SCIOPERO: FIAT IUSTITIA NE PEREAT MUNDUS

DIFENDIAMO IL NOSTRO DIRITTO DI SCIOPERO

Fiat iustitia ne pereat mundus, letteralmente «Sia fatta giustizia perché non perisca il mondo», è un celeberrimo motto che costituisce la base della moderna giurisprudenza ed è spesso riportato sulle facciate dei tribunali, sia nella versione originale, quella di Ferdinando I d’Asburgo che era “Fiat iustitia ne pereat mundus” ovvero «Sia fatta giustizia e perisca pure il mondo» utilizzata anche da Immanuel Kant nella sua opera Per la pace perpetua, che nella versione del titolo che assume il significato che la giustizia debba essere alla base della società umana, almeno quella democratica.

CHIEDIAMO SOLO GIUSTIZIA!

Stanno provando in tutti i modi a fermarci, ma noi siamo nel giusto e reagiremo: ci hanno contestato ben sette violazioni di una normativa a tutela non dell’utenza, ma solo della DA, per fortuna la legge oggi prevede la soppressione dell’attività antisindacale anche quando è promossa dalla Commissione di Garanzia, quindi abbiamo già risposto  chiedendo anche che, come già stabilito dalla Commissione stessa e mai avvenuto in passato, l’azienda venga finalmente punita per il suo scorretto modo di fare.

Leggi le lettere che abbiamo inviato.

01 08 2018 – Risposta alla Commissione su presunte violazioni

03 08 2018 – Richiesta Valutazione Negativa Azienda

É GIUSTO NEGARE UN DIRITTO?

Se si, quando? In quali condizioni? Perchè?

Ci sono spesso lacune nelle normative, ma nel caso dello sciopero la situazione è chiara:

  • l’articolo 40 della Costituzione cita: “Il diritto di sciopero si esercita nell’ambito delle leggi che lo regolano
  • la legge che lo regola è la 146/90 modificata dalla 83/00 che all’articolo 1 , comma 2 ne definisce e circoscrive chiaramente scopo e motivazioni: “Allo scopo di contemperare l’esercizio del diritto di sciopero con il godimento dei diritti della persona, costituzionalmente tutelati, di cui al comma 1, la presente legge dispone le regole da rispettare e le procedure da seguire in caso di conflitto collettivo, per assicurare l’effettività, nel loro contenuto essenziale, dei diritti medesimi, in particolare nei seguenti servizi e limitatamente all’insieme delle prestazioni individuate come indispensabili ai sensi dell’articolo 2
  • la parola contemperare è citata nell’enciclopedia Treccani come:
    1. Adattare una cosa, conformarla alla natura, all’essenza, al temperamento di un’altra; adeguare a un’esigenza, a una situazione
    2. Moderare, correggere, mitigare

É quindi palese che il diritto di sciopero va esercitato, ma adattandolo ad eventuali diritti negati.

IL CASO ENAV – TECHNO SKY

Il problema vero è che in Italia, come qualche volta accade, questo concetto è stato stravolto attraverso l’utilizzo eccessivo della norma legale intendendo che il diritto di sciopero debba essere solamente limitato ed in qualche caso negato.

Così, anche la Commissione di Garanzia per il l’Esercizio del diritto di sciopero, istituita per vigilare sulla corretta applicazione della legge e formata da professori di diritto legale, negli anni ha lavorato quasi solo per limitare o negare il diritto anziché valutare fin dalle fondamenta il suo esercizio.

Nel caso specifico ENAV – Techno Sky succede una cosa assurda per la quale serve una premessa per sapere innanzitutto di chi parliamo:

  • Techno Sky è una società di proprietà al 100% di ENAV, l’Ente Nazionale di Assistenza al Volo, impegnata praticamente solo a produrre una parte importante e determinante del servizio di Traffico Aereo erogato dalla casa madre ENAV ed ad essa certificato e licenziato, esattamente i servizi tecnici dell’assistenza al volo per quanto concerne la manutenzione e conduzione degli impianti di terra asserviti al controllo del traffico aereo di Comunicazione, Navigazione, Sorveglianza e Meteo.
  • Ad ENAV restano “solo” i servizi di Controllo ed Informazioni Aeronautiche, oltre, ovviamente, alla totale proprietà dei beni.

