Alla vigilia della Prima guerra mondiale le officine Putilov costituivano un grande complesso metalmeccanico impegnato nella costruzione di locomotive, artiglierie, munizioni, navi e grandi motori a turbina. Con lo scoppio della guerra europea gli impianti vennero ulteriormente potenziati, migliaia di nuovi operai vennero impiegati nella produzione intensiva di armamenti per l’Esercito imperiale russo, impegnato in una durissima lotta di logoramento sul fronte orientale. La produzione di cannoni e munizioni incrementò continuamente per far fronte alle enormi esigenze della guerra; nel 1916 vennero anche costruite negli stabilimenti di Pietrogrado le autoblindo Austin-Putilov, originate dalla collaborazione con l’industria britannica Austin, e Garford-Putilov derivate dagli autocarri americani della Garford Truck.
Nel febbraio del 1917 nelle officine Putilov lavoravano oltre 36.000 operai ma la situazione complessiva dell’Impero si stava continuamente aggravando e le condizioni economiche nelle città peggioravano; a causa della carenza di materie prime gli stabilimenti dovettero sospendere la produzione e ci furono le prime agitazioni degli operai della fabbrica[3]. Il 23 febbraio 1917 i lavoratori delle officine Putilov manifestarono in massa a Pietrogrado insieme a gruppi di donne esasperate dai razionamenti nei negozi; i manifestanti richiedevano la fine della guerra e delle pesanti restrizioni economiche; ci furono i primi scontri con la polizia e i reparti militari. Le proteste si estesero incontrollabili nei giorni seguenti assumendo un carattere insurrezionale e dando inizio alla Rivoluzione di febbraio che provocò l’abdicazione di Nicola II e la caduta dello zarismo[4].
Gli operai delle officine Putilov furono protagonisti di una forte azione agitatoria anche durante il turbolento periodo del Governo provvisorio; il partito bolscevico riuscì a consolidare una forte presenza nella fabbrica; Lenin parlò ai lavoratori delle officine nel maggio 1917. Dopo il successo della Rivoluzione d’ottobre e la presa del potere dei bolscevichi, gli operai delle officine appoggiarono il nuovo regime e sostennero il governo bolscevico a Pietrogrado. Durante la sanguinosa Guerra civile oltre 10.000 lavoratori delle Putilov si arruolarono e combatterono nelle formazioni “rosse” contribuendo alla vittoria bolscevica[1]. In riconoscimento del suo ruolo rivoluzionario nel 1922 la fabbrica prese il nome di “officine Putilov rosse”, Krasnoij Putilovets zavod.