IL CERTIFICATO DI ESISTENZA IN VITA

Foto di Kittin da Pixabay

L’incapacità di agire spontaneamente, di esprimere quel che veramente si sente e si pensa, è la conseguente necessità di presentare uno pseudo io agli altri e a se stessi, sono la radice del sentimento di inferiorità e debolezza” Erich Fromm

Un certificato di esistenza in vita ha l’unico scopo di provare di esistere, nulla di che, solo un piccolo scritto per dire “sono ancora vivo”, quando le notizie di te scarseggiano o tutti ormai ti credono morto.

Non è difficile, basta solo farsi vivi ogni tanto per ricordare a tutti che esisti, ma alcuni ci hanno persino costruito sopra delle carriere, come uno scaltro direttore del personale “addetto alle relazioni sindacali” del passato, che non faceva mistero del fatto che in effetti la sua presenza in azienda fosse giustificata solo dalla necessità di affrontare il sindacato, e di conseguenza  per poter giustificare la continuità del suo mandato occorreva che il sindacato si facesse vivo ogni tanto, anche con piccole cose, riunioni, incontri, comunicati sul nulla, ma vivo.

La pratica ha poi evidenziato che questo non era tutto, per restare al proprio posto e magari fare carriera al dirigente occorreva che il sindacato fosse sì attivo, ma anche che non ottenesse mai nulla, al massimo piccole cose, perché diversamente sarebbe stato giudicato un incapace, facendo si che in trattativa questi non avesse nulla da perdere, mentre il sindacato, “concertando”, perdeva tempo e terreno continuamente…

Il passato ci ha portato al presente senza soluzione di continuità così, a furia di concertare senza conflitti, non solo i sindacati “riconosciuti” dall’azienda non sanno più lottare, ma ormai non contano più nulla e per dimostrare di esistere ancora, almeno a se stessi, e ai propri iscritti, sottoscrivono accordi superflui e dannosi che ricordino a tutti che “sono ancora vivi”, niente più.

Ecco che senza apparente altra necessità che certificarne l’esistenza in vita, l’azienda, nelle spoglie di un Disneyano Uncle Schroder avvezzo alle trattative, prima convoca i sindacati ENAV ponendo un problema non troppo complicato, 5 giornate di FIS per il solo personale di Firenze dove viene temporaneamente chiusa la pista per manutenzione, e poi propone una soluzione già presente nella normativa, un capolavoro.

Sorvolando sul fatto che l’utilizzo così imitato del FIS a Firenze, aeroporto a basso traffico, doveva solamente essere rimandato al mittente, non fosse altro che per la risibilità del risparmio ottenuto e la pericolosità del precedente creato, ma scambiare un provvedimento quasi inutile con un obbligo già presente per tutti nella normativa, appare più come una ridicola ammissione di incapacità manageriale da entrambi i lati del tavolo che una necessità di tutela dei dipendenti.

Ma in fondo, è davvero il nulla?

No, in realtà è un accordo utile, utilissimo a dire “io esisto comunque” e se viene gridato forte e trionfalmente diventa pure un grande successo.

Avrete tutti certamente notato che contravvenendo al tradizionale silenzio stampa sugli accordi interni, ENAV ha sbandierato “l’enorme” successo contrattuale alle agenzie di stampa, Reuters in testa per ragioni evidentemente di immagine di mercato, dichiarandolo come “pace sociale raggiunta per tutto il 2021”.

Il messaggioaccordo raggiunto con tutte le organizzazioni sindacali, azienda e parti sociali per il benessere delle persona di ENAVè davvero forte, come il sostenere che Ruby fosse la nipote di Mubarak, dichiarare “scongiurato e messo per iscritto il ricorso agli ammortizzatori Sociali per tutto l’anno 2021”, da parte dei sindacati (che poi a ben guardare significherebbe il contrario) è persino dirompente per l’umore interno: io esisto e faccio bene, anzi benissimo.

Se volessimo parafrasare Totò dovremmo dire “ma mi faccia il piacere”, ma forse, alla fine, ci hanno davvero creduto anche loro se, addirittura senza nemmeno paventare il FIS, sono tutti corsi a replicare la cosa in Techno Sky, dove i tecnici, al contrario dei CTA, non hanno visto alcuna contrazione delle attività o necessità di limitare manutenzioni e sorveglianze che devono comunque essere fatte agli impianti accesi, e persino, udite, udite, manca personale, al punto che nonostante la pandemia sono in corso selezioni ed assunzioni.

Ma forse occorreva che anche la cenerentola Techno Sky applicasse lo stesso principio usato per la sorellastra maggiore ENAV, così che, come nella fiaba, non si sentisse troppo discriminata e potesse certificare anche qui che il sindacato esiste ancora!

Sinceramente non ci piace essere duri con chi dovrebbe essere nostro alleato, ma di fronte ad evidenze così scandalose non possiamo chiudere gli occhi e tacere, saremmo falsi e meschini, purtroppo la realtà è che mentre qualcuno pare oggi rincorrere l’ombra di un sé stesso ormai scomparso da tempo, noi siamo nati per guardare al futuro senza alcuna necessità di dimostrare di esistere, noi lo facciamo e basta, non serve nessuno riconoscimento per guardare al futuro con obiettività e non serve alcuna autorizzazione notarile per mettere per iscritto proposte concrete da sostituire a solo “supposte” questioni.

Il futuro è adesso, pensiamoci per tempo, la crisi non finirà tanto presto, noi ci siamo.

 

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