NON CI RESTA CHE LO SCIOPERO

Se lavorate a Ciampino ACC già sapete cosa sta succedendo, succede che dopo che sono stati nominati e riconosciuti dalla DA RLS senza alcuna elezione tra il personale e persino al di fuori delle rappresentanze da questa “riconosciute”, così come previsto negli accordi e nella legge, e dopo aver tolto da oltre un anno, nel silenzio complice di alcuni sindacati, la possibilità di consumare in sicurezza e tranquillità il pasto serale, noi abbiamo sollevato il problema attenendoci al merito ottenendo, fino ad ora, solo disprezzo per le richieste a tutela dei lavoratori e futili e sbagliate questioni di legittimità che non sono in dubbio alcuno, come ribadito anche dall’incaricato del Prefetto.

Così noi chiediamo rispetto per i lavoratori e l’azienda risponde che il suo andare a braccetto con altri, forse più accomodanti, sia sufficiente… ma vediamo nel dettaglio e prendendolo dagli atti cosa è successo.

ELEZIONE DEGLI RLS

Per la prima questione, dal verbale dell’incontro per il raffreddamento del conflitto tenutesi presso la Prefettura di Roma il 12 maggio u.s. si rileva: “Il rappresentante sindacale, nel riepilogare in sostanza quanto contenuto nella nota trasmessa il 3 maggio u.s. – allegata in copia per pronto riferimento – evidenzia come una prima questione riguardi quella che all’O.S. appare, da una sommaria valutazione, come una possibile violazione dell’accordo interconfederale del 12 dicembre 2018, il quale disciplina che la nomina dei RLS debba avvenire con apposita elezione a suffragio universale, ed i cui candidati sono da individuarsi esclusivamente all’interno delle RSA aziendali. In tale ambito, sembra risultare che ENAV non abbia seguito questa procedura in quanto i predetti RLS sono stati individuati senza alcuna elezione. La questione non riguarda un problema inerente la singola O.S. ma la violazione di un procedimento che, attenendo alla sicurezza sui luoghi di lavoro, si inserisce in un complesso di norme dettate a tutela di tutti i lavoratori.

Questione di merito, quindi, solamente di merito ed assolutamente non secondaria alla tutela della sicurezza dei lavoratori, dato che è quantomeno bizzarro pretendere di far rispettare le leggi se si è i primi a violarle, ma vediamo la risposta verbalizzata: “Il rappresentante di ENAV opera, in punto di diritto, un excursus sul principio di rappresentatività, rilevando come, in sintesi, in merito al primo punto della vertenza, la sigla non abbia legittimazione attiva poiché non riconosciuta come RSA”.

Da qui si evincerebbe che siccome, a giudizio della DA, la nostra RSA USB non sarebbe legittimata ad operare in azienda tutto il resto non conta, comprese le violazioni alla legge da essa avallate, ma la prefettura non era d’accordo: “Il dott. BORRELLI, nel rilevare come il profilo della rappresentatività esuli sia dal perimetro della L. 146/90 sia dalla problematica posta a base della vertenza – in quanto l’O.S. non ha rilevato una contrazione dell’esercizio di proprie prerogative sindacali quanto piuttosto ha evocato un problema di carattere generale, asseritamente riguardante la presunta violazione di un accordo interconfederale che produce effetti anche a tutela della salute dei lavoratori tuttichiede all’azienda di fornire puntuali elementi informativi in stretta aderenza alla prima doglianza oggetto di discussione”.

A questo punto “Il rappresentante di ENAV si riserva in merito”, ovvero non sa cosa rispondere, quindi “Il dott. BORRELLI, al fine di sviluppare un sostanziale, e non meramente formale, tentativo di conciliazione, e tenuto conto del diritto che i cittadini utenti hanno di conoscere con chiarezza gli elementi posti a base di eventuali astensioni dal lavoro proclamate nell`ambito dei servizi pubblici essenziali, chiede espressamente ad ENAV di trasmettere, alla Prefettura, alla Commissione di Garanzia e all’O.S., entro il 14 maggio p.v., una specifica nota contenente dettagliate notizie in merito all’asserita violazione del citato accordo interconfederale ed alle modalità seguite per la nomina degli RLS.”

