Come ogni anno, sul finire dell’estate, il controllore, ancora ebbro delle ricche libagioni estive, attende trepidante le nuove sfide che l’inverno gli porrà di fronte. E come ogni anno, alle prime piogge, riceve l’agognata chiamata che gli consentirà di impegnare i grigi mesi invernali alla scoperta dei suoi nuovi limiti.
Eh sì, perché di anno in anno, proprio come il buon vino, il controllore matura e migliora e scopre dentro di sé nuove competenze a lui prima precluse. Scopre con meraviglia che la sua mente ormai superiore è in grado di acquisire nuove competenze e di memorizzare nuove informazioni con facilità disarmante; che il suo innato talento si è accresciuto inglobando quello che prima era riservato ad altri. In buona sostanza il nostro eroe scopre di avere dentro di sé non uno ma due, tre, …quattro? …piccoli controllori che perciò sono in grado di svolgere il lavoro di due, tre, …quattro? … controllori fatti e finiti che con le loro inutili e limitate competenze rappresentano un peso e un costo francamente eccessivi…
Ma non è finita! Vogliamo parlare di come il nostro paladino venga a conoscenza di tutto ciò? Di quale sottile gioco di pesi e contrappesi porti alla selezione del suo e solo del suo nome? Vogliamo scoprire gli arcani e gli antichi misteri che si celano dietro al sacro rito della scelta del NOME?
ANATEMA!
Con quale faccia avete l’ardire di venire a chiedere quali siano i parametri di selezione? Da dove viene questa inusitata arroganza che vi porta (sia mai!) a cercare di comprendere cose che a voi non competono?
Che forse il controllore debba perder tempo dietro a inutili numerini quando la gloria l’attende al passare d’ogni dolce estate?
E allora così sia. Che ogni autunno segni il limite del nuovo orizzonte. Che il sapere fermenti nelle menti dei controllori e che esso doni nuovi profumi e nuove sfumature di anno in anno. Non c’è limite a quel che la straordinaria mente umana può acquisire, al coacervo di competenze e informazioni che possono essere immagazzinate al netto della tanto incensata esperienza che non è nient’altro che il rifugio delle menti inferiori.
O no?
Usciamo dalla metafora e dall’immaginario per porre a voi e all’azienda alcune semplici domande.
Secondo quali parametri e seguendo quale graduatoria sono state effettuate le chiamate al personale per l’abilitazione Napoli APP?
Cosa prevede il progetto Napoli APP e come si inserirà all’interno dell’organizzazione di sala?
Qual è il limite che è stato immaginato dall’azienda alle abilitazioni? È cioè lecito aspettarsi di avere sulla licenza più di un avvicinamento e di una o due isole?
C’è compatibilità fra l’abilitazione arrivi (con tutto lo sforzo mnemonico che comporta) e l’abilitazione radar App?
Qualcuno ha effettuato uno studio che stabilisca dei limiti alle abilitazioni o dovremo testarlo sul campo?
E se dovessimo fallire di chi sarebbe la responsabilità?
Crediamo che queste siano solo alcune delle domande che chiunque di noi dovrebbe porsi/porre e permetteteci di farvene/farcene ancora una:
Che cosa significa essere professionisti?
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