Non è un segreto che fossimo perplessi circa l’accordo raggiunto per il cambio di CCNL, anche un bambino poteva capire che le incognite erano davvero tante e per noi troppe, così come troppi gli aspetti negativi in esso contenuti.
Lo sforzo che abbiamo fatto noi di USB per tutta la durata delle presunte trattative con la DA non è stato tanto quello di partecipare ad un tavolo dove nessuno ci voleva, quanto quello di capire se vi fossero criticità gravi e come segnalarle a chi chiudeva occhi ed orecchie davanti a noi recitando altresì il ruolo dell’esperto negoziatore che tutto sa e nulla gli si può dire.
Abbiamo così semplicemente elencato, forse talvolta con troppa enfasi od affrettatamente, quelli che ritenevamo fossero i principali problemi, pensavamo fosse necessario farsi sentire e farlo in fretta perché dopo anni di stagnazione sindacale un manipolo di “invitati” dalla DA ad un tavolo troppo volatile stava facendo a tutti un grande danno… e così sembra essere poi avvenuto.
Ci abbiamo provato, suscitando “indignazione” e venendo accusati di essere visionari, inesperti, mentitori seriali, addirittura additandoci con email di RSU presenti ai tavoli infarcite di odio nei nostri confronti, noi che a quei tavoli non c’eravamo, e la paura che scoprissimo il gioco aziendale era così tanta che persino la DA ne aiutava la diffusione il più capillare possibile in tutta l’azienda per difendere un accordo da essa voluto ed agevolmente ottenuto da una controparte sindacale attenta a dettagli per pochi e completamente cieca alle esigenze ed al futuro di tutti, specie per chi dovrà lavorare ancora per molto.
Il referendum seguito a questo accordo con l’88% di SI ottenuti dall’82% del personale è stata la prova evidente che la DA aveva colpito nel segno e carpito la buona fede della maggioranza di noi dipendenti che votavano SI sostenendo con noi che, dopo tanti anni di nulla, “piuttosto che niente” era meglio anche il solo “piuttosto” che almeno faceva sperare, anche se a carte coperte come in un gioco d’azzardo.
Noi lo diciamo chiaro: non ce l’abbiamo con chi ha votato SI.
Noi siamo dispiaciuti ed amareggiati per quello che è successo e per come è successo, per le divisioni che i nostri stessi colleghi hanno voluto alimentare per un non si sa quale interesse, forse privato, e per la sempre più evidente vittoria aziendale che, superato il capodanno ed entrato in vigore il contratto, sta già puntualmente presentando un conto che si prospetta davvero salato.
Alla fine, terminato il primo mese di applicazione del nuovo CCNL, nonostante le promesse orali dei negoziatori che entro la metà del mese di dicembre 2018 ogni lavoratore avrebbe ricevuto le dovute informazioni, nessuno sa ancora nulla del proprio inquadramento che scopriremo solo con la busta paga.
L’era di Techno Sky 2.0 è ormai iniziata:
- i metalmeccanici, titolari unici del potere in azienda, non se ne sono andati e non lo faranno, ed addirittura convocano riunioni plenarie di tutte le RSU, nelle quale siamo compresi anche noi, “dimenticando” di comunicarcelo, escludendoci di fatto ed allineandosi con i modi aziendali;
- l’addestramento diventa più complicato, senza garanzie e senza discussione con le RSU;
- i buoni pasto non solo si riducono di valore ma, senza alcuna intesa, si trasformano in elettronici, rendendo in molte aree d’Italia impossibile trovare un ristoratore che li accetti.
Questo è solo l’antipasto, il resto si manifesterà presto e non si prospetta piacevole, pazienza, per ora invece di mangiare faremo la spesa al supermercato e stringeremo i denti su tutto il resto perché è sicuro che quando tutti i nodi verranno al pettine qualcosa faremo, anche se, purtroppo, non ci servirà a nulla sapere che in tempi non sospetti “noi lo avevamo detto”.
23 gennaio 2019 USB Techno Sky