Nella nota aziendale, a noi arrogantemente non trasmessa e ricevuta solo per il tramite della Prefettura, si legge:Spett.le Prefettura, con riferimento alla Vostra richiesta di chiarimenti evidenziata nell’incontro tenutosi il 12 maggio u.s. la scrivente Società rappresenta quanto segue. Si ribadisce, innanzitutto, il difetto di rappresentatività da parte dell’associazione di Categoria USB, peraltro non firmataria del CCNL, per come accertato da ben due pronunce giurisdizionali di primo e di secondo grado. Sebbene quanto sopra appaia invero dirimente, come già rappresentato nella riunione tenutasi il 12 maggio, … (omissis) … La Società ha sempre ottemperato agli obblighi previsti dall’Accordo del 12.12.2018 sulla rappresentanza e pariteticità in materia di salute e sicurezza. In particolare la scrivente Società ha sempre adempiuto ai propri obblighi di “sollecitazione” rispetto alla nomina dei rappresentanti dei lavoratori sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, nonché di informativa in merito, anche sensi dell’ar’c.18, comma 1, lett. aa), del D.lgs.81/2008 e s.m.i.. ll numero dei RLS eletti è rispettoso del dettato normativo e contrattuale di riferimento

Quindi per la DA nessuna violazione e non finisce qui, aggiunge che “Tali gravi affermazioni (n.d.r. di USB) denotano, in primo luogo, una mancata conoscenza della disciplina prevista dall’accordo in questione…” affermando che le nostre rimostranze siano frutto di ignoranza della norma e che, conseguentemente, che la nomina unilaterale di RLS non facenti parte, almeno al momento della loro indicazione, di nessuna RSA sia del tutto corretta e che il ruolo aziendale si limiti a dover prendere atto della cosa.

A questo proposito ammettiamo lealmente una nostra prima svista, infatti, all’indomani della designazione e comunicazione dell’individuazione dei nominativi per ricoprire il ruolo di RLS, oltretutto al di fuori della RSA ufficiale, la nostra RSA USB ENAV ACC Roma inviava una lettera ad ENAV che, nel lamentare la “procedura” non pienamente rispettosa dell’accordo del 12/12/2018, sollecitava il datore di lavoro a porvi rimedio indicendo esso stesso le previste elezioni a suffragio universale, che è invece un compito delle OO.SS., questa richiesta, però, non inficia in alcun modo la questione alla base della protesta che non rispettando il più volte citato Accordo 12/12/2018, specificatamente ne punto 3.3, toglie ai lavoratori un proprio diritto ed al contempo apre il passo a qualsiasi altra possibile violazione, purché vi sia l’accordo aziendale, cosa che non possiamo ammettere, perché una tale bizzarra posizione di fatto consente, o potrebbe consentire seppur in buona fede, ulteriori violazioni.

Per completezza, va però osservato che se noi ammettiamo una piccola svista, la DA invece quando vuole ci vede benissimo, infatti mentre si limita ad “osservare” da lontano a Ciampino, a Milano Linate la stessa DA ENAV, che è oggi anche DA di Techno Sky, cavilla persino sui dettagli insignificanti rifiutando la designazione di un RLS a Monte Settepani, nonostante un accordo che lo prevede in modo esplicito in quanto unica RSU colà eletta ed operante, con l’opinione che “a suo parere” nella scheda dell’avvenuta elezione non era stata chiarita a sufficienza la volontà dei lavoratori di volerlo eleggere non solo come RSU, ma anche come RLS, ovvero che nonostante la candidatura formale ed i voti espressi non vi erano sufficienti prove che la sua lezione ad RSU coincidesse effettivamente anche con l’elezione a RLS, ma va detto anche che a Ciampino la designazione irrituale arriva da CGIL CISL UIL e UNICA, quindi la DA osserva, mentre a Linate l’eletto è una RSU USB, quindi la DA cavilla persino sulla possibile reale volontà dei lavoratori…

Le nostre rimostranze non sono mai state basate sul se e quanti siano gli RLS, ma sul rispetto delle regole affinché il rispetto e l’imposizione degli accordi bilaterali sia certa e non contraria alle sole necessità dei lavoratori chiedendoci come sia possibile chiederne il rispetto se si è i primi a violarli, come sia possibile defraudare i lavoratori di diritti fondamentali nel silenzio sindacale e con la complicità della controparte, evidenziando come tutti i presupposti della tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori possano essere facilmente minati da una sbagliata e viziata NON applicazione delle norme partendo da quelle di base.

Se non si rispettano fondamenti delle norme è più facile e naturale non rispettarne tutto il resto, la materia che poniamo in discussione non è la nostra legittimità, per altro sancita dalla legge senza la necessità di alcun riconoscimento aziendale, ma i diritti e la sicurezza e la salute dei lavoratori in azienda, sotto questo profilo cercare di sottrarsi a domande legittime con il pretesto della illegittimità presunta di chi le pone è davvero una grave ed inaudita mancanza di rispetto per i lavoratori, i loro diritti e la loro salute e sicurezza.

Sapendo che non è in questione la norma, ma il diritto dei lavoratori, chi volesse comunque approfondire la materia può trovare un primo aiuto qui: https://www.puntosicuro.it/sicurezza-sul-lavoro-C-1/tipologie-di-contenuto-C-6/interpelli-C-114/interpello-la-nomina-di-rls-per-le-aziende-con-piu-di-15-lavoratori-AR-14249/

LA MENSA CHIUSA

La seconda questione sul tavolo era la chiusura della mensa di Ciampino, per la quale, prima di procedere con il racconto, ricordiamo che la particolare logistica del luogo non consente di potersi spostare od uscire dai confini degli edifici aziendali, trovandosi l’ACC al centro di una grande rotatoria di tipo autostradale, senza passaggi pedonali e lontano dai centri abitati, ovvero, in altre parole, una sorta di isola nel mezzo del nulla e raggiungibile solo in auto.

A tale proposito ancora una volta prima le nostre dichiarazioni verbalizzate: “Una seconda problematica attiene al fatto che il servizio mensa, a disposizione del personale dell’ACC di Ciampino, è funzionante solo nella fascia diurna dei giorni infrasettimanali, rimanendo pertanto chiusa la sera e nei giorni di sabato e domenica, senza che vi sia la possibilità, per i lavoratori, di poter consumare i pasti dovuti usufruendo di locali idonei sotto il profilo strutturale e che possano ospitare, in stretta aderenza alle normative anti-Covid, un numero sufficiente di persone. Tutto ciò comporta un disagio per il personale che, da circa 15 mesi, è costretto, nelle ore serali e nei festivi, a consumare i pasti nelle proprie automobili”.

Su questo punto la DA è stata più loquace, ma non più di tanto: “Il rappresentante di ENAV, in relazione al secondo punto, riferisce come le modalità di apertura della mensa dell’ACC di Ciampino siano aderenti al contratto di servizio che si applica a livello locale e trova identica attuazione anche presso la sede centrale dell’ENAV di via Salaria, non escludendo che a livello nazionale si possa prospettare una diversa gestione del servizio mensa”, in altre parole gestiamo la mensa come ci pare e “chissenefrega” se è chiusa anche a Ciampino.

Ma vediamo quali “dettagliate notizie in merito” la DA a inviato anche su questo punto: “Per quanto riguarda la richiesta di chiarimenti relativi alla questione della mensa serale di Ciampino, si contesta innanzitutto l’erronea ricostruzione operata dalla USB e si tiene a precisare che a tutti í lavoratori adibiti presso la sede di Ciampino vengono erogati degli appositi tickets restaurant interamente a carico dell’Azienda. Non è dato pertanto comprendersi quali ulteriori iniziative debba adottare l’Azienda che riconosce ai propri dipendenti, come da prassi consolidata nel tempo, un trattamento di assoluto favore e che, rispetto alla mensa, è attenuta alla normativa vigente in materia di prevenzione dalla diffusione del COVID-19”.

Ricapitolando i ticket restaurant sarebbero un trattamento di favore dovuto alla necessità di chiudere la mensa a causa della pandemia, peccato che la mensa a pranzo sia aperta, anche se solo durante la settimana, e peccato che i buoni parso non siano commestibili direttamente, dato che in assenza della mensa non ci sono locali dove si possano spendere, ovviamente al fatto che anche eventuali panini portati da casa non siano consumabili in un ambiente idoneo non si fa menzione

Anche in questo caso non era questa la domanda ed il riferimento ai buoni pasto fatto in sede di nota integrativa è davvero fuori luogo e di cattivo gusto, nessuno ha messo in discussione la loro erogazione, che avviene indistintamente per tutto il personale dell’intera azienda, la richiesta era di poter tornare in fretta a poter fruire di un luogo sicuro, anche nel rispetto delle norme anti Covid, e dignitoso dove il personale in servizio possa consumare serenamente i propri pasti e per questo abbiamo già anche proposto soluzioni senza costi e perfettamente praticabili con quanto già esistente e sul posto, ma evidentemente per la DA la serenità e la sicurezza del personale non sono questioni importanti anche quando sono a costo zero, l’importante è opporsi a quanto diciamo noi, sempre, comunque e contro l’evidenza.

A questo punto riteniamo che vi sia in corso una epidemia ben più grave di quella sanitaria, si tratta di un virus subdolo i cui effetti si vedono solo alla applicazione pratica, ovvero quando i lavoratori si lamentano, il suo nome è Marchensis Delgrillus Sindrom, riconoscibile per la mania di chi ne è affetto di pensare “io son io e voi non siete un …”.

Non ci resta che lo sciopero.

Allegati:

2021 05 19 – Comunicato USB LP Gruppo ENAV CRAV Ciampino