UN PO’ DI GOSSIP (MA NON TROPPO)

In attesa di sapere cosa NON si diranno ancora una volta le nostre apparentemente inconcludenti RSU, ormai decadute ma comunque invitate dall’azienda al brunch con i sindacati metalmeccanici previsto per martedì 21 novembre 2017, pubblichiamo l’articolo del Sole 24 Ore sulla situazione di Vitrociset, dalla quale molti di noi provengono.

Si potrebbe trattare di gossip, ma nemmeno troppo, dato che a furia di andare avanti stiamo tornando indietro e Leonardo, erede di Finmeccanica, potrebbe essere davvero il nostro prossimo traguardo, dato che il decreto del Governo per il passaggio delle azioni residue ENAV alla Cassa Depositi e Prestiti, possibile preludio ad una nostra cessione, è stato firmato proprio ieri, ed anche se questo potrebbe non valere per tutti gli attuali dipendenti Techno Sky, fino a quando non ci darete voi la forza di reagire noi del CITSE USB siamo costretti a stare a vedere.

Ormai dipende da voi, non iscritti ed osservatori, perdere altro tempo in attesa della grazia divina o, finalmente, puntare diritto all’obiettivo.

Se volete davvero vincere dovete unirvi a noi!

 

L’articolo originale, di cui riportiamo di seguito solo la parte riguardante Vitrociset a mero titolo informativo e senza alcuna intenzione di appropriazione di contenuti se non quella di ampliare la visibilità del sito del Sole 24 Ore, è proprietà del giornale e può essere letto integralmente nel sito ufficiale cliccando qui sotto:

>> vai all’articolo originale <<

Paradise papers: i trust di Jersey dei Bonomi, il tesoro dei Rovelli, Vitrociset e i Legionari di Cristo

– di Angelo Mincuzzi | 12 novembre 2017

(omissis)

Vitrociset e la società di Curacao

Dai Paradise Papers spuntano anche i documenti che raccontano la storia del trust milionario della famiglia Crociani. Una vicenda anticipata dal Sole 24 Ore lo scorso 5 novembre. La storia parte nel 1976 quando Camillo Crociani, allora presidente e amministratore delegato di Finmeccanica, viene travolto dallo scandalo Lockheed: tangenti pagate dalla multinazionale americana per piazzare i suoi aerei in Italia. Crociani fugge in Svizzera e poi in Messico prima della condanna a due anni e quattro mesi per corruzione aggravata. Ma prima di lasciare il paese cede la sua azienda, la Ciset, all’amico e braccio destro Girolamo Cartia. I beni di Crociani (che è insolvente) vengono sequestrati. Ma non la Ciset, che formalmente non gli appartiene più, essendo stata ceduta.

Crociani muore in Messico nel 1980. Sette anni dopo, nel 1987, la vedova Edoarda Vessel, una ex attrice che ha lavorato con Federico Fellini in “8 e mezzo”, costituisce un trust alle Bahamas, il Grand Trust, i cui beneficiari sono le due figlie Camilla e Cristiana. Tra i beni del trust c’è una promissory note che assicura alle eredi Crociani i dividenti sostanziosi provenienti dalla Ciset, una società che controlla la Vitrociset (formalmente cosituita soltanto il 29 dicembre 1992).

CHI CONTROLLA VITROCISET

Ma cosa fa la Vitrociset?

Al primo punto dell’oggetto sociale della società c’è la manutenzione e l’assistenza tecnica dei sistemi elettronici per il controllo del traffico aereo e per la difesa. Un’attività strategica e assai delicata. E in effetti Vitrociset da anni gestisce la sicurezza del traffico aereo in Italia, le reti dati della Polizia e della Banca d’Italia, le reti periferiche di fonia dell’Agenzia delle Entrate e gestisce contratti importanti per l’Agenzia spaziale italiana e la Nato. La società è partecipata da Leonardo (ex Finmeccanica) con una piccola quota dell’1,46%, sufficiente però a garantire al Governo italiano l’esercizio della golden share in caso di cessione della società.

Come il Sole 24 Ore ha scoperto alcuni giorni fa (e i documenti dei Paradise Papers in possesso all’Espresso e a Report confermano), Vitrociset è controllata dalla International Future Venture & Investment (Ifvi), una società domiciliata a Curacao, paradiso fiscale e societario delle ex Antille olandesi, che ha un solo dollaro di capitale sociale.

Tutto in regola, per carità. Ma Curacao è il regno del segreto e dunque non è possibile sapere con certezza da chi sia controllata a sua volta la International Future Venture & Investment. All’indirizzo di Curacao indicato nell’atto di registrazione come sede della società che controlla Vitrociset ha sede la Centennial Management NV. Che cos’è? La Centennial Management è un fornitore di servizi di amministrazione e di gestione di società ed è anche amministratore della Ifvi. Il secondo amministratore è Gregory Edward Elias, nato nel 1953 a Curacao ma di nazionalità olandese. Il nome di Elias compare – sempre come amministratore – anche in alcune società londinesi e in altre entità domiciliate a Curacao. Insomma, un professionista.

I dividenti affluiti dalla Vitrociset in questi anni (l’Espresso ha calcolato una cifra di oltre un miliardo di euro) sono affluiti al Grand Trust, che nel frattempo è stato spostato dalle Bahamas a Jersey e poi alle Mauritius, attraverso una società olandese e una lussemburghese. Proprio il patrimonio del trust è al centro di una battaglia legale che vede Edoarda Crociani e la figlia Camilla (che ha sposato Carlo di Borbone delle Due Sicilie) da una parte, e la figlia minore Cristiana dall’altra. Quest’ultima ha accusato la madre di aver “spogliato” il Grand Trust e ha avviato una causa a Jersey. La prima sentenza è stata pronunciata a settembre e ha dato ragione a Cristiana ordinando alla madre di restituire 100 milioni di euro e di ripristinare gli asset del trust, dove erano conferiti alcuni quadri di grande valore.

Interpellato dall’Espresso, il legale della famiglia Crociani, Francesco Gianni, ha dichiarato che Vitrociset «è indirettamente controllata dalla famiglia Crociani» e che a capo del gruppo c’è Camilla. Il legale ha anche aggiunto che accanto alla famiglia ci sono altri investitori, persone di fiducia che hanno prestato i soldi per consentire a Camilla di rilevare la società olandese che controlla Vitrociset.
Nei giorni scorsi, intanto, si erano diffuse voci su un acquisto della società da parte dell’impreditore Antonio Di Murro.

(omissis)