E così anche stavolta il teatrino tira su il sipario. Aspettavamo con ansia questo momento, la tensione che arriva all’acme, il lancio di stracci e la levata di scudi a protezione dei propri interessi. Il primo atto si chiude con l’inconciliabilità più assoluta fra le opposte posizioni.
Fin qui tutto chiaro vero? Eppure… Eppure, qualcosa non torna. Sì, perché la scelta del sindacato di sfilarsi da un confronto che confronto non è, (L’AZIENDA COMUNICA MA NON ASCOLTA) è sicuramente un atto condivisibile. La risoluzione di ENAV di perseguire i suoi obiettivi in barba non solo al CCNL in vigore, ma anche e soprattutto
al personale operativo, che dovrà farsi carico di una estate da incubo, è di una gravità assoluta e va ostacolata con ogni mezzo. Cerchiamo però di non farci ingannare di nuovo con la solita logica del male minore, arrivando come al solito a strappare, fra un paio di settimane, un accordo economico che andrebbe a svilire ulteriormente la nostra dignità di lavoratori, già ampiamente vilipesa.
Pensare di affrontare questa ennesima stagione senza uno straccio di flusso, con orari di inizio turno e durata degli stessi variabili, con l’implementazione di un servizio di avvicinamento a dir poco critico, il tutto con numeri in sala francamente risibili, ci sembra troppo anche per il management che ci ritroviamo.
Lo stesso management che ha contemporaneamente chiamato le OOSSNN a discutere del rinnovo contrattuale e che per distendere gli animi ha licenziato/sospeso alcuni colleghi (tempismo sospetto invero); sempre lo stesso che negli anni ha abbattuto l’affezione dei dipendenti nei confronti dell’azienda e della sua mission, che ha stravolto la geografia ATS senza ascoltare i suggerimenti degli operativi, che ha modificato l’organizzazione interna della sala per risparmiare sul personale notturno in barba ai flussi reali di traffico, che nulla ha fatto per migliorare le performance di sala a seguito dell’applicazione del FREE ROUTE, che ha tirato dritto sull’applicazione di un piano industriale mal concepito e peggio applicato e che, infine, nulla ha fatto per colmare la prevedibilissima emorragia di personale a seguito dei pensionamenti.
Vogliamo pensare che ora le organizzazioni sindacali, che si siedono ai tavoli che contano, non stiano accarezzando l’idea di far salire la tensione in sala per poter poi firmare un accordo squisitamente economico. Noi siamo sognatori e come tali ci piace pensare che ci siano idee e proposte nel cassetto, volte a migliorare la nostra vita professionale. Speriamo che oltre al recupero inflattivo si stia pensando a superare la logica della flessibilità a scapito dei lavoratori, che si abbandoni la pratica distruttiva dell’aumento dell’orario ordinario e che si stabiliscano delle tutele professionali per evitare che le nostre licenze diventino una lista della spesa.
Se noi fossimo seduti a quei tavoli non ci accontenteremmo di raccogliere le briciole che ci lanciano dal balcone, ma metteremmo il futuro sul piatto, se non si discute di questo non si discute affatto. Uscire dal ricatto dell’accordo all’ultimo minuto, traguardato al superamento dell’estate, è l’unica possibilità che abbiamo di uscire con dignità da questa impasse, anche se ciò significherà passare quattro mesi all’inferno.
“Chi sceglie il male minore dimentica rapidamente di aver scelto a favore di un male”
Hanna Arendt
Roma, 09 maggio 2022 RSA USB ROMA ACC
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