Detto questo va sottolineato chiaramente che il servizio reso è da sempre valutato da tutti gli organi nazionali ed internazionali “eccellente” e che il personale è capace e formato più che adeguatamente, mentre il rispetto dei diritti e le condizioni di impiego del personale in azienda sono ben altre cose e ben differenziate tra le aziende: mentre per il personale dipendente direttamente da ENAV si può dire che vi siano ancora condizioni di lavoro e tutele adeguate, per quello dipendente della “figlia minore” Techno Sky  invece le cose cambiano di molto, in questa azienda satellite, che per normativa internazionale dovrebbe essere da sempre parte integrante di ENAV  di cui sviluppa la missione centrale, i diritti, i salari e le condizioni di lavoro non sono definibili proprio “ottimali”, sebbene mediamente superiori all’attuale situazione generale.

Per riportare tutto alla normalità l’unica vera soluzione è internalizzare tutto il personale oggi confinato in Techno Sky nell’azienda madre ENAV eliminando le figure intermedie e migliorando il controllo.

I costi economici? Nessuno, anzi in prospettiva risparmi.

I benefici? Tanti, soprattutto per la sicurezza del traffico aereo, già sufficiente ed elevatissima, ma che potrebbe raggiungere il suo massimo possibile, oltre che, ovviamente, per i conti bancari dell’Ente, oggi privato al 48% e quotato in borsa, che potrebbe aumentare la sua efficienza economica con il plauso di tutti, investitori e dipendenti.

Una operazione facile ed alla portata: oggi ENAV ha circa 3.400 dipendenti che con gli 800 di Techno Sky farebbero circa 4.200 in un’unica azienda che potrebbe eliminare i costi di una classe dirigente attualmente doppia rispetto al necessario e le lentezze della burocrazia interna oggi eccessiva a causa del continuo scambio tra aziende che pur essendo la stessa ed insistendo sugli stessi locali ed impianti operano come se fossero separate anche fisicamente, agli antipodi del globo, spesso in un clima di relazioni personali di stile medievale.

Cosa centra tutto ciò con il diritto di sciopero?

Molto, perché il personale, stanco e vessato da anni di Techno Sky, non riuscendo a scioperare per l’avversità delle istituzioni che non capiscono o non sono interessate al problema, alla fine non ha altri strumenti per emanciparsi e genera un pericoloso precedente di negazione di un diritto costituzionalmente tutelato a fronte di interessi aziendali nemmeno tanto chiari e definiti, infatti dovrebbe essere pratica comune quella di accorpare i settori di azienda esternalizzati per migliorarne l’efficienza economica, mentre in ENAV si continuano a gettare soldi nel voler tenere le aziende separate.

Parentesi: non vi sarebbe nemmeno un problema occupazionale, perché al momento ed a parte la dirigenza, i doppi strutturali non esistono ed almeno in Techno Sky vi è già una forte carenza di personale che rende l’accorpamento ancor più importante e necessario perché permetterebbe di ottimizzare le risorse recuperando mano d’opera senza assumere e senza licenziare.

Ma ai vertici ENAV queste cose sembrano non interessare od almeno non arrivare.

IL DIRITTO DI SCIOPERO NEL GRUPPO ENAV

Ora, riprendendo il problema, se in ENAV il diritto di sciopero è garantito e tutelato per legge, al punto da dover essere contemperato con quelli degli utenti limitando il traffico, in Techno Sky questo non avviene nonostante si cerchi di violare i principi fondamentali del nostro ordinamento giuridico generando un pericoloso precedente che dice che i diritti, anche quelli costituzionali e fondanti del nostro stato, non sono garantiti.

La cosa dovrebbe essere di interesse generale, perché i precedenti sono pericolosi e prima o poi raggiungono tutti e non vale l’idea che capiterà sempre ad un altro, gli altri siamo anche noi e se all’ultimo degli operai, magari un extracomunitario che “ci ruba il lavoro” viene fatto del male, questo male piano piano dilagherà fino a quando anche noi ne saremo colpiti.

