Finalmente è stato dato il giusto valore all’Organismo Paritetico di Garanzia, che con paritetica faccia tosta garantisce che siano tutelati tutti gli interessi e le istanze avanzate dall’azienda, con la firma di un testo che fa davvero brillare gli occhi di commozione: grazie, tutta quest’attenzione al futuro non si era mai vista, quindi, ancora grazie!
Tuttavia, a questa imponente retorica carica di entusiasmo per lo sviluppo dell’Azienda che noi amiamo, (non essendo certi di poter dire di altri la stessa cosa), dell’ATM e di tutto il comparto dove sarà adottata “un’articolata modalità di pianificazione e ripianamento degli organici che contemplerà l’acquisizione (…) da Società del settore del trasporto aereo”), secondo noi manca un piccolo dettaglio: la partecipazione attiva dei lavoratori al processo decisionale, almeno dal lato sindacale.
Qualcuno può dire che i lavoratori sono rappresentati dai sindacati firmatari e che USB, seppur legittimata dalla legge, non è firmataria né del contratto né del presente accordo (in quest’ultimo caso vivaddio) ma, anche se è legalmente corretto dire che chi ha ricevuto una delega possa decidere anche da solo, i rappresentanti sindacali, per loro natura, dovrebbero preoccuparsi almeno se i lavoratori che subiranno le loro decisioni arbitrarie siano perlomeno in parte d’accordo con il loro operato.
Questo segreto modo di fare, seppur legalmente corretto, rivoluzionario ed epocale, lascia però aperte alcune domande ai lavoratori:
– avete, o non avete, anche voi la percezione di un enorme scollamento tra i processi decisionali posti in essere sindacalmente e la volontà dei lavoratori di questa azienda?
– siete, o non siete, consapevoli che intraprendere un percorso di rinnovo contrattuale in un contesto come quello del tempo presente, in cui le aziende, tutte, e la nostra non fa eccezione, stanno comprimendo, schiacciando, spremendo, erodendo diritti, dignità e valore intrinseco al lavoro, sarebbe un gioco al massacro, un cieco suicidio politico-sindacale?
– davvero dovremmo lasciare che gerontocrati autoreferenziali si scambino, da un lato e dall’altro di un tavolo in radica lucente, messaggini sottobanco come innamorati e frustrati adolescenti che si inseguono senza mai congiungersi carnalmente?
– seriamente dovremmo lasciar prendere decisioni così impattanti sulla nostra vita, ignorando le istanze che giungono da tutti gli impianti?
Per molti di coloro che siedono ai tavoli negoziali, quello che si vuole frettolosamente firmare sarà l’ultimo contratto, con buona pace di chi ne subirà le conseguenze per i prossimi decenni.
Quello che si sta svendendo è il nostro futuro, il futuro dei lavoratori, in nome di una non meglio precisata esigenza di raggirare in fretta il personale, come fosse composto solo di poveri incapaci di intendere e volere, mentre il Piano appare invece chiaro e ben studiato e, per questo, noi leviamo la nostra voce e non cesseremo mai di lottare!
Uniamoci, unitevi, reagiamo, reagite prima che costoro ci rubino il futuro.
Non c’è un’azienda B.
There is no planet B, there is no planet Bla, Bla bla bla, Bla bla bla (…) green economy Bla, bla, bla, this is all we hear from our so called leaders, words that sound great, but so far it has led to no action!”
– Greta Thumberg –
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