli in cui il servizio è totalmente privato, lo si deve anche e soprattutto alle strutture deputate al controllo dell’idoneità degli operatori di traffico aereo, in Italia ENAC, Ente Nazionale per l’Aviazione Civile, infatti il perché sia rilasciata ad ENAV la licenza per un servizio che effettua Techno Sky è un mistero, quanto è un mistero il perché la propria funzione di controllo sul personale ATSEP, prevista nel Regolamento rilasciato da ENAC il 25 marzo 2015, sia stata delegata proprio ad ENAV in pieno conflitto di interesse, infatti dovrebbe effettuare un controllo sul personale che, sebbene per interposta ragione sociale, lavora per essa stessa, come chiedere all’oste se il vino è buono!
Il presidente ENAC è dal 2003 Vito Riggio che si è sempre distinto per la sua pragmaticità e bassa esposizione mediatica, oltre che per la rigidità delle norme emesse a tutela della sicurezza del traffico aereo, bene, dottor Riggio, noi ATSEP siamo tutti con lei: dia un’occhiata alla situazione in ENAV e si chieda perché ci sono già state due interrogazioni alla Camera dei Deputati Italiana ed una al Parlamento Europeo e, per favore, non aspetti l’arrivo ormai imminente delle altre azioni istituzionali che sono in preparazione, potrebbero evidenziare eventuali disdicevoli superficialità ed omissioni … per cosa? O meglio, cui prodest?
Non ci stancheremo mai di ripetere che è sufficiente assumere tutto il personale Techo sky per osservare la legge, produrre maggiore efficienza (e quindi sicurezza) e risparmiare sui costi del grande sistema del controllo del traffico aereo.
Inoltre, se nella riduzione e/o estinzione delle società partecipate e delle scatole cinesi il Governo potrebbe avere difficoltà a ricollocare il personale, riorganizzare le aziende e reindirizzare gli investimenti ad esse rivolti, nel Caso Techno Sky è esattamente l’opposto: la difficoltà è giustificare la sua esistenza separata da ENAV, tanto che per poter continuare ad esistere si deve convincere ENAC ed Unione Europea che il personale tecnico ATSEP è una reale divisione interna ENAV, mentre, invece, è tenuto accuratamente fuori di essa da forze interne perverse.
Internalizzare è pratico, efficiente, economico, sicuro, facile e fa finalmente rispettare correttamente le regole sulla sicurezza del traffico aereo. Facciamolo!