La dimostrazione pratica è che da quasi cinque anni dalla nostra nazione  circa 250.000 italiani  si recano all’estero a fare i camerieri e gli operai, mentre arrivano circa 180.000 extracomunitari in cerca di lavoro sostituendo la manodopera nazionale con diritti e salario dignitoso in condizioni di lavoro inadeguate e sottopagate, che nella nostra indifferenza hanno ormai compresso il mondo del in Italia rendendolo più che un lavoro moderno simile una moderna schiavitù.

Difendere un diritto è quindi fondamentale, a chiunque sia negato.

Detto questo vediamo la situazione.

ENAV

Quando in ENAV un sindacato proclama uno sciopero, a causa del contemperamento del diritto con quelli dei cittadini, si seguono alcune regole che prevedono:

  • la dichiarazione dello stato di agitazione ed inizio vertenza
  • un primo incontro di “raffreddamento” con la DA entro cinque giorni dalla dichiarazione di agitazione e, se non si trova accordo,
  • un secondo incontro di raffreddamento in sede istituzionale entro cinque giorni dal primo incontro e, se non si trova accordo,
  • una dichiarazione di sciopero con orari, motivazioni e modalità con un preavviso di almeno dodici giorni.

A questo punto scatta la valutazione della necessità o meno di contemperamento, vale a dire se debba essere fermato o meno il traffico ed in quale quantità, per contro qualcuno dei lavoratori dovrà rinunciare a fruire del diritto per fornire delle prestazioni minime.

Il tutto previsto dalla legge e contenuto in una regolamentazione provvisoria che porta i sindacati  a non poter scioperare se non dopo almeno un mese dall’inizio dell’agitazione, perchè, oltretutto, le cose si complicano non potendo scioperare in una data vicina ad un altro sciopero di settore facendo si che in momenti di elevata conflittualità vi sia una vera e propria corsa sindacale a “prenotare” una certa data prima che un altro sindacato gli impedisca di farlo.

Il calendario degli scioperi è così sempre fitto, i disagi contenuti e gli scioperi meno efficaci del passato.

TECHNO SKY

In Techno Sky, pur facendo parte integrante di ENAV e fornendo un servizio istituzionale, le cose cambiano drasticamente perchè per effetto della sua appartenenza al comparto dell’assistenza al volo viene richiesto ai sindacati di seguire le stesse regole di ENAV pur non avendo mai avuto un impatto sul traffico e, oltretutto, la propria DA, costituita anche da dirigenti ENAV, chiede come prestazione minima il 100% della normale prestazione, vale a dire nessun sciopero.

Quindi dopo che ai lavoratori viene richiesto:

  • la dichiarazione dello stato di agitazione ed inizio vertenza
  • un primo incontro di “raffreddamento” con la DA entro cinque giorni dalla dichiarazione di agitazione e, se non si trova accordo,
  • un secondo incontro di raffreddamento in sede istituzionale entro cinque giorni dal primo incontro e, se non si trova accordo,
  • una dichiarazione di sciopero con orari, motivazioni e modalità con un preavviso di almeno dodici giorni;

dovremmo trovarci allo stesso punto di ENAV, cioè alla valutazione della necessità di contemperamento.

Se questo accada è evidente solo dal risultato: mai in precedenza è stata prevista una limitazione del traffico, prova del fatto che la valutazione dell’ente competente, avvertito correttamente per tempo, è stata di NON impatto.

Ciò è contenuto anche nei verbali della Commissione di Garanzia istituita dalla legge per valutare le misure atte a garantire lo sciopero nei servizi pubblici essenziali, infatti ha invitato ENAV e Techno Sky, il 26 maggio 2014, ad una riunione nella quale ha posto le giuste domande che risultano così verbalizzate nella sua conseguente Delibera n. 14/231:

