Drastica riduzione delle società partecipate: sarà la volta buona per Techno Sky?

Il Consiglio dei ministri ha pubblicato nel suo sito la notizia dell’approvazione di un decreto che prevede la drastica riduzione delle società partecipate, con particolare riferimento alle scatole vuote, alle società inattive, alle micro e a quelle che non producono servizi indispensabili alla collettività.

Detta così sembra non esserci ancora spazio per l’accorpamento di Techno Sky ad ENAV, infatti perchè accorpare le due aziende, che di fatto sono una sola, quando si possono tenere separate e continuare a sprecare denaro pubblico in benefit agli amici e posti di lavoro clientelari?

Si legge nel comunicato stampa:

“Il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione Maria Anna Madia, ha approvato, in esame definitivo, il decreto legislativo del testo unico in materia di società a partecipazione pubblica.

Nello specifico il testo unico prevede la drastica riduzione delle società partecipate, con particolare riferimento alle scatole vuote, alle società inattive, alle micro e a quelle che non producono servizi indispensabili alla collettività. Sono introdotti interventi di razionalizzazione dei compensi degli amministratori. Per il futuro sono individuati i criteri chiari sulla base dei quali sarà possibile costituire e gestire le società partecipate. Il decreto ha anche ottenuto il secondo esame delle competenti Commissioni parlamentari, secondo quanto previsto espressamente dalla legge delega di riforma della Pubblica Amministrazione.”

Quindi se Techno Sky, la cui esistenza separata da ENAV è inutile e dannosa, non rientrerà nella categoria delle aziende partecipate “vuote“, “inattive“, “micro” o “che non producono servizi indispensabili” … resterà ancora in piedi la farsa aziendale che ha già suggerito due interrogazioni parlamentari al Governo Italiano, una al Parlamento Europeo e che, essendo oggetto di sempre maggiore attenzione istituzionale, certamente non mancherà certamente di vedere altri interventi politici in futuro.

Si, ma per quanto? E, soprattutto, Cui Prodest?

La soluzione è, come sempre, semplice e conveniente e in attesa di leggere il testo rilasciato … ditelo a Renzi!