  • il Commissario delegato chiedeva, in data 11 marzo 2014, a Enav e Techno Sky, chiarimenti in ordine ai seguenti profili: gli effetti, in termini di pregiudizio per gli utenti dei servizi della navigazione aerea (con particolare riferimento ai servizi di assistenza al volo), di uno sciopero proclamato per il dipendenti Techno Sky; se, in caso di sciopero del personale dipendente di Techno Sky, vengono disposte, da parte degli Enti all’uopo dedicati, restrizioni di flusso del traffico aereo e/o emissioni di Notam;
  • all’esito dell’istruttoria, è emerso che, nel caso di scioperi proclamati per il personale dipendente di Enav, viene emesso, da parte di detto Ente, un Notam, al fine di avvisare l’utenza sulla probabilità di eventuali ritardi, dovuti alla possibilità di adesione ad una azione di sciopero dei Controllori del Traffico Aereo (CTA), mentre, come anche confermato da Assocontrol, non si procede all’emissione di Notam in caso di scioperi proclamati in Techno Sky atteso che l’astensione lavorativa non ha un diretto impatto sull’erogazione dei servizi, in quanto il numero dei voli gestiti viene garantito dalla presenza dei CTA;
  • inoltre, è stato dimostrato in diverse occasioni, nel corso dell’esperienza attuativa della Regolamentazione provvisoria del Trasporto aereo, che le azioni di sciopero, a qualsiasi livello, proclamate per il personale Techno Sky non comportano, di fatto, alcuna cancellazione, riprogrammazione o ritardo di voli, con assenza di pregiudizio ed impatto sulla resa dei servizi di istituto, nessuna criticità per l’utenza, ai fini dei risultati della fornitura del servizio finale (il trasporto passeggeri, posta e merci per via aerea) e, infine, nessun nocumento alla garanzia del diritto alla mobilità;

La Commissione dunque sa bene che non vi è necessità di contemperamento e che lo sciopero può essere effettuato senza altri vincoli, eppure, su richiesta della stessa ENAV – Techno Sky che verbalizza l’assenza di impatto e di problemi, interviene sempre per limitare il diritti dei lavoratori, se necessario sanzionandoli persino.

Come sia possibile che ENAV – Techno Sky dichiarino in differenti situazioni due cose tra loro diametralmente opposte ad una Commissione formata da illustri professori senza che questi si indignino con loro resta per il sindacato un mistero.

Fatto sta che la semplice mancanza di necessità di contemperamento dovrebbe escludere qualsiasi intervento sui lavoratori, mentre le richieste aziendali, che suonano come vere proprie prese in giro, sanzionale, invece avviene sistematicamente il contrario: da decenni i sindacati chiedono interventi sulla DA e su ENAV, ma la commissione preferisce intervenire sui lavoratori che esercitano un diritto.

Non è possibile che lo sciopero non provochi disagi e nonostante ciò venga negato.

SITUAZIONE DA CHIARIRE

Negli ormai 28 anni di vigenza della legge, in Techno si sono tenuti centinaia di scioperi anche di 24 ore consecutive, ma mai, ripetiamo MAI, è stato limitato il traffico o vi è stato un inconveniente a causa dell’assenza dei tecnici, lasciando aperto il problema: si tratta di una furbata delle aziende o c’è altro dietro?

Come Comitato ed USB Techno Sky chiariamo che riteniamo corretta l’interpretazione fornita e verbalizzata da ENAV quale ente competente e responsabile: durante gli scioperi Techno Sky il traffico non viene limitato perchè non vi è alcun effetto su di esso.

Al tempo stesso ci chiediamo però se, dichiarando il contrario al fine di sopprimere il diritto di sciopero, la DA non abbia anche lei almeno un minimo dubbio, altrimenti non si dovrebbe esporre a questa palese e ridicola contraddizione.

Non spetta a noi nè investigare, nè decidere, a noi interessa solo che venga fatta chiarezza: ENAV stabilisca chiaramente che se l’impatto è nullo, il personale può scioperare liberamente, dandone adeguato preavviso, o se invece il traffico aereo vada limitato ed il diritto di sciopero contemperato.

Per capire USB ha deciso di fare una cosa inaspettata, scioperare da soli e provocatoriamente il 15 di agosto, in pieno periodo vietato per chi ha un impatto sul traffico, e farsi eventualmente sanzionare, sapendo che se non vi saranno limitazioni qualcuno dovrà rispondere nelle opportune sedi giudiziarie del proprio giocare con il diritto costituzionale di sciopero dei lavoratori e che se invece ve ne saranno, da quel momento in poi non si potrà più fingere di nulla e scherzare con la sicurezza dei cittadini.

I nostri avvocati sono pronti, USB ed il personale determinati, quello che chiediamo è solo che «Sia fatta giustizia perché non perisca il mondo»: Fiat iustitia ne pereat